Ucraina – la battaglia di Bakhmut

Le forze ucraine, al momento, eseguono ancora l’ordine di tenere la città ad ogni costo, indipendentemente dalle perdite catastrofiche. Ma alcune delle unità di retroguardia e dei quartieri generali sono state ritirate, mentre munizioni e rinforzi continuano a essere trasferiti in città. 

La presa di Bakhmut è cruciale perché è la linea più fortificata sul fronte del Donbass. Se la Russia supera questo sbarramento, occupando posizioni più favorevoli (proseguendo verso ovest i centri abitati verso la direzione ovest diminuiscono drasticamente), potrà meglio fronteggiare gli attesi rinforzi di attrezzature NATO.

Rangeloni, reporter italiano che vive nel Donbass e che ha seguito le vicende di questa martoriata regione fin dall’inizio. Ovviamente, con testimonianze e video di fonti primarie, si scorge meglio quanto “la ragione” sostenuta dall’occidente sia preconcetta e quanto l’esperienza di singoli reporter indipendenti, relegata alle nicchie di “fonti alternative” sia in realtà più vicina alla percezione reale della gente. In questo caso, avendo visto molti reportage di Rangeloni, ho giudicato i suoi report come attendibili.

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Bakhmut [Artemovsk in russo], la città più antica del Donbass, fondata da Ivan il Terribile nel 1571 con lo scopo di creare una fortezza e proteggere il confine meridionale dello Stato russo, oggi è stata trasformata in una cittadella fortificata per volere dei comandi militari di Kiev che, nonostante le difficoltà e le enormi perdite, sembrano non volerne sapere di arretrare.

Dopo mesi di combattimenti in quel settore del fronte, da settimane l’iniziativa russa si è fatta più insistente. In ogni caso, pur dopo la pressione della Wagner sui fianchi della città -che ha portato alla conquista di Soledar, delle principali vie di rifornimento per l’esercito ucraino e di numerosi villaggi attorno a Bakhmut, dove correva la linea difensiva di Kiev- la questione non è ancora risolta.

artemosk
akhmut (Artemosk) sta per essere accerchiata, le frecce rappresentano le direttive dell’attacco russo

Nulla può far pensare a colpi di scena ed a possibili controffensive ucraine su Bakhmut a breve termine, la resa è solo questione di tempo. Ma di quanto tempo? In molti – sia all’interno del paese che tra i partner esteri – hanno consigliato a Zelensky di arretrare su una nuova linea difensiva meglio predisposta, affermando che la città non abbia valore strategico.

Da lunedì le autorità ucraine hanno disposto la chiusura della città per volontari e giornalisti, una scelta che è stata interpretata in diversi modi. C’è chi afferma che sia una misura per non svelare informazioni sensibili sul ritiro delle truppe dalla città, mentre altri affermano che, al contrario, Kiev stia inviando riserve fresche nel “tritacarne” di Bakhmut.

L’esercito ucraino – differentemente dalla tattica adottata dai russi – non è mai arretrato dalle città verso le quali si spostava la linea del fronte, costruendo linee difensive all’interno di appartamenti e palazzi delle città -come avvenuto a Mariupol, Severodonetsk o Soledar- condannando quindi le città alla distruzione ed esponendo ad enormi rischi la vita di centinaia di migliaia di persone.

A Bakhmut si combatte casa per casa, metro per metro. Ogni via diventa una nuova linea del fronte appena cede quella accanto, conseguentemente le linee sono tante, quante le strade del centro abitato. Kiev non molla la presa cercando di assorbire le energie e le risorse russe convogliate su Bakhmut, e pagando a sua volta un prezzo enorme.

Il capo della Wagner Evgenij Prigozhin ha affermato che “ad oggi a nord (di Bakhmut, n.d.r.) sono in corso pesantissimi combattimenti. Nei quartieri a nord non c’è alcun tipo di presupposto per l’accerchiamento dell’avversario”.

Per Mosca, Bakhmut è importante non solo in vista di un’ulteriore avanzata verso più direzioni -tra cui Seversk, Konstantinovka e soprattutto l’agglomerato Slavyansk-Kramatorsk- ma anche a livello morale, in quanto porterebbe una nuova importante vittoria. Anche per Kiev il piano della propaganda non è meno importante, in quanto attorno a Bakhmut è stato costruito il mito dell’invincibilità del proprio esercito, un po’ come ai tempi della battaglia dell’aeroporto di Donetsk del 2015, con i cosiddetti “Cyborgs”. Inoltre Zelensky la scorsa estate aveva promesso che Kiev non avrebbe più perso città è territori.

VNR Via Rangeloni News – https://t.me/vn_rangeloni/1402

Per una analisi particolareggiata della battaglia vi consiglio i video di Stefano Orsi. Questo è l’aggiornamento del 13.02.2023:  https://youtu.be/U7yACFtoRBA
Trovate il video anche tornando sulla Home page di questo sito.

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