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Da SUMY, UCRAINA – Rifiuti è la parola che gira sulla bocca di coloro che ultimamente nominano la città di L’viv. La situazione sta letteralmente sfuggendo di mano ad Andriy Sadovyi, sindaco di questa città dell’Ucraina occidentale, ormai sommersa da ondate di immondizia sparsa in tutti gli angoli del centro storico e della periferia. E le ragioni che si celano dietro le decisioni dell’amministrazione comunale non sono esclusivamente di natura ecologica.
Turisti e rifiuti a braccetto
L’viv, meglio conosciuta in italiano come Leopoli, è una splendida città ucraina situata ad una settantina di chilometri dal confine polacco. Capitale del regno di Galizia e Lodomiria sotto la dominazione asburgica, Leopoli si è sviluppata in fretta, sia a livello culturale che architettonico e gode, oggi più che mai, di una posizione geografica importante, in quanto a un tiro di schioppo dal confine europeo. I turisti non mancano e le strade pullulano di vita propria, soprattutto nei mesi estivi, quando gli abitanti si rilassano nei caffè del centro, tra una tazza di cioccolato e una birra locali (la famosa L’vivsk’e). Eppure non tutto va come dovrebbe andare.
Il problema del mancato smaltimento dei rifiuti domestici perdura da mesi. Inizialmente le autorità municipali, dopo la chiusura delle discariche, hanno inviato la propria immondizia in altre regioni ucraine per lo smaltimento dei rifiuti, ma ormai nessun comune è più disposto ad accettarli. Leopoli non sa più dove sbattere la testa. Presi dalla frustrazione, lunedì scorso, alcuni cittadini hanno indetto uno sciopero della fame in segno di protesta. Gli scioperanti accusano il governo centrale di inazione e indifferenza totale nei confronti di questo problema ecologico, che non giova alla reputazione della città, né tanto meno a quella del suo sindaco.
Tra ecologia e politica
Il primo ministro ucraino Volodymyr Groysman ha chiesto espressamente ad Andriy Sadovyi di dimettersi se il problema non viene risolto immediatamente. La richiesta di dimissioni è stata rilanciata anche da numerosi abitanti che hanno preso d’assalto il municipio urlando in seguito all’enorme incendio scoppiato il 29 maggio in un sito di smaltimento dei rifiuti urbani a circa 10 chilometri dal centro città. La più grande discarica ucraina, contenente sostanze chimiche pericolose e tonnellate di rifiuti industriali, ha provocato la morte di ben quattro persone. Sadovyj è stato accusato di non aver avvisato i suoi cittadini della pericolosità del fumo tossicodisperso in tutta la regione e di non aver dato ai suoi concittadini alcuna indicazione su eventuali protezioni da prendere.
Il sindaco temporeggia e passa la patata bollente a Kiev, che sembrerebbe bloccare volontariamente gli sforzi di quest’ultimo. Le ragioni non sono così difficili da scovare. L’amministrazione Poroshenko sta cercando in tutti i modi di screditare il partito Samopomich, di cui è a capo lo stesso Sadovyi, molto critico nei confronti del presidente (carica a cui lui stesso aspira). La gestione del problema dei rifiuti lo mette in difficoltà: il sindaco ha ricevuto molte critiche da parte dei deputati del partito presidenziale, che stanno utilizzando l’incendio della discarica e i problemi annessi, per smontare la popolarità di uno dei più efficaci sindaci ucraini.
L’esempio progressista di Sadovyi si sta rivelando un fiasco a livello nazionale, sebbene la città stia trattando con il governo francese e la Banca europea degli investimenti per la costruzione di un nuovo impianto per lo smaltimento dei rifiuti della città e della regione entro la fine dell’anno.
Foto: Ria Novosti Ukrajna
L’articolo UCRAINA: La città di Leopoli è sommersa dalla spazzatura è su East Journal.
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