Esiste l’aggressione all’Ucraina, maturata dopo anni e anni di azioni spregiudicate ed una lunga fila di omissioni,, atteggiamenti ed azioni presuntuose da parte della Nato e dei paesi ad essa aderenti. E’ innegabile che la Russia è da tempo nel mirino e tante false flag sono state fatte per contenerla e per annichilire la propria economia, affinché non avvenisse alcuna integrazione con l’Europa. In definitiva, la Russia è stata trattata come una mucca da mungere solo per l’energia.
Ora con l’invasione dell’Ucraina da parte di 190.000 uomini – che sembra più una mossa disperata più che una vera invasione – la Russia ha provato a reagire, ma probabilmente nel modo sbagliato. Infatti, se un veloce blitz stile annessione della Crimea con la partecipazione della popolazione sarebbe stato ben accettato, una guerra prolungata , con la resistenza della popolazione, scardina le stesse motivazioni che l’hanno sospinta, ovvero quella della liberazione dalla nazificazione.
Ma vedremo cosa accadrà successivamente, perché per ora siamo avvolti ancora nelle nebbie della propaganda e l’informazione è molto diretta dai centri di potere, per la verità molto allenati durante la pandemia.
Dopo questa premessa, ciò che vi volevo far notare è la vera anomalia planetaria. Questa anomalia planetaria è che un solo stato pretende di dettare al resto del mondo ogni cosa, quale debbano essere le priorità, l’organizzazione interna degli altri paesi, i comportamenti per ogni stato. Questi comportamenti peraltro sono contraddistinti da una supremazia non motivata dalla giustezza delle proprie azioni.
Per capire di cosa parlo, basta guardare ciò che è successo oggi a Roma , nel contesto dell’incontro tra Cina e Stati Uniti.
L’incontro del consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan con il massimo diplomatico cinese e membro del Politburo Yang Jiechi a Roma, prometteva di essere un momento decisivo per la politica mondiale.
Ieri Sullivan aveva già preventivamente minacciato la Cina in un’intervista alla CNN. Ha detto: “Stiamo comunicando direttamente, in privato a Pechino, che ci saranno assolutamente conseguenze per gli sforzi di evasione delle sanzioni su larga scala o il sostegno alla Russia per riempirli. Non permetteremo che ciò vada avanti e consentiremo che ci sia un’ancora di salvezza per la Russia da queste sanzioni economiche da qualsiasi paese, in qualsiasi parte del mondo”.
Ed oggi che è avvenuto l’incontro non è andato diversamente. In realtà, nel mezzo della crescente collaborazione tra Russia e Cina, “il presidente Xi Jinping e la leadership cinese sono un po’ preoccupati per ciò che vedono in Ucraina”. Non da ultimo per il “danno reputazionale che la loro stretta associazione con il presidente Putin potrebbe causare ” e anche perché la situazione in Ucraina ha avvicinato Usa ed Europa.
Questo è comprensibile.
Anche a me, la guerra in Ucraina mi angoscia tantissimo. Questo sia perché le conseguenze della guerra sono gravi, sia perché la Russia in molte occasioni si è ‘posta nel posto giusto della storia’, Però, ora la sue azioni mi appaiono molto nebulose anche se conosco molto bene i precedenti e le spinte ricevute per agire in modo reattivo e distruttivo.
Il punto è che le perdite devono essere minimizzate e si agisce militarmente solo quando la propria forza è preponderante. Infatti come dice il generale generale Sunzi, vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo a.C. nel più antico testo di arte militare esistente, un esercito ha il massimo risultato quando vince senza combattere.
Inoltre deve avere chiaro gli scopi e gli scopi devono essere realizzabili.
Quindi, è comprensibile la questione della Crimea, in cui tutto era molto chiaro e l’annessione rispondeva ad un sentimento prevalente nella popolazione.
E’ altrettanta chiara la vicenda del Donbass. Questa regione dell’Ucraina è popolata dalla maggior parte di persone che non parlano l’ucraino.
Ma meno comprensibile è la campagna in corso. Questo sia nelle motivazione che nel metodo. Per quando riguarda la motivazione, il diritto internazionale va da un’altra parte e rispondere all’aggressività della Nato che domina la maggior parte del mondo, con una guerra , è una impresa con esiti molto aleatori.
In secondo luogo, per quando riguarda il metodo; mi sembra abbastanza ovvio che l’operazione ( a maggior ragione se si definisce una ‘operazione’) va preparata in modo perfetto, mentre quella attuale richiede un sacrificio molto grande dall’una e dall’altra parte.
E’ presto per trarre delle conclusioni , ma l’opinione pubblica qui in Italia è tutta spostata contro la Russia, a volte fino al fanatismo e all’irragionevolezza, Quel che è peggio è che la classe politica agisce allo stesso modo e non in modo responsabile e pragmatico. Naturalmente queste cose sono prevedibili prima di avventurarsi in una impresa, anche se la si ritiene giusta e non procrastinabile.
Ma a fronte di queste considerazioni c’è poi la presa di posizione degli USA di fronte alla Cina. Non una richiesta alla Cina , ma l’imposizione di un diktat contrassegnato da arroganza e prepotenza senza limiti.
Ovviamente, questa azione non si può definire una azione ‘diplomatica’. E un supporto aperto ad una delle parti belligeranti e gli esiti non sono tardati a farsi notare.
L’attuale classe dirigente ucraina segue da vicino tutto questo lavorio e mentre promette che vuole trattare, fa dichiarazioni di segno opposto. Oggi infatti il ministro degli Esteri ucraino Kuleba che ha appena tenuto al massimo livello le trattative di pace con la Russia in Turchia, ha detto ai media che Putin deve morire e la Russia deve essere de-putinizzata.
E’ chiaro che questa volta la Russia si gioca tutto. Svanita la Russia dal contesto internazionale, tutto il mondo si giocherà la possibilità di un contenimento dei poteri finanziari globali che dirigono gli stessi Stati Uniti e la UE.
Decisamente Putin doveva giocarsela diversamente. Il gioco si vince finché non si mostrano le carte. E una volta mostrate le carte devono essere vincenti. Altrimenti occorre aspettare (o usare il soft power).
Qui il rammarico. Mi sarei aspettato una azione diversa, un aiuto alle popolazioni del Donbass, un’azione militare limitata a est del Dniepr. Questa, in un certo senso, sarebbe stata un’azione di prevenzione di un attacco al Donbass ed un’azione difensiva. Ma questa non la capisco proprio.
Come sempre, solo successivamente, i fatti ci diranno il senso di tutto questo, ma già l’aumento delle perdite è un dato. Alla fine il tutto servirà solo a unificare l’Ucraina.
A questo punto è necessaria una trattativa. Questa potrebbe avvenire immediatamente, se solo si volesse.
E’ responsabilità dell’occidente che questo avvenga. E’ responsabilità dell’occidente che mostri i valori che finora ha solo detto di avere.
Come far cessare questa guerra senza umiliare i morti in questo conflitto è semplice: bisogna obbligare un cessate il fuoco da entrambe le parti, un congelamento del conflitto. Poi l’Alleanza Atlantica deve rinunciare all’Ucraina. Deve farlo. E’ un atto di dignità , direi di riparazione. Perché finora ha solo messo benzina sul fuoco, solo i distratti non lo hanno visto.
E se si parla dell’autodeterminazione dei popoli, questo deve valere per tutti. La Crimea deve essere russa perché è russa. Mentre per il Donbass, la classe dirigente ucraina ha voluto perderlo.
Non vedo come , dopo migliaia di morti, questa regione possa essere ancora reclamata dall’Ucraina e non perché russa, ma perché la popolazione è stata trattata in modo orribilmente meschino. Sì, sicuramente il governo ha preparato per questa gente che vive nel territorio che ‘reclama’, un inferno.
Patrizio Ricci – VPNews