Le 300 Hiroschima d’Italia – L’Italia trasgredisce il trattato di non -proliferazione nucleare

Stanno per arrivare in Italia le nuove bombe nucleari statunitensi B6112, che sostituiscono le precedenti B61. Lo conferma autorevolmente da Washington, con prove documentate, la Federazione degli scienziati americani (Fas). Lo scienziato nucleare Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project alla Fas, scrive che è in corso a tale scopo l’upgrade della base della U.S. Air Force ad Aviano (Pordenone) e di quella di Ghedi Torre (Brescia).

[su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=VVPzLePWsus” class=” https://youtu.be/mebu5_3AN40″][su_youtube_advanced url=”https://www.youtube.com/watch?v=5fZ7Qn15IDY”]https://www.youtube.com/watch?v=9GhanDw51xM[/su_youtube_advanced]

Lo prova una foto satellitare, che mostra la costruzione ad Aviano di una doppia barriera attorno a 12 bunker con copertura a volta, dove gli F16C/Ds della 31 Fighter Wing Usa sono pronti al decollo con le bombe st nucleari.

Analoghi preparativi sono in corso nella base aerea tedesca di Buchel, dove si stanno ristrutturando le piste, dotandole di nuove strumentazioni: documenti del Pentagono, citati dalla televisione pubblica tedesca Zdf, mostrano che la base sta per ricevere le nuove bombe nucleari B6112. Lo stesso – documenta la Fas – avviene nella base aerea turca di Incirlic, dove sono in corso lavori per rafforzare «l’area Nato» dotata di 21 bunker, che accoglierà le nuove bombe nucleari. Si stanno rafforzando anche le basi nucleari in Belgio e Olanda, in attesa della B6112, testata lo scorso luglio nel poligono di Tonopah in Nevada, dove si svolgeranno entro l’anno gli altri due test necessari per la messa a punto della bomba.

Non si sa quante B6112 sarannno schierate in Europa e Turchia.
Secondo le ultime stime della Fas, gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante effettivamente siano: ad Aviano, ad esempio, ci sono 18 bunker in grado di stoccarne oltre 70.
Tantomeno si sa quante bombe nucleari si trovino a bordo delle portaerei Usa nei porti e nelle acque territoriali europee. Il programma del Pentagono prevede la costruzione di 400-500 B6112, con un costo di 8-12 miliardi di dollari. Importante non è però solo l’aspetto quantitativo.

Intervistato dalla Zdf, Hans Kristensen conferma quanto scriviamo da anni (vedi il manifesto, 23 aprile 2013 (http://www.ilmanifesto.info /f35voltafacciaatomicodiobama/)): quella che arriverà tra non molto in Italia e in altri paesi europei, non è una semplice versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare polivalente, che sostituirà le bombe B613, -4, -7, -10 nell’attuale arsenale nucleare Usa.

La B6112, con una potenza media di 50 kiloton (circa il quadruplo della bomba di Hiroshima), svolgerà quindi la funzione di più bombe, comprese quelle penetranti progettate per «decapitare» il paese nemico, distruggendo i bunker dei centri di comando e altre strutture sotterranee in un first strike nucleare. A differenza delle B61 sganciate in verticale sull’obiettivo, le B6112 vengono sganciate a grande distanza (circa 100 km) e si dirigono verso l’obiettivo guidate da un sistema satellitare. Si cancella così, in gran parte, la differenza tra armi nucleari strategiche a lungo raggio e armi tattiche a corto raggio.

Nell’intervista alla Zdf, il direttore del Nuclear Information Project della Fas dichiara che gli alleati europei (Italia compresa), consultati da Washington, hanno approvato lo schieramento in Europa delle bombe nucleari Usa B6112. Anche la Germania, nonostante che il Bundestag avesse deciso nel 2009 che gli Usa ritirassero tutte le loro armi nucleari dal territorio tedesco.
L’ex sottosegretario di Stato tedesco Willy Wimmer (già portavoce per la Difesa nella Cdu, lo stesso partito della cancelliera Merkel, la quale ha ignorato la decisione del Bundestag), ha dichiarato che lo schieramento delle nuove bombe nucleari Usa in Germania costituisce «una consapevole provocazione contro il nostro vicino russo». Non c’è quindi da stupirsi che la Russia prenda delle contromisure.

Alexander Neu, parlamentare di Die Linke, ha denunciato che la presenza dell’arsenale nucleare Usa in Germania viola il Trattato di nonproliferazione delle armi nucleari. Ciò vale anche per l’Italia.
Gli Stati uniti, quale Stato in possesso di armi nucleari, sono obbligati dal Trattato a non trasferirle ad altri (Art. 1). Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia, quali stati nonnucleari, hanno l’obbligo di non riceverle da chicchessia (Art. 2). Per di più, nel 1999, gli alleati europei firmarono un accordo (sottoscritto dal premier D’Alema senza sottoporlo al Parlamento) sulla «pianificazione nucleare collettiva» della Nato, in cui si stabilisce che «l’Alleanza conserverà forze nucleari adeguate in Europa».

Hans Kristensen conferma, inoltre, che a Ghedi Torre sono stoccate le bombe nucleari Usa «per i Tornado italiani». Piloti italiani, analogamente a quelli degli altri paesi che ospitano tali bombe, vengono addestrati all’attacco nucleare sotto comando Usa. Non a caso l’esercitazione Nato di guerra nucleare, la Steadfast Noon, si è svolta nel 2013 ad Aviano e nel 2014 a GhediTorre. A quest’ultima hanno partecipato anche cacciabombardieri F16 polacchi.

Poiché a fornire le bombe nucleari ci pensano gli Usa, i paesi che le ospitano si accollano (per i due terzi o totalmente) le spese per il mantenimento e l’upgrade delle basi. Paghiamo così, anche economicamente, la «sicurezza» che ci foniscono gli Usa schierando in Europa le loro armi nucleari.

Megachip

Direttore della DIA ad al Jazeera: ”ISIS l’abbiamo inventata noi” – YouTube

Tutti ora ci si schiera contro l’ISIS ora ma l’ISIS l’ha creato gli Stati Uniti d’America ed i propri alleati, compreso la Francia.

Lo ha detto molte volte pubblicamente il vescovo di Aleppo Abou Kazen, qualcuno gli avrà creduto e qualcuno avrà pensato ‘è un vescovo ma non è avvezzo a trattare cose militari’… infatti sui media le sue dichiarazioni sono passate subito, sono durate lo spazio di una serata, mai sono state riportate come termine di confronto nelle tavole rotonde degli ‘esperti’ che affollano le trasmissioni TV in questi giorni convulsi…

Ma benchè non si sia prestata la dovuta attenzione la cosa è tremendamente seria. Se si cerca fino all’ultimo terrorista, se si cerca la mente del gruppo di fuoco, tanto più si dovrebbe cercare il mandante, chi ha permesso la nascita stessa di ISIS!

Ebbene è sconcertante che il mandante non è un mistero. Hillary Clinton lo ha ripetuto in più occasioni. Quindi il vescovo Abou Kazen dice il vero: ci sono documenti e ci sono state pubbliche dichiarazioni rilasciate da parte dei massimi responsabili dell’amministrazione statunitense: l’amministrazione USA è direttamente responsabile della nascita di ISIS.

Vi mostro due documenti, questo è il primo (l’altro lo vedete alla fine dell’articolo):

https://www.youtube.com/watch?v=SG3j8OYKgn4

Dal minuto 8 al 13 in questo video il direttore della DIA Michael Flynn ammette che l’amministrazione OBAMA ha consapevolmente armato ISIS.
Egli dice anche che è impossibile distruggere ISIS perchè cambierà nome
(di questo ci occuperemo un altra volta: visto che quando trattasi di formazioni salafite, dire ‘ribelli moderati’ e ‘terroristi’, è una contraddizione in termini?).

Focalizziamo l’attenzione per ora sulla responsabilità USA (e quindi dei suoi alleati) nel supporto fornito ad ISIS. E guardando sulla TV i reportage sugli attacchi ISIS alla Francia chiedetevi una cosa:

[su_quote style=”flat-light”]se non è giusto il terrorismo di ISIS in Francia ed i Europa, perchè è giusto averlo favorito in altri paesi?

ed ancora:

se sono orrendi gli attentati di Parigi perchè non vengono considerati nello stesso modo altrove (ed addirittura ivi sono facilitati)?

ed ancora:

perchè altre formazioni terroristiche che operano in Siria utilizzando gli stessi metodi di ISIS non sono allo stesso modo condannati e sanzionati?[/su_quote]

E’ su questa risposta che si gioca la legittimità dei nostri governi. Ma per distogliere l’attenzione su questo punto, essi richiamano con la paura ai sentimenti di unità nazionale. Lo fanno per distogliere l’attenzione sul loro operato. Sulla loro connivenza con il terrorismo che finchè era solo là, andava bene.

Il progetto da cui è nato il mondo del caos in Siria non lo hanno ancora accantonato. Vogliono distruggere lo strumento che intendevano utilizzare contro i siriani ma che si è rivoltato contro, colpendo al cuore di Parigi.

Gli errori sono davanti agli occhi. Addirittura video di pubbliche ammissioni sono sotto agli occhi di tutti ma inusitatamente, la pace in Siria ancora non trova un accordo unanime . La ragione è che il motivo per cui tutto questo è successo, il motivo per cui la Siria è in fiamme è che ad alcune potenze occorreva un ‘regime change’ e ora se ISIS non funge allo scopo si reperiranno altri metodi, …se è proprio necessario, il negoziato: la pace come ultima carta da giocare. Naturalmente non una pace piena ma un compromesso che salvaguardi certe ‘priorità’… Il piacere di aver almeno piegato l’avversario e poterlo controllare in futuro.

E’ da leggere in questo senso tanta insistenza nel voler veder via Assad. Ed è per completare questo progetto che deve andare via in fretta. Non che mi importi della sua permanenza ma capire questo, insisto, è cruciale: si potrebbe lasciar decidere alla gente quale rappresentante eleggere e perciò è evidente che questa insistenza isterica butta un’ombra inquietante sulla sincerità di questi interlocutori…

C’è solo una ragione di tanta foga quando si spinge fino al punto di essere disposti a pagare il prezzo della morte di un popolo e della sua devastazione: è esaudire il desiderio dell’Arabia Saudita di portare il wahabismo, ossia la stessa ideologia religiosa di ISIS.

Pensateci, poi ditemi se vedete le cose in un altro modo. Se i media non discutono di queste cose vuol dire che trattano di aria fritta. Cosa serve parlare dei particolari delle operazioni antiterrorismo e mandare in onda 5 ore di diretta senza centrare il problema, il guasto che genera il male? Cosa serve la riforma costituzionale proposta da Hollande e restringere le libertà dei cittadini, senza essere prima giudicati sul proprio procedere? A cosa serve mobilitare l’esercito e sfoderare le unghie senza decidere mutare di una virgola (neanche in prospettiva)  la propria mentalità sulla vita, sulla convivenza con altri popoli, sull’uso delle armi e delle ‘utili’ insurrezioni in altri paesi?

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

video correlato: gen Wesley Clark fa la stessa ammissione :

https://www.youtube.com/watch?v=QHLqaSZPe98

vedi anche , sulle collusioni dei servizi segreti francesi: http://piccolenote.ilgiornale.it/25900/i-servizi-e-la-strage-di-parigi

SOS CRISTIANI IRAQ – Prima e dopo l’ISIS.

[su_panel]Propongo un bellissimo video della Onlus ‘Umanitaria Padana’ la cui responsabile conosco personalmente e fa le cose seriamente perchè ci crede. Per questo rilancio anche la loro proposta di assistenza. Il video vi consiglio di vederlo , è bello e commovente.

Nella valle di Ninive i cristiani erano confluiti da tutto l’Iraq dopo le persecuzioni sopravvenute dopo le guerre americane del Golfo dovute alla settarizzazione del paese. Successivamente i cristiani sono stati cacciati dalle loro case da ISIS. Il video mostra prima e dopo l’avvento dei terroristi islamisti. Vediamo la ricchezza e la bellezza che si va perdendo in quei luoghi santi, benedetti da Dio e disprezzati dagli uomini.

Vietato Parlare
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Arriverà un giorno – vicino o lontano a noi non è dato di sapere, ma è certo che arriverà – in cui la storia guarderà indietro e punterà il dito contro coloro che pur avendo guardato non hanno visto e pur avendo ascoltato non hanno sentito, contro coloro che pur potendo parlare non hanno parlato e contro coloro che pur potendo agire non hanno agito.

Questo video è stato presentato la prima volta durante il Convegno:”Genocidio dei Cristiani, la Jihad da Oriente a Casa nostra” organizzato da Umanitaria Padana Onlus e Associazione Pakistani Cristiani in Italia presso la Camera dei Deputati, in collaborazione con l’On.Marco Rondini e altri Parlamentari italiani.

Il video si compone di due parti:

– la prima girata nell’aprile 2011 a Baghdeda (più conosciuta col nome turco Qaraqosh), antico villaggio siriaco cristiano della Piana di Ninive, durante i festeggiamenti per l’ordinazione episcopale dei nuovi Vescovi sirocattolici di Mosul e di Baghdad e per la Domenica delle Palme;

– la seconda girata nel settembre 2015 ad Ainkawa/Erbil e infine ad Aqrah, nel Kurdistan iracheno, dove gli abitanti di Baghdeda e degli altri villaggi cristiani della Piana di Ninive sono dovuti fuggire in una notte senza nulla, a seguito dell’occupazione da parte del Daesh (anche detto ISIS).

Oggi Baghdeda/Qaraqosh è in mano all’ISIS che ne ha distrutte le chiese e tutti i simboli cristiani.
In questa tragedia centinaia di migliaia di Cristiani hanno perso tutto, tranne la loro fede.

L’Umanitaria Padana Onlus sta aiutando i Cristiani profughi nel Kurdistan iracheno sostenendo progetti di assistenza in collaborazione con la Diocesi Siro Cattolica di Mosul, Kirkuk e Kurdistan.

Per aiutarci ad aiutarli, potete contribuire con un versamento su:

Bollettino postale: 80170350

IBAN: IT14 W050 15229 00000 00000 5080

Causale: SOS CRISTIANI IRAQ

FireShot Pro Screen Capture #078 - 'SOS CRISTIANI IRAQ - Prima e dopo l'ISIS

“Cizre’de Katliam Var – Il massacro di Cizre” – Trailer on Vimeo

Si susseguono in Turchia violazioni dei diritti umani contro le minoranze, dei fatti di Cizre il più assoluto silenzio, come del resto per gli armeni a Kessab

Vietato Parlare

12.9.2015  da ‘diritti globali’

Il lea­der del Par­tito demo­cra­tico dei Popoli (Hdp) Sela­hat­tin Demir­tas è entrato a Cizre ieri mat­tina. Hanno avuto effetto gli appelli del Con­si­glio d’Europa alle auto­rità tur­che per­ché met­tes­sero fine allo stato di asse­dio che durava da nove giorni nella città del Kur­di­stan turco.

Tre giorni fa la dele­ga­zione Hdp era stata fer­mata dalle forze di sicu­rezza tur­che che ave­vano impe­dito a par­la­men­tari e ai mini­stri di entrare nella loca­lità roc­ca­forte del par­tito, sotto asse­dio da nove giorni. Secondo le auto­rità tur­che molti gio­vani di Cizre hanno ini­ziato a com­bat­tere con il par­tito dei lavo­ra­tori del Kur­di­stan (Pkk). Anche alcuni dei due­cento avvo­cati tur­chi e kurdi delle asso­cia­zioni tur­che per la difesa dei diritti umani Ohd e Chdali, sono potuti entrare ieri a Cizre, tra loro l’italiana Bar­bara Spi­nelli (omo­nima della depu­tata euro­pea) dell’Associazione euro­pea per i diritti umani e la demo­cra­zia, che abbiamo rag­giunto telefonicamente.

«È in corso una vio­la­zione siste­ma­tica dei diritti umani», ha costa­tato l’avvocato che ha fati­cato non poco per poter entrare in quella che Demir­tas ha ribat­tez­zato la «nostra Kobane». Siamo arri­vati nella città di Medyat (300 chi­lo­me­tri da Cizre, ndr), e poi siamo stati bloc­cati», ci ha spie­gato l’avvocato che abbiamo rag­giunto al tele­fono a Diyar­ba­kir. Nono­stante ciò, hanno pro­se­guito la mar­cia tra le cam­pa­gne incon­trando vari sit-in e bloc­chi per strada, orga­niz­zati dalla popo­la­zione locale per pro­te­stare con­tro lo stato di asse­dio per­ma­nente della regione, avviato dalle forze di sicu­rezza tur­che dopo la cam­pa­gna anti-Pkk, annun­ciata lo scorso 24 luglio.

«Con mezzi di for­tuna siamo arri­vati a Idil. Di notte sen­ti­vamo spari con­ti­nui e ci spie­ga­vano che la poli­zia voleva spa­ven­tare la folla», ha pro­se­guito Spi­nelli. Da oggi le pro­te­ste non vio­lente dei kurdi di Cizre vanno avanti con pen­tole e uten­sili che bat­tono sulle rin­ghiere nelle ore della notte, come avve­niva durante le pro­te­ste di Gezi a Istan­bul (2013). «Siamo stati i primi ad entrare a Cizre que­sta mat­tina. Per nove giorni una città di 120mila abi­tanti è stata senza elet­tri­cità né acqua né inter­net con cec­chini appo­stati sui tetti delle case intorno alla sede di Hdp», ha aggiunto l’avvocato.

«Abbiamo assi­stito a scene di guerra. Blin­dati tur­chi impe­di­vano ai cit­ta­dini di uscire dalle loro abi­ta­zioni. Men­tre le strade del cen­tro sono state col­pite dai bom­bar­da­menti dei giorni scorsi», ha con­ti­nuato. «Nes­suna legge anti-terrorismo può giu­sti­fi­care que­sto. Abbiamo visto bam­bini malati che sono stati obbli­gati a bere acqua non pota­bile per­ché le con­dut­ture sono state cri­vel­late dai colpi dell’esercito turco», ha denun­ciato l’avvocato.

Cizre è stata in vera emer­genza sani­ta­ria per giorni, alcuni medici non hanno potuto rag­giun­gere gli ospe­dali per­ché non pote­vano lasciare le loro case a causa del copri­fuoco, men­tre alcune fami­glie non hanno potuto sep­pel­lire i loro figli: oltre trenta sono stati i morti tra i civili negli scon­tri inne­scati dall’uccisione di 31 tra mili­tari e poli­ziotti nella pro­vin­cia di Hak­kari da parte dei com­bat­tenti kurdi la scorsa set­ti­mana. «Quando è ini­ziato l’assedio molti medici si sono licen­ziati. Non c’erano dot­tori in città. Ci hanno anche ripor­tato due casi di ese­cu­zioni som­ma­rie: cit­ta­dini comuni uccisi dalla poli­zia per­ché ave­vano vio­lato il copri­fuoco», ha con­cluso la testi­mo­nianza Spi­nelli. Final­mente l’assedio di Cizre è finito ma si con­tano i danni e le vit­time di una vio­lenza anti-kurda che potrebbe accom­pa­gnare il paese fino alle ele­zioni anti­ci­pate del pros­simo primo novembre.