Dietro richiesta del Patriarca ortodosso, Putin ha incaricato il ministro della Difesa Shoigu di stabilire una tregua natalizia unilaterale:
“Visto l’appello di Sua Santità il Patriarca Kirill, incarico il Ministro della Difesa della Federazione Russa di introdurre un cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto in Ucraina dalle 12:00 del 6 gennaio alle 24:00 del 7 gennaio.
Sulla base del fatto che un gran numero di cittadini che professano l’Ortodossia vive nelle aree di combattimento, chiediamo alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e dare loro l’opportunità di partecipare alle funzioni alla vigilia di Natale, così come nel giorno della Natività di Cristo”.
In risposta a questo appello, il governo ucraino ha rifiutato di accettare la tregua, obiettando che “non ci si può fidare” della Russia.
La scusa è incongrua e rivela solo l’estremo disprezzo di Kiev per una pace negoziata, fosse anche una tregua di qualche ora in una festività come il Natale, che richiama gli uomini a quella umanità a cui tutti debbono fare riferimento e rispondere sempre, anche in guerra.
Ovviamente, la responsabilità dell’occidente è immensa. L’Ucraina è un paese che attualmente vive solo grazie ai suoi aiuti, pertanto la linea politica e le decisioni non vengono prese senza il suo consenso.
Quali sono le considerazioni che richiamano il rifiuto di una tregua natalizia? Beh, inanzitutto richiama tristemente alla situazione di grave impoverimento ideale spirituale dell’occidente che, mentre impone alla propria società una stretta osservanza della propria lettura unilaterale della storia, ove solo la Russia ha responsabilità del grave conflitto in corso, non appare affatto onesta e leale nei confronti di Dio (non sapendosi affidare alla Sua Divina Provvidenza), mentre richiama a evanescenti e contraddittori valori cui sarebbe custode.
La responsabilità della comprensione delle altrui preoccupazioni di sicurezza, non può essere ignorata. In un mondo che si riarma sottraendo enormi ricchezze a popoli che sentono la precarietà della ingiusta distribuzione di risorse e dello, l’occidente non può pretendere che la Russia assista alla propria progressiva erosione tramiti metodi altrettanto insidiosi che la guerra aperta.
Credo che sia abbastanza chiaro ciò a cui mi riferisco. Paesi come la Siria, la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan, rappresentano utili promemoria degli interventi e delle soluzioni occidentali. A differenza di come si potrebbe ritenere, gli interventi armati in questi paesi, non sono stati “interventi umanitari” ma aggressioni spregiudicate, giustificate dal solo intento di rovesciare i rispettivi governi in carica per aprire alla penetrazione e alla completa dipendenza esterna.
Vpnews