Com’è la situazione dei conti italiani oggi? Quali prospettive per il futuro? Ne parla Gilberto Trombetta su il Vaso di Pandora:
Questo un suo precedente contributo tramite FB su dati ISTAT II trim. 2020:
Com’è la situazione dei conti italiani oggi? Quali prospettive per il futuro? Ne parla Gilberto Trombetta su il Vaso di Pandora:
Questo un suo precedente contributo tramite FB su dati ISTAT II trim. 2020:
L’autore dell’articolo, il dott. Paolo Gulisano, svela tutto quello che non ci hanno detto sul Coronavirus mentre il video dal titolo “Hai paura del Coronavirus?” sullo stesso argomento video dura 1 ora e 46 minuti. Non mancate soprattutto di vedere soprattutto l’esperienza che il dottore racconta dal minuto 22 , questo resetta letteralmente tutto il nostro sentire comune.
@vietatoparlare
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di Dott. Paolo Gulisano, epidemiologo
Sono in corso grandi manovre nella Sanità italiana, manovre che dovrebbero portare a radicali trasformazioni dell’assistenza sanitaria, in particolare quella ospedaliera. Per operare una rivoluzione di questo tipo, è necessaria una giustificazione incontrovertibile, e questa si chiama Covid. Per questo l’epidemia non deve finire. Per questo si è arrivati a fare 100.000 tamponi al giorno, un numero impressionante. Un numero che garantisce – avendo una percentuale di positivi dell’1 per cento, di arrivare alla soglia – molto significativa dal punto di vista psicologico – dei mille “contagiati” al giorno enfatizzati a dovere dai media di regime.
Il Covid – ha detto qualcuno – è l’unica malattia dove sono i medici (o meglio il sistema sanitario) a cercare i malati e non viceversa. I numeri garantiscono il perpetrarsi della paura. Paura di una malattia curabilissima, che fa pochissime vittime. Già, potrebbe dire qualcuno, ma in precedenza le ha fatte: 35.000 morti. La guerra delle cifre vede in posizione dominante chi detiene le leve principali dell’informazione, ma verità scomode sembrano emergere come un fiume carsico.
IL GRANDE CALDERONE DEL COVID
Da tempo si discute di quanti siano effettivamente i morti a causa del Covid, rispetto a coloro che sono deceduti con il Covid come concausa, magari in una situazione di pregresse gravi patologie croniche. Stanno ora emergendo altri aspetti problematici, legati anche alle modalità con cui vengono redatti i certificati di morte: casi semplicemente sospetti, non confermati da test sierologici o da tamponi, vengono comunque classificati come Covid (come documentiamo con questa foto di un certificato di morte redatto dall’Asl 4 di Genova). Su che base? Di sintomi “suggestivi” di infezione da Covid.
Insomma, qualunque polmonite, provocata da altri agenti microbici, finisce nel grande calderone del Covid. Nelle scorse settimane il presidente dell’Istat, l’ente nazionale di statistica, aveva sottolineato che i morti di Covid nel mese di marzo erano di numero inferiore a quello dei deceduti nei due anni precedenti per altre polmoniti. Insomma: il sospetto, più che giustificato, è che si siano voluti gonfiare i dati del Covid “rinforzandoli” con quelli di altre patologie respiratorie, e non solo.
Ora si sta cercando di aumentare ulteriormente queste cifre: il Ministero della Sanità infatti ha dato l’indicazione di annoverare tra i morti di Covid anche coloro che mesi dopo la malattia, dalla quale erano guariti, sono poi deceduti per altra causa. Insomma: ad una persona viene un infarto, un ictus, ma se a marzo aveva fatto il Covid la causa di morte deve essere considerata questa.
PRESSIONE PSICOLOGICA SULLA POPOLAZIONE
Il mantenimento di uno stato altissimo di pressione psicologica sulla popolazione ha diversi obiettivi, tra i quali – dicevamo – quello di cambiare il volto della Sanità pubblica. Da mesi nei nostri ospedali interi reparti sono chiusi, l’attività chirurgica sospesa o ridotta, la diagnostica ridimensionata. Sono indicazioni che vengono dal governo: tenere liberi migliaia di posti letto in vista di potenziali aumentati afflussi di pazienti. In realtà, con la politica del terrore, ciò che accadrà a breve, a cominciare dai primi raffreddori di inizio autunno, sarà un assalto agli ospedali, ai Pronto Soccorso, di persone affette da patologie banalissime ma che avranno il terrore, con un po’ di rialzo febbrile o qualche colpo di tosse, di avere il Covid. E dovranno essere comunque visitati, trattenuti in osservazione qualche ora, sottoposti a tampone. Un dispendio enorme di tempo del personale e di risorse economiche. E intanto le attività cliniche e diagnostiche per patologie importanti subiranno rallentamenti e difficoltà con conseguenze gravissime.
Sicuramente il sovraffollamento – si badi bene, dei Pronto Soccorso, non dei reparti- verrà usato mediaticamente in un circolo vizioso della paura, che utilizzerà le fasce più deboli, più spaventate, più impressionabili della popolazione per far vedere che il virus è ancora in agguato, pronto a diventare seconda, terza, ennesima ondata.
Gli ospedali si trasformeranno in enormi poliambulatori dedicati a quelli che saranno, nella stragrande maggioranza, dei “codici bianchi” che potrebbero essere trattati dalla rete di Medicina territoriale, dai Medici di Medicina Generale. Avremo ospedali trasformati in “Covid Centers”, che metteranno a rischio l’eccellenza raggiunta con fatica e tempo dall’assistenza ospedaliera.
Uno scenario da incubo, che dovrebbe essere assolutamente evitato.
Oggi l’Istituto Luce (la stampa dominate) esulta compatto per la grande vittoria di Conte dell’Italia.
Vediamola dati alla mano questa grande vittoria dell’Italia.
I sussidi sono scesi dai 500 miliardi iniziali a 390. Sostituiti, ovviamente, da un considerevole aumento della quota prestiti (a cui si potrà accedere solo dopo l’uso dei sussidi, quindi non prima del 2024).
Per quanto riguarda i sussidi, all’Italia ne dovrebbero arrivare una cifra compresa tra i 68 e gli 82 miliardi. Erogati tra il 2021 e il 2024, nella “migliore” delle ipotesi.
Cioè una somma equivalente circa all’1% del nostro PIL a fronte di un crollo, solo quest’anno, di almeno il 12%.
Sussidi che non sono a fondo perduto poiché a partire dal 2026 andranno restituiti.
O con l’aumento del contributo al bilancio europeo da parte dell’Italia o con una maggiore imposizione fiscale.
L’uso di questi sussidi è legato inoltre a condizioni vincolanti almeno quanto quelle del MES. Insomma dobbiamo fare le riforme: aumento dell’età pensionabile e taglio delle stesse, taglio dei diritti dei lavoratori e dei salari, taglio e privatizzazione del SSN, taglio del restante stato sociale.
Altrimenti basterà il veto di un qualsiasi Paese per sospenderne l’erogazione.
Quindi si tratta di un Recovery MES più che di un Recovery fund.
Ci hanno portato la troika in casa insomma.
In cambio però pagheremo anche per gli sconti fiscali (rebates) di contributo al bilancio UE di cui usufruiranno altri Paesi.
Più nel dettaglio, ogni anno e almeno fino al 2027, la Germania (maggiore beneficiaria, come al solito) risparmierà 3,671 miliardi di euro, l’Olanda 1,921 miliardi, la Svezia 1,069 miliardi, l’Austria 565 milioni e la Danimarca 377 milioni.
Lasceranno però a noi la scelta su cosa tagliare e le nuove imposte da applicare per aumentare il già trentennale avanzo primario per contribuire (rimborsare) al Recovery MES, mentre per quanto riguarderà la sempre minore spesa pubblica, dovrà passare tutto per l’approvazione di Bruxelles.
Questo è quello che Conte e la stampa di regime fanno passare come una vittoria storica per il Paese.
Il completo assoggettamento a potenze straniere del Paese e la sua definitiva morte economica.
da https://glindifferenti.it/recoverymes/4381/
Da The Guardian: “Il Vaticano non ha fornito una motivazione per le dimissioni di Becciu ma è arrivata prima della pubblicazione di un’indagine del settimanale italiano L’Espresso in cui si presumeva avesse donato almeno 600.000 euro (550.000 sterline) a una cooperativa di beneficenza gestita da uno di loro. dei suoi fratelli in Sardegna.
Becciu, che fino al 2018 è stato vice segretario di Stato, una delle posizioni più potenti in Vaticano, è stato anche coinvolto in un accordo controverso in cui il segretariato ha utilizzato i soldi della chiesa per acquistare un edificio di lusso a Londra come investimento.
La rinuncia al diritto di partecipare a un’enclave che elegge il prossimo Papa suggerisce che le ragioni di una dimissione o di un licenziamento sono gravi. L’ultima volta che ciò è accaduto è stato nel 2018, quando il cardinale statunitense Theodore McCarrick è stato accusato di abusi sessuali sui bambini”.
Il card Becciu ha annunciato querele, quindi aspettiamo per giudicare cosa è successo. Al fondo è innegabile che “esiste un problema della gestione del denaro nella casa del Papa e questo provoca tanto dolore nei credenti” dice Aldo Maria Valli.
Poi andrebbe chiarito di quello che è chiamato ‘il conto personale del Papa”, di questo Aldo Maria Valli dice “posso anche sbagliarmi , ma in base ai primi riscontri che ho cercato, in precedenza nella disponibilità dei precedenti papi non esistevano conti personali”.
@vietatoparlare
Il normale strumento di finanziamento di uno Stato è rappresentato dalla collocazione dei titoli del debito pubblico sul mercato primario (i titoli di stato battuti mensilmente dal Tesoro), con una Banca centrale a garanzia che funga da prestatrice illimitata di ultima istanza. Esattamente come avviene negli Stati Uniti d’America, in Giappone e in Gran Bretagna. A dire il vero, seppur limitato al mercato secondario (per i titoli già in circolazione, oggetto di trattative tra privati), è ciò che sta facendo anche la Banca centrale europea negli ultimi anni.
Quel debito rappresentato dai titoli di stato, con una banca centrale a garanzia, in sostanza non è debito. Semmai, nella peggiore delle ipotesi, lo Stato non restituisce mai il capitale, ma solo gli interessi. Se dopo dieci anni l’investitore rivuole il capitale, lo Stato rivende quel titolo ad un altro investitore, cosicché l’esborso in conto capitale è zero. Idem se l’investitore rinnova il titolo. In entrambi i casi lo Stato paga solo gli interessi.
Con la formula dei prestiti, invece, la musica cambia. Che si chiami MES o Recovery Fund, il meccanismo è più o meno lo stesso. Lo Stato prima si indebita e poi deve restituire i soldi presi in prestito fino all’ultimo centesimo.
(…) Eppure la soluzione più ragionevole era a portata di mano: l’Italia avrebbe potuto collocare tutti i titoli di stato necessari sul mercato primario, con garanzia della Bce (come di fatto sta avvenendo sul mercato secondario dall’inizio della pandemia). Non vi sarebbe stata alcuna sorveglianza da parte di nessuno e nessuna riforma ci sarebbe stata imposta. E soprattutto – nella sostanza – non ci saremmo indebitati (per i motivi spiegati sopra). Ma qualcuno, sia fuori che in casa, ha voluto che all’Italia fosse messo un cappio al collo per almeno i prossimi vent’anni. (da Scenari Economici – https://scenarieconomici.it/il-recovery-fund-e-un-mes-che-ce-lha-fatta-ecco-come-funziona-di-giuseppe-palma/)
Nel video l’on Claudio Borghi della Lega, economista e profondo conoscitore del mondo finanziario, approfondisce con una immagine molto efficace (e con un aneddoto) le magie messe in atto dai nuovi stregoni.
Anche se ormai la cosa è fatta, vale la pena essere del tutto consapevoli di cosa succede. La libertà è soprattutto nella conoscenza piuttosto che nel verificarsi di un evento rispetto ad un altro.
@vietatoparlare
L’Italia è da 15 anni il quarto paese fra quelli che in gergo si chiamano “contributori netti”, che cioè garantiscono al budget dell’UE più soldi di quanti ne ricevono.
Perciò “la realtà è che qualsiasi tentativo di distribuire sovvenzioni in Europa, ci vedrebbe contribuenti e non beneficiari. Per il resto ci sono i prestiti, col guinzaglio del creditore privilegiato. Che essi siano erogati dal MES, dal SURE, dalla Commissione o da un nuovo veicolo finanziario, la sostanza non cambia. Saranno sempre assistiti da un pacchetto di condizioni, peraltro legittime dal punto di vista del creditore e dei Trattati, e metteranno definitivamente sotto tutela il nostro Paese. Ed è proprio lì che ci stanno portando”. (cit. Federico Punzi – Atlantico Quotidiano ).
Ci si aspetterebbe allora che nel un momento storico in cui siamo – che corrisponde ad una recessione senza precedenti – almeno la Commissione Europea consentisse che quanto abbiamo versato ci fosse restituito ‘GRANTS” gratis, che ci fosse restituito semplicemente. Ma non è così e Conte. tutte le proposte di aiuto che la UE ci propone sono costituiti da prestiti gravati da interessi. Per cui non ci vuole molto a capire che il nostro rappresentante alle trattative europee ha le idee molte confuse, mentre Gualtieri non si capisce bene da che parte sta.
Per capire nel dettaglio ed in maniera chiara la vicenda, è chiarificatrice l’intervista di Vaso di Pandora condotta Carlo Savegnago a THOMAS FAZI (giornalista e scrittore su temi di economia e politica): spiega per filo e per segno e senza infingimenti perchè Conte sta operando nelle trattative con la UE in tema di fondi europei in maniera del tutto irrazionale e controproducente.
E’ una intervista che consiglio vedere per districarsi tra i tanti depistamenti dei media mainstream che stanno svolgendo un lavoro molto disonesto in questo particolare contesto storico, dove i cittadini andrebbero adeguatamente informati.
patrizioricci by @vietatoparlare
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Sponsor della trasmissione:
Antenore Energia www.antenore.it “Luce e gas a misura d’uomo”
Cashmere Company www.cashmere-company.it “Professionisti del cashmere dal 1970”
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