Proposta di Draghi al vertice tra i capi stato occidentali: rimanere uniti (e muti)
Qualsiasi cosa accada o faccia la parte ucraina, ormai non ha più alcuna importanza. Da una parte ci sono i difensori della libertà e dei valori democratici e dall’altra, gli invasori. Nulla serve dire che sono 8 anni che c’è la guerra in Ucraina, che questa guerra ha fatto 10.000 morti civili e che il governo ucraino è grandemente antidemocratico.
La scelta: cobelligeranti anziché mediatori
Le ultime decisioni di questo governo sono raggelanti, svelano non tanto una incapacità (Draghi sa bene come ottenere quel che vuole) quanto una volontà di gestione del potere che non corrisponde a quella dei cittadini, o di coloro che ancora usano la ragione a 360°:
– armi all’Ucraina (ufficiali e segrete, vedi Pisa): siamo l’unico stato europeo in “emergenza” per una guerra; siamo diventati co-belligeranti in una guerra che nessuno di noi vuole; non abbiamo neppure tentato una mediazione diplomatica ma come agnellino (Draghi) ha fatto quanto indicato dalla Lagarde
– restrizioni: siamo l’ultimo paese il cui governo ha il folle timore di tornare alla normalità, le restrizioni vengono tolte con il contagocce e in modo totalmente irragionevole; il green pass, dimostratosi nei fatti inefficace per la salute, viene ora formalmente dismesso (ma non troppo) e al contempo viene prorogato di 540 giorni, replicabile = 3 anni, con una forte ansia di digitalizzarci tutti quanti: con quale scopo? Cina docet;
– economia e società allo sfascio galoppante;
– sicurezza: si scopre (ma non se ne parla molto in tv) che in Ucraina sono presenti 30 laboratori di armi biologiche (13 bloccati dalla Russia) voluti e sovvenzionati dal Pentagono. Non ci è bastato un Wuhan? Finiremo per ringraziare i russi per averli bloccati?
Così mentre l’Italia umana, fatta di persone apre il cuore (e le case) per accogliere i profughi (grazie a Dio viviamo ancora questa umanità..), l’Italia governativa ci manda al macello in tutti i sensi sovvenzionando una guerra.
No alla guerra ma incapaci di immaginare la pace
C’è un grande problema in Italia e, con tutto il rispetto per le vittime innocenti, non è l’Ucraina in guerra, è la nostra leadership, incapace di affrontare un ragionamento complesso.
La notizia di oggi è questa (e non è nuova, ogni giorno è un passo in più verso una totale deficienza e dissociazione cognitiva):
I leader di Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia si sono parlati oggi al telefono e hanno concordato sull’importanza di rimanere uniti sull’Ucraina, ha affermato l’ufficio del premier italiano Mario Draghi.
Secondo la filosofia italiana, la maggiore decisione e fermezza si manifesta non nel tentativo di capire tutti i fattori in gioco e addivenire ad una decisione giusta ma di rimanere uniti. Questa, in effetti, è stata dal primo giorno di insediamento di Draghi nel suo incarico, la priorità che ha messo in agenda. Detto più chiaramente, la priorità di Draghi è rassicurare i potentati prevalenti globalisti che lo hanno voluto al suo posto, come loro garante.
Nel comunicato finale della riunione, si legge: “I leader hanno riaffermato l’importanza dell’unità di intenti e di azione mostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni“. “Di fronte alla grave emergenza umanitaria, i leader si sono impegnati a coordinare gli sforzi per aiutare la popolazione ucraina in fuga dal conflitto o quella rimasta bloccata a casa”.
L’Italia lunedì ha affermato che l’appello era volto a preparare le riunioni della NATO, del Gruppo dei Sette e del Consiglio europeo previste per la fine di questa settimana. Rimanere uniti, nel senso che uno oltreoceano decide e gli altri applaudono, questa è la politica praticata in UE.
La prossima riunione si svolgerà giovedì, su proposta della Polonia si deciderà se inviare truppe NATO in Ucraina dell’ovest, ‘per il mantenimento della pace ma con capacità difensiva’. Quindi praticamente Putin ha chiesto di rimuovere le truppe della NATO dal territorio dell’Europa orientale. Invece, i leader occidentali vedranno se schierare le truppe della NATO ancora più vicino. Anche la sola adesione dell’Ucraina alla Unione Europea è problematica. L’UE non si definisce un blocco politico-militare. Tuttavia, lo è, in sostanza. Ad esempio, gli organi di comando e controllo militari dell’UE ripetono quasi la struttura degli organi di comando militari della NATO. Ma, secondo la filosofia di Draghi e Co, dopo la fornitura di armi, questo sarebbe il passo verso la soluzione del conflitto. Basta crederci.
Intanto, in Ucraina è in vigore la dittatura e nessuno se ne accorge
Intanto, sarà vietato ai 11 partiti ucraini di opposizione di parlare, ovvero di svolgere la propria attività, ma Zelensky può parlare dovunque. Infatti, martedì Zelensky parlerà a Montecitorio ma i deputati dovranno ascoltare senza poter intervenire.
Cosa manca perché gli italiani capiscano che siamo in una vera e propria dittatura? Possiamo solo sperare, a questo punto, che non si dia retta alla Polonia, che cerca solo la sua personale rivincita storica.
In definitiva: la politica europea ed italiana ormai è inerziale, uno o pochi che decidono e gli altri che eseguono, coniando nuove parole d’ordine e obnubilando la popolazione. Questo è lo stato della democrazia in Europa.
VP News
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Aggiornamento:
L’ Intervento alla Camera di Zelensky è avvenuto. In effetti Zelensky ha parlato e Draghi, gli ha offerto di entrare nella UE. Insomma, una guerra inizia perché la Russia chiede la neutralità e nel bel mezzo – si fa per dire – della guerra, l’Italia media buttando altra benzina sul fuoco.
Se abbiamo accettato l’autodeterminazione di tutti i popoli degli ex paesi sovietici, non vedo perché le richieste iniziali della Russia (prima della guerra) che anche ora sono le stesse – ovvero riconoscimento della Crimea, del Donbass e neutralità – non si possano accettare.
Conosco un missionario italiano che è stato tanti anni in zona, in Crimea, e mi dice che sono effettivamente russi. Sappiamo tutti come è andata. Per il Donbass bastava una autonomia come l’Alto Adige, ma così non è stato. Questa io la chiamo cecità.
Mi spiego? Se in Catalogna la Spagna avesse mandato l’esercito per bombardare, credo che ora ci sarebbe in Spagna la stessa situazione. Si può davvero ragionevolmente pensare che il Donbass distrutto e dove 10.000 civili (secondo fonti Onu e Osce) sono stati uccisi dal governo centrale, possa davvero tornare con tutta serenità sotto l’Ucraina? E si può ragionevolmente spiegare come mai il nostro presidente del Consiglio – a fronte di una questione di neutralità sul tavolo delle trattative, non solo ha deciso di mandare armi, ma addirittura sconfessi e bruci il tentativo di composizione in atto con il suo impegno di far entrare Kiev nella UE (che sarebbe come dire farla entrare nella Nato?
Beh, è una scelta: o semplifichiamo le cose (e tutto quadra) o affrontiamo un ragionamento più complesso. Sì, perché oltre il bianco ed il nero c’è tutta una scala di grigi. Prendo atto che non è solo il Parlamento italiano che finge di non capire, ma tutto il blocco occidentale. Non credo che sia incapacità, credo sia una scelta oppure, il che è peggio, è allora una impossibilità a scegliere, in nome di questa unità richiamata continuamente. Che a questo punto è una catena.