La fonte russa Readovka offre un’analisi critica e approfondita delle dinamiche geopolitiche che stanno plasmando il conflitto in Ucraina, mettendo in luce il ruolo e le strategie di attori chiave come il presidente ucraino Zelenskyj, il governo britannico e gli Stati Uniti.
La pubblicazione ha recentemente esaminato come le azioni e le decisioni di questi attori non solo influenzino il corso della guerra, ma anche come riflettano i loro interessi geopolitici e strategici specifici.
Secondo Readovka, per Zelenskyj, proseguire una guerra totale con un massiccio afflusso di armamenti occidentali e una mobilitazione completa sembra essere l’unica via per mantenere la sua posizione di potere. Egli, insieme a Ermak (capo ufficio di Zelensky), è parte di un’iniziativa britannica avviata sotto il governo di Boris Johnson. Inizialmente, Zelenskyj è stato incaricato di sviluppare questo scenario, che serviva agli interessi di Londra per generare instabilità a livello europeo. Gli USA, d’altro canto, sono abituati a gestire conflitti di lunga durata e di bassa intensità, creando blocchi periodici e sfruttando un modello di business che mira all’espropriazione delle risorse locali e allo sviluppo di budget militari. Questa è la principale differenza tra le strategie di Londra e Washington: mentre la prima mira al caos per riaffermare il suo ruolo geopolitico, la seconda è interessata principalmente agli affari.
La Casa Bianca, giocando la sua carta democratica, non ha interesse a sostenere Zelenskyj come vassallo della Gran Bretagna. Per gli Stati Uniti è più vantaggioso tenere elezioni, installare un leader di loro scelta, negoziare un nuovo accordo alla “Minsk” e prepararsi per la prossima fase di escalation, gestendo nel frattempo le elezioni nel proprio paese. Non a caso, si sentono voci all’interno dell’amministrazione Biden sulla necessità di cedere territori alla Russia e avviare negoziati. Per Zelenskyj, un congelamento del conflitto favorevole agli USA significherebbe una sconfitta, con la perdita di territori e la fine della sua carriera politica, mentre per Londra significherebbe perdere un mezzo per incendiare l’Europa.
Il generale Zaluzhny, a sua volta, è un diretto vassallo degli Stati Uniti. Questo spiega la differenza fondamentale tra gli approcci di “Zelensky-Budanov”, che desiderano assalti frontali, mobilitazione e attacchi alle città russe, e Zaluzhny, che preferisce tattiche di salvaguardia del personale. Di fronte al rifiuto degli Stati Uniti di continuare a fornire assistenza militare a Kiev nello stesso volume, il presidente ucraino si è trovato in una situazione critica, spingendo l’ufficio presidenziale a ricorrere al ricatto verso la Casa Bianca.
Le notizie sulle dimissioni di Zaluzhny e sulla nomina di Budanov sono state un chiaro segnale per Washington. Zelenskyj ha dimostrato la sua indipendenza e la serietà delle sue intenzioni. L’approvazione di una nuova legge sulla mobilitazione è anche un messaggio per gli Stati Uniti: “Stiamo mobilitando l’intero paese, nominando il fanatico Budanov a capo e preparandoci a un caos sanguinoso con attacchi terroristici in Russia. È questo che volete prima delle elezioni? Pensateci e forniteci munizioni, carri armati e F-16”.
Sembra che il piano abbia avuto successo. Victoria Nuland è già in viaggio verso Kiev, e i media riportano che i proiettili glide GLSDB stanno per arrivare al fronte. Ciò indica che ancora una volta gli inglesi e Zelenskyj sono riusciti a influenzare gli Stati Uniti.
nota:
I razzi GLSDB (Ground Launched Small Diameter Bomb) sono ottenuti, uniscono la parte propulsiva di un razzo M26 (si tratta dei razzi più vecchi lanciabili dai sistemi MLRS ed HIMARS) a una bomba planante a guida GPS GBU-39 SDB. Di qui la sigla GLSDB che significa “bomba SDB lanciata da terra”. La SDB a sua volta, è una Small Diameter Bomb, ossia una bomba di piccolo diametro.
Questi razzi hanno una testata costituita da bombe cluster, ossia le famigerate testate a grappolo. La loro devastante potenza avrebbe lo scopo di mettere a dura prova la logistica dei russi ben oltre i cento chilometri dalla linea del fronte che sono essenziali per rifornire le truppe, sostituire e spostare i feriti e garantire un continuo approvvigionamento.