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Ucraina – Redattore BBC spiega come usare le molotov contro i russi: c’è chi brama la guerra civile

Jeremy Bowen, il redattore della BBC per il medioriente, ha pubblicato le istruzioni sul suo account Twitter su come lanciare una bottiglia molotov contro mezzi militari ruotati e carri armati russi, mostrandone i punti deboli.

“Dove lanciare una molotov. Guida per i volontari ucraini. L’istruzione mostra i punti deboli nell’armatura.”

C’è da domandarsi però cosa succederebbe se questo avvenisse in casa nostra, oppure in Palestina o dovunque – a torto o ragione – la gente protesta.
È questo infatti che alcuni utenti twitter hanno opposto alle ‘istruzioni’ del giornalista.

Ricordo che qui ciò che si auspica non è il pubblico dissenso o come opporre una resistenza passiva di massa, qualora la forza pubblica intervenisse violentemente. Si sollecitano invece, vere e proprie guerriglie urbane. In questo contesto sui cittadini che non hanno lo status di combattenti, secondo il diritto internazionale sarebbe passibili dell’applicazione del codice penale di guerra.

Questo è tutto ciò che si ha da proporre.

In sostituzione di quella attuale che governi e media dicono essere ‘la pazzia di Putin’ ciò che si propone è una guerra più accanita lunga e sanguinosa. 

Armare la popolazione, promuovere e finanziare in Ucraina la guerra civile, supportare auspicare l’arrivo di volontari stranieri da tutto il mondo, sarebbero questi gli unici atti omologati da contrappore ad una guerra le cui motivazioni – giuste o sbagliate che siano – derivano da una inefficace gestione della geopolitica e della politica.

Tanta velocità ad armare e prediligere una soluzione di forza non trova corrispondenza nella capacità di giudizio sulle cause che hanno prodotto la situazione attuale, ove il governo Zelensky aveva promesso una pacificazione mai attuata.

Per contro, si tace sul fatto che una soluzione al conflitto, avverrebbe immediatamente in caso di un cambio del governo attuale, sostituendolo con uno ad interim, più rappresentativo di tutto il paese. Questo potrebbe far decantare la situazione di molto ed avvicinare una soluzione politica.

Si tace anche sul fatto che il leader ucraino l’anno scorso ha promulgato la legge sugli indigeni, ove tutte le minoranze sono state represse nei loro diritti. Eccetto i tatari, perché generalmente considerate ostili alle popolazioni russofone.

Quindi, nel nuovo mondo coraggioso the new normal prevede che mentre vengono divulgate istruzioni per l’impiego di molotov, le istruzioni atte a far cessare la guerra vengano tenute debitamente nascoste. Potrebbe scappare la pace e potrebbe essere altamente imbarazzante.

E siccome allontanare la pace passa attraverso la distruzione del giudizio autonomo, la priorità per l’establishement è la formazione delle coscienze tramite il filtro e l’enfatizzazione delle informazioni.

Nel nuovo mondo coraggioso si contesta sotto dettatura dei media

Ciò che non fanno gli algoritmi sui social presto lo faranno le nuove regole sociali e i media sostenitrici del pensiero corretto, come hanno imparato a loro spese i camionisti canadesi che si sono visti bloccare il conto in banca o sospendere i propri diritti.

Paradossalmente, mentre l’Ucraina letteralmente affonda e due popoli cristiani si combattono, mentre i nostri governi dicono che la guerra non è tollerabile, nulla è stato fatto finora per venire incontro alle richieste di sicurezza della Russia. Si propone invece la guerra civile, sulla falsariga di ciò che sta avvenendo in Siria, dove – se non lo sapete – i radicali proprio ora hanno chiesto agli USA il riarmo per combattere la Russia. 

Se veramente la parte occidentale coltivasse una reale superiorità morale, sarebbe ormai il caso di mostrare un diverso approccio alle situazioni e di attuare un vero cambiamento di mentalità. Siamo invece avvinti da un meccanismo inerziale diabolico, ove tutto ciò che idealmente fino a ieri non era consentito ora lo è. Specialmente quando, molto utilitaristicamente, si dipinge l’aggressore come mostro.

Il numero di guerre fatte in Europa tra paesi fratelli è una macchia che pesa nella storia europea. Sarebbe allora il caso di scendere dal piedistallo delle presunte superiorità morali e di valori e di cominciare a relazionarsi come uomini, ovvero come creature, la cui vita ha un unico scopo: quello di rendere gloria a Dio e di ricercare il proprio Destino.

Vp News

 

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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