Trump ha appena annunciato che la sostituzione del capo del Pentagono J. Mattis. avverrà a partire dal 1 ° gennaio! Quindi considerando che siamo in vista delle vacanze natalizie e di fine anno, a Mattis non è rimasto granché di tempo per modificare o rallentare le decisioni prese sul ritiro dalla Siria.
Con una ulteriore mossa a sorpresa, il presidente USA Trump ha comunicato oggi che il nuovo segretario alla Difesa sarà Patrick Shanahan, attualmente vice di Mattis ed ex manager della Boeing.
Grave discordia quindi, se a Mattis se sono state così accelerate così repentinamente le consegne, anticipandole di ben due mesi rispetto a quanto erano previste, ovvero a febbraio 2019..
Trump non aspetterà fino a febbraio perché teme che Mattis possa imbrogliarlo di nuovo, ovvero possa ritardare l’uscita delle forze USA dalla Siria. Inoltre Trump è molto irritato per il coro imbecille dei media che come sempre hanno intessuto anche questa volta un coro di critiche in merito alla decisione presa di lasciare la Siria (rivelandosi così ancora una volta dalla parte dello stato profondo e non dalla parte dei cittadini statunitensi). Quello che il capo della Casa Bianca vuole, è un rapido disimpegno delle truppe USA prima che accada qualcosa, che si possa preparare qualche tranello, come – per esempio – la preparazione di una ‘false flag’ che renda indispensabile la permanenza delle forze USA in Siria.
Patrick Shanahn che prenderà il posto di Mattis dal 1° gennaio dalla metà degli anni ’80 al 2017, ha lavorato nella divisione di armi della Boeing Corporation, dove partendo da un ruolo secondario è riuscito a raggiungere la posizione di membro del comitato esecutivo della società. Impegnato nello sviluppo di armi laser, sistemi di difesa missilistica, convertoplanes, ecc.
Nel 2017, in accordo con Trump, si è trasferito dal settore privato a un servizio pubblico. È uno dei lobbisti che è per un ulteriore aumento del bilancio della difesa degli Stati Uniti.
Questa nomina è in linea con le tendenze dell’amministrazione Trump, dove ci sono sempre più lobbisti e difensori della difesa ma meno persone che possono obiettare sulla linea di indirizzo politico presidenziale a favore degli ultra-neocon.
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