Ieri le forze aeree iraniane dell’IRGC per la prima volta hanno usato i loro missili contro una base americana in Iraq.
Secondo Tashim, l’IRGC ha usato missili balistici Fateh-313 con un raggio di 500 chilometri e missili Kiyam con un raggio di 800 chilometri.
L’8 gennaio, le forze iraniane hanno bombardato le basi statunitensi nelle città di Ain al-Assad e Erbil in Iraq. L’operazione è stata condotta come una risposta all’assassinio da parte degli Stati Uniti del leader del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, Qassem Suleimani. Il generale era in missione diplomatica a Bagdad ufficiale per il suo paese e doveva incontrare il premier Madhi.
I media iraniani hanno riferito che 35 missili sono stati lanciati contro le strutture militari statunitensi. Il rapporto statunitense invece parla di un numero di missili che va da 12 a 15. Inoltre, l’Iran sostiene che il bombardamento ha causato la morte di 80 e 200 feriti tra i militari statunitensi, ma gli americani negano le perdite di personale.
L’Ayatollah Khamenei aveva imposto che qualsiasi ritorsione dovesse essere “proporzionale” e condotta direttamente dall’esercito iraniano, ed è esattamente quello che è successo.
E secondo il Daily Mail , Khamenei “era personalmente nel centro di controllo a coordinare gli attacchi”.
Intanto Trump in un discorso alla nazione oggi ha detto quali saranno le mosse degli USA dopo la ritorsione iraniana: gli Stati Uniti rinunciano ad una ulteriore rappresaglia anche perchè – secondo l’amministrazione americana – l’attacco non ha provocato vittime.
Inoltre, nel suo discorso Trump ha chiarito i seguenti punti:
1. Non sono previsti attacchi immediati contro l’Iran. Gli Stati Uniti, al contrario, sarebbero “pronti ad accettare la pace con l’Iran” e costruire un “futuro felice”.
2. Gli USA non hanno avuto vittime e le infrastrutture statunitensi sono state colpite in modo limitato.
3. Saranno comminate altre sanzioni, queste più potenti di prima.
4. Gli Stati Uniti non consentiranno all’Iran di acquisire armi nucleari, pertanto gi Stati Uniti invitano Germania, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia a esercitare pressioni sull’Iran.
5. Per Trump, l’Iraq è un paese molto ingrato ed Obama è responsabile del rafforzamento dell’Iran.
La situazione quindi rimane molto tesa ma gli scenari potevano essere ancora più foschi. Anche se Trump ha evitato di intensificare il conflitto con l’Iran, il pericolo di guerra è rimasto.