Turchia Vs. Siria – Nonostante dolorosi sacrifici, l’esercito siriano ha recuperato tutto il territorio perduto

Continuano gli scontri tra esercito turco che supportano i jihadisti e l’esercito siriano che combatte sul proprio territorio. In generale, entrambe le parti non si aspettavano un tale sviluppo.
Secondo fonti militari siriane, le perdite (riferite solo all’esercito turco), in poco più di 24 ore sono state tra i 62 morti, 96 feriti, 5 carri armati, 10 carri armati, 10 blindati leggeri,  più di 13 UAV di grandi dimensioni (6 UAV Anka e 7 UAV Bayrakart costo $ 20-30 milioni cadauno).

La situazione è sempre liquida, c’è una divisione turca intera ferma a Idlib che attende ordini. Tuttavia, per ora, se fotografiamo la situazione, sembra invariata sul terreno. Certamente, tutto questo, nonostante le pesanti perdite subite da entrambe le parti.
Però il vantaggio turco da questa folle avventura sembra inesistente. Infatti, se osserviamo le seguenti cartine, vediamo chiaramente evidenziata la progressione del conflitto: prima dell’intervento diretto turco (mappa 1) e dopo l’intervento (mappa 2).

Prima  “l’invasione” dei turchi:

map 1

Dopo “l’invasione” dei turchi:

map2

E’ triste fare misurazioni in termini di calcoli numerici – ma con il dovuto rispetto per i caduti da entrambi le parti (anche quello turco è un esercito di leva che subisce le bizzarie di un pazzo) e le sofferenze dei civili  – non sembra che l’esercito siriano abbia perso territorio, anzi.
Come vedete visualizzato nei numeri sulle cartine – di ISW News.com -, il   territorio riconquistato da SAA è passato dai 2052 km2 a 2345 km2 . Il che equivale complessivamente ad una differenza in positivo di 293 km2 per SAA.

Quindi, riassumendo:

Allo stato attuale l’offensiva turca non è riuscita a riprendere la cittadina di Serakiq su cui si erano concentrate la maggior parte delle forze di attacco. Secondo alcune fonti, le perdite turche sono intorno ai 160 soldati tra forze speciali e militari. A questa cifra si aggiungerebbero intorno ai 300/400 feriti.

Anche le perdite di droni armati (UAV) tra i turchi sono molto significative, soprattutto considerando che in Libia, LNA (le forze del gen. Haftar) hanno anche abbattuto diversi droni turchi e bombardato magazzini e hangar vicino all’aeroporto di Mitiga a Tripoli con questi UAV turchi. Secondo alcune fonti ben informate metà di tutti i loro droni pesanti sono stati persi dai turchi in un paio di settimane.

Anche la situazione tra le milizie jihadiste è peggiorata. L’organico dei militanti è diminuito in modo significativo rispetto a metà febbraio. I turchi sono costretti a tappare i i buchi che si sono venuti a creare fornendo loro più attrezzature.

Sul piano internazionale Erdogan adesso ha praticamente contro tutti i vicini tranne forse Israele ma c’è un conflitto riguardo la Palestina ed altre questioni come la capitale. In questo senso dobbiamo dire che Erdogan è riuscito ad inimicarsi anche l’Europa a cui vuole trasferire 130.000 rifugiati (vedi qui il giudizio di padre Daniel).

Intanto in patria l’opposizione turca sta protestando apertamente contro Erdogan, fino ad insultarlo (vedi qui) e anche la divisione nella società turca si è intensificata, il Sultano sta rapidamente perdendo popolarità.

Anche in Libia per i turchi sta andando male. Le forze di Serraj da quando sono intervenuti i turchi subiscono più perdite e hanno perso ulteriormente terreno.

Attendiamo ora, per oggi (è ormai il giorno 5 marzo), cosa sortirà fuori dai negoziati che intraprenderanno i capi di stato della Russia e della Turchia a Mosca.

@vietatoparlare

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