Siria: un intreccio di tensioni internazionali
La crisi siriana continua a essere il riflesso di una complessa rete di tensioni globali che si riversano tragicamente sul suo territorio. Gli eventi recenti ne sono una testimonianza: la molteplicità di attori coinvolti e l’eliminazione mirata di figure chiave nella lotta contro l’ISIS e i gruppi jihadisti, come Hayat Tahrir al-Sham (HTS), ex affiliato di al-Qaeda, sottolineano il caos che domina il Paese.
Un episodio emblematico è stato l’attacco aereo israeliano vicino a Damasco, in cui è stato ucciso Salman Jumaa, alto rappresentante di Hezbollah e coordinatore con l’esercito siriano. Questo omicidio mirato, effettuato con un missile di precisione, arriva in un momento in cui Hezbollah era probabilmente impegnato in un dialogo con Damasco per affrontare le crisi ad Aleppo e Hama. L’intervento israeliano, apparentemente strategico, solleva interrogativi sul rischio di escalation regionale.
Pressioni su Mosca e Teheran
Secondo il politologo Andrei Yashlavsky, la Turchia sfrutta l’instabilità siriana per indebolire l’influenza della Russia nella regione. Ankara mira inoltre a ridimensionare l’influenza iraniana, approfittando delle difficoltà di Hezbollah, indebolito dal conflitto con Israele. Le dinamiche siriane, quindi, si inseriscono in un contesto di tensioni più ampie, con il rischio di un conflitto tra Russia e Turchia o addirittura tra Iran e Israele.
Relazioni Russia-Turchia: dal Su-24 al pragmatismo
Dal 2015, quando la Turchia abbatté un caccia russo Su-24, i rapporti tra Mosca e Ankara hanno attraversato fasi alterne. Dopo un periodo di sanzioni e tensioni, si è stabilito un rapporto pragmatico, definito “nulla di personale, solo affari”. Tuttavia, il ricordo del Su-24 ha reso la Russia più prudente, evitando di offrire “il fianco” alla Turchia, pur mantenendo una relazione ambivalente.
Gli scontri indiretti tra i due Paesi si sono estesi anche alla Libia, dove il gruppo Wagner e mercenari turchi si sono trovati su fronti opposti durante il conflitto per il controllo di Tripoli. Questi episodi evidenziano la natura complessa delle relazioni tra Mosca ed Erdogan, in cui rivalità geopolitiche e cooperazione economica convivono.
Gli errori di Assad e il ruolo degli Stati Uniti
Il presidente siriano Assad, pur essendo forse la scelta migliore per una Siria in crisi, ha commesso errori strategici significativi, tra cui la mancata apertura verso i curdi e altre minoranze. Questo ha portato i curdi a stringere legami più forti con gli Stati Uniti, mentre la crisi economica interna ha ulteriormente indebolito il sostegno popolare.
Nel frattempo, Erdogan ha sfruttato il momento, siglando un accordo con gli Stati Uniti e spostando le sue forze verso Aleppo, ignorando gli interessi russi. La Russia, impegnata nella ristrutturazione del proprio esercito e con risorse limitate, ha mostrato difficoltà a reagire in modo tempestivo.
Considerazioni
La Siria è oggi il teatro di un conflitto complesso, influenzato da molteplici interessi internazionali. Mentre la Turchia considera la Siria come parte della sua storica area di influenza, gli Stati Uniti e Israele giocano un ruolo chiave nella destabilizzazione della regione. Questo scenario, alimentato da divisioni interne e rivalità globali, continua a impedire qualsiasi prospettiva di stabilità duratura.