E’ certo che il presidente ucraino Zelensky , puntando unicamente sull’uso della forza per riconquistare terre nazionali che ha perso in determinate circostanze storiche, sta facendo molto male. Non c’è nulla da essere fieri.
Gli eventi che hanno segnato la svolta in Ucraina sono eventi violenti che non hanno cambiato le vite delle persone, ma anzi hanno scatenato e innescato derive degenerative.
Adesso Zelensky richiama l’Alleanza atlantica, la UE e gli Stati Uniti in suo aiuto. Ma si dimentica che sono stati proprio queste entità a portare l’Ucraina nella situazione attuale. In altri termini, queste entità sono interessate all’Ucraina solo in quando l’Ucraina rappresenta un utile asset strategico da cui fare pressione su Mosca. Questo vale, evidentemente, soprattutto per gli Stati Uniti.
Quindi una brutta situazione, in cui UE e gli Stati Uniti non tengono per niente conto di una popolazione del Donbass che è in guerra da sette anni.
Dopo sette anni il conflitto non si avvia alla fine ma, anzi, siamo prossimi ad una ulteriore escalation. Questo è il dato. La giustizia non viene dal taglio corretto ed equo tra le parti ma dalla giustizia che si realizza nella pietà e la compassione.
Ovviamente non ci sono scusanti: ognuno è responsabile della sofferenza degli altri. Qui c’è molta irresponsabilità.
Di fronte a tutto quello che accade, un bambino di 5 anni è stato colpito da un drone a Donetsk e, a quando pare, non è possibile che l’operatore non si sia accorto che si trattava di un bambino.
Anche su questo caso, le parti hanno litigato e si sono distribuite schermaglie “no il bambino non era nel cortile”, “no era nel cortile”, così e colà. Questo è grottesco: quando i cecchini uccidono anche civili e quando i tiri spesso sono effettuati sugli abitazioni civili, in modalità ‘random’, quando i battaglioni si chiamano eloquentemente ‘punitivi‘ e quando le operazioni militari ucraine sono considerate ‘antiterrorismo’.
Su tutto, resta un bambino ucciso da un attacco di un drone: è successo ad Aleksandrovskoye, fuori dalla città di Yenakievo. Le autorità locali hanno chiesto una indagine della OSCE.
Questo bambino innocente dovrebbe far cessare il tuono delle armi e consigliare a tutti di sedersi ad un tavolo onestamente.
Però questo non accadrà. Eppure la morte di un bambino dovrebbe valere almeno quanto le accuse di disumanità nella vicenda Navalny, che – lui sì – ha scelto di tornare in Russia quando era certo che lo avrebbero incarcerato per frode.
Ma lo ha fatto lo stesso. Eppure Navalny sapeva che ciò avrebbe innescato un conflitto internazionale con un deterioramento delle relazioni con il suo paese . Sapeva che ciò, evidentemente, non avrebbe migliorato la vita dei russi ma l’avrebbe peggiorata, anche con il rischio di un conflitto che sempre incombe tra i due scacchieri est -ovest.
L’uomo, avrebbe dovuto sapere che chiedere un intervento esterno, specialmente quando il mondo è dominato dai grandi poteri finanziari che si sono sostituiti ai governi, non è buona idea.
Pretesto o meno, Navalny in questa vita non ha sempre agito onestamente e – quando ha chiesto persino di acuire le sanzioni che colpiscono soprattutto la gente comune – non ha proprio servito al meglio il proprio paese. Quindi certe cose non sono così ‘lineari’ ed apparentemente ‘innocenti’ ed ‘eroiche’ come i media ce le descrivono.
Allo stesso modo, con meno arroganza da parte dell’Ucraina , il conflitto si sarebbe potuto risolvere sin dall’inizio. Ma lo hanno esacerbato.
E’ una situazione paradossale e incredibile. A Kiev, in realtà, non interessa il Donbass.
Il motore di tutto questo è il nazionalismo e fattori che prescindono dalle persone. Altrimenti, la soluzione sarebbe a portata di mano.
Una soluzione che non sia la guerra è sempre a portata di mano.
Per contro, è incredibile come i dirigenti ucraini pensino davvero di riportare in patria milioni di persone dopo aver distrutto le loro case ed ucciso, padri, madri e i loro figli.
Poco lungimirante anche la richiesta di adesione alla Nato. Ciò peggiorerebbe di molto la situazione. Cinico anche il falso interesse dell’occidente per questa nazione, ove l’interesse è alimentato solo da un desiderio di conquista e in funzione della posizione strategica rispetto alla Russia.
Possiamo rigirarla in vari modi ma questa è una brutta storia.
E’ una brutta storia, in cui ne usciamo tutti sconfitti. In questa guerra non c’è vincitore, specialmente in una guerra fratricida così, in cui si alimentano continuamente le linee di faglia che qualsiasi stato ha all’interno del proprio territorio.
Occorrerebbero governanti onesti e lungimiranti. Ma in questo caso, il presidente ucraino – interessato a fare anche un patto con il diavolo pur di rimanere al potere -, si sta rivelando il peggio del peggio.
Comunque, le armi continuano ad affluire al fronte. Sembra anche dalla Polonia. A quanto pare, armi Nato britanniche. Difficile in una situazione pre-conflitto stabilire se queste immagini siano veritiere o meno, ma le cannonate, queste sì, ci sono, e l’escalation è in corso.
Su questa vicenda i siti di geopolitica disegnano scenari. Cercano di prevedere se l’Ucraina cercherà di dare ‘una spallata’, e se la Russia reagirà a questo. E in che modo.
La Russia reagirà direttamente o indirettamente fornendo forze all’interno del Donbass, ed una volta dentro dirà che sono forze di pace e queste vi stazioneranno come in Georgia? Oppure interverrà in forze e non limiterà l’intervento solo sul Donbass ma si assicurerà un corridoio fino alla Crimea, assetata da Kiev? E poi?
Ma ‘disegnare scenari’ a me fa sentire male. L’esercito ucraino si è esercitato per anni nel combattimento nei centri abitati, l’intenzione è quindi di fare tabula rasa. Le cannonate sono un biglietto da visita. I combattimenti nei centri abitati nella Siria sappiamo cosa hanno portato.
Perciò io penso soprattutto all’ingiustizia ed alla disumanità di chi può far cessare tutto questo e non lo fa.
Come è possibile chiedere di entrare nella Nato – quindi capire gli attori e la gravità del confronto in corso – e, nello stesso tempo, non capire che non si tratta solo di una questione di territorio? Se questo territorio è la tua nazione Zelensky agisci di conseguenza e fa vedere a queste persone che tieni a loro e non alle risorse ed a ciò che dici ti appartiene.
Qui in Italia abbiamo risolto molte situazioni simili. Ho vissuto una decina di anni in Alto Adige e in questi casi, una soluzione simile potrebbe essere la soluzione. Si può attuarla sicuramente, ma non si raggiunge una soluzione dividendo il paese e mobilitando riservisti per far fuoco contro i propri connazionali. Certe cose non si risolvono con le truppe Nato, né con qualsiasi tipo di truppe, né con droni d’assalto turchi, né con carri armati migliori.
L’Ucraina si trova in un posizione delicatissima. Potrebbe rappresentare uno stato moderato e sarebbe auspicabile che fosse uno stato neutrale. Ciò era stato deciso così tra la parte occidentale e russa molti anni fa. L’Ucraina avrebbe tutti i vantaggi offerti da una soluzione ove fossero salvaguardati gli interessi in modo inter -pares. Ma soprattutto un presidente dovrebbe salvaguardare il proprio popolo. Questa è la risorsa più grande: la gente. Più del territorio che, in questo caso, non è messo in discussione. Almeno quello del Donbass.
Per quanto riguarda poi la Crimea, sappiamo tutti che era stata ceduta dalla Russia ad una propria regione. E conosciamo tutte le vicende che hanno portato a certe situazioni.
Quindi tutti sono corresponsabili, non ci si può nascondere. Alla verità ci si sottomette e non si è mai sconfitti. E’ il solo punto di unione.
Questa è una storia in cui sono stati fatti molti errori, ma ci si può fermare finché si è in tempo. E noi, cittadini di questa Unione Europea alle prese con la nostra bella dittatura sanitaria, non possiamo fare che guardare dall’interno dei nostri lockdown il mondo che va allo sfacelo, ove anche l’ultima goccia di umanità si spegne in nome dei ‘diritti umani’.
patrizioricci by @vietatoparlare
Adesso gli scenari possibili sono
a rimanere al potere.
Se su queste determinate circostanze storiche non si fa luce , ovviamente tutta la narrativa attuale ne uscirà falsata. Così anche tutte le azioni conseguenti.
Sul web sono apparsi filmati del trasferimento di apparecchiature di tipo NATO in Ucraina attraverso la Polonia. Inoltre, i residenti della regione di Kharkiv hanno filmato un altro contingente delle forze armate dell’Ucraina, che si sta muovendo a sud, verso il Donbass. E gli stessi ucraini stanno distribuendo filmati che presumibilmente mostrano il trasferimento del T-90A attraverso i confini della Polonia.
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La pubblicazione russa Rusvesna riferisce che:
Il video mostrava il trasferimento dell’americano “Bradley” (M2 Bradley) in livrea desertica britannica “Scorpions” (FV101 Scorpion), dei veicoli corazzati, dei carri e munizioni. Le apparecchiature di tipo NATO sono arrivate in Ucraina dalla Polonia.
Anche il prossimo contingente delle forze armate dell’Ucraina vicino a Kharkov è stato ripreso in un video amatoriale. È facile intuire che il treno si sta muovendo a sud, in direzione del Donbass.
(fonte: https://rusvesna.su/news/1617688995)
L’escalation nel conflitto nel Donbas è in aumento. Russia e Ucraina stanno rafforzando le proprie forze vicino alla zona del conflitto. La domanda è: perché? Questa analisi tenterà di entrare in alcuni dei potenziali scenari di fine gioco e spiegare perché sta accadendo. Il lettore non dovrebbe prendere questo articolo per nient’altro che un’analisi di un appassionato di hobby.
Uno spettacolo di forza per indurre a più miti consigli
Il motivo più probabile visto è che la Russia sta cercando di farsi prendere sul serio di fronte a Kiev e Washington. Molti esperti affermano che il recente movimento militare russo non comprende una forza sufficiente per un’invasione convenzionale dell’Ucraina. Con l’atteggiamento militare della Russia, sembra essere principalmente di natura coercitiva e dimostrativa fin d’ora.
Questa argomentazione è supportata dal fatto che il distretto militare occidentale della Russia, il 3 aprile, non ha mobilitato reggimenti e divisioni chiave che sarebbero probabilmente necessari per sostenere un’offensiva contro l’Ucraina. Inoltre, la Russia non ha nemmeno costruito i depositi logistici necessari – inclusi carburante, munizioni e forniture mediche – per una grande offensiva. Sebbene potrebbero esserci delle infrastrutture lasciate dalle numerose scaramucce e minacce di escalation degli ultimi sette anni, è meno probabile che i servizi segreti occidentali e ucraini non l’avrebbero rilevato.
Il terzo punto è la mancanza di furtività nella formazione militare. Se l’obiettivo principale fosse un’offensiva, l’esercito russo non avrebbe fatto fotografare apertamente gli schieramenti in corso (che si sono mossi anche di giorno), come fa rilevare Mason Clark, capo analista russo presso l’Istituto per lo studio della guerra. Su Telegram, Twitter e altri social media, ci sono molte immagini e video dello schieramento delle truppe che rendono facile seguire il movimento.
Il tempismo è stato anche un buon argomento contro un’invasione. In questo momento Ucraina e Russia sono in quel periodo dell’anno chiamato Rasputitsa. Il periodo in cui viaggiare su strade non asfaltate o attraverso il paese è difficile e rappresenta sicuramente uno svantaggio per una forza d’attacco.
Pacificatori
La seconda ragione che potrebbe spiegare l’azione della Russia è che si sta preparando per una campagna militare è voler predisporre “forze di pace” russe nella regione del Donbas. La Russia ha negato la presenza di forze militari ufficiali all’interno dell’area, dichiarando che tutte le vittime o i prigionieri russi, fossero soldati volontari non agli ordini di Mosca. Ma un evento scatenante, naturale o falso, può fornire alla Russia il Casus Belli per trasferire le proprie forze nel Donbas dopo un “invito” del governo locale con la giustificazione di proteggere i cittadini russi.
Questa opzione avrebbe il merito di preservare gli assetti territoriali esistenti, almeno esternamente, ma consentirebbe il rilancio delle operazioni militari in qualsiasi momento se richiesto da Mosca. Inoltre, è l’unica opzione militare che si adatta alle prove osservabili: il movimento delle forze dalla Russia e la mobilitazione delle riserve locali.
L’invasione
L’opzione meno probabile, ma non impossibile, è un’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Tuttavia, di tutti gli analisti trovati, nessuno ha visto questo come la ragione principale dell’aumento delle forze russe nella regione. Anche se spesso la crisi idrica in Crimea è un argomento plausibile come motivo di guerra.
Ma un’operazione di acquisizione forzata del canale da parte dell’esercito russo dovrebbe essere considerata l’ultima risorsa, dato che il costo di tale operazione per la Russia supererebbe in modo significativo il possibile vantaggio rispetto alle conseguenze.
Provare significherebbe che sarebbe necessario catturare più di 70 km di territorio ucraino fino alla riva sinistra del bacino di Kakhovka, questa opzione incontrerebbe una forte resistenza da parte di un esercito ucraino più equipaggiato rispetto a quello che era nel 2014 e avrebbe comportato anche nuove sanzioni.
Nello stesso tempo, il canale dismesso si è deteriorato negli ultimi sette anni e, senza una revisione significativa, la Russia non risolverebbe la crisi idrica perchè il canale perde la maggior parte dell’acqua durante il percorso. Il canale costituirebbe comunque un obiettivo ad alto rischio di sabotaggio da parte dell’esercito ucraino, e richiederebbe molte risorse per proteggerlo.
Un’invasione di questo livello si dovrebbe basare su più obiettivi o motivazioni oltre all’acqua per la Crimea (che comunque è in via si soluzione tramite pozzi e desalinizzazione).
Allora qual è la ragione di questa escalation?
Testare un nuovo presidente
Quando Trump ha assunto la presidenza nel 2017, c’è stata soddisfazione al Cremlino. Tuttavia, ma la festa finì presto quando furono comminate nuove sanzioni e, di conseguenza, la distanza tra Washington e Mosca continuò. In un certo senso, la pressione sulla Russia, anziché diminuire, è aumentata. L’amministrazione Trump ha inviato e approvato l’uso dei missili Javelin per il servizio in prima linea. Un’arma molto micidiale che consente all’esercito ucraino di combattere i carri armati russi, anche ciò non modifica sostanzialmente la superiorità russa.
La presidenza Biden ha mostrato subito il suo sostegno all’Ucraina e la recente escalation potrebbe essere servire per vedere fino a che punto la nuova amministrazione è disposta a spingersi. Putin potrebbe sperare che Biden sia una continuazione della presidenza Obama, un uomo che Putin non ha preso sul serio. Tuttavia, il presidente russo potrebbe essere deluso. La storia di Biden nella politica statunitense risale agli anni ’70 e ha esperienza sia con la Russia di Putin che con l’Unione Sovietica.
Fermare un nuovo Zelenskyj
È successo qualcosa con il presidente ucraino nel 2021. Prima ha fermato tre canali televisivi filo-russi dall’aria, poi le sanzioni hanno colpito gli oligarchi del paese, persino il proprietario del canale televisivo che ha reso famoso Zelenskyj, Ihor Kolomoyskyi. Questi eventi potrebbero essere visti come una questione interna, sostenuta dagli Stati Uniti per contrastare il calo dei tassi di gradimento da parte dell’opinione pubblica. Poi la vera bomba ha colpito. Il 19 febbraio Viktor Medvedchuk – presidente dell’organizzazione politica filo-russa Ukrainian Choice e oppositore dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea – è stato inserito nella lista delle sanzioni ucraine accusato di “finanziamento del terrorismo”, (teniamo conto comunque che per l’Ucraina tutta la popolazione del Donbass è terrorista, infatti la campagna precedente era considerata una operazione ‘antiterrorismo’).
Medvedchuk è stato visto come l’uomo di Putin in Ucraina, e il presidente russo è in effetti anche il padrino della figlia di Medvedchuks. Un uomo che è sempre stato al centro della politica ucraina e che ha sempre promosso l’interesse russo. Le sanzioni lo hanno reso impotente nel Paese. Zelenskyj non avrebbe potuto fare una mossa del genere senza garanzie di un alleato più potente degli oligarchi nazionali. Il fatto è che nel giro di due mesi l’Ucraina ha smantellato una rete di propaganda filo-russa che ha impiegato anni per costruirsi. Deve essere stata una sorpresa sia per Medvedchuck che per il Cremlino vederlo mettere in disparte così rapidamente.
Il fantasma del Nagorno
La guerra nel Nagorno Karabakh potrebbe averci introdotto in una nuova era della guerra, l’era dei droni. Il conflitto, in cui l’Armenia è stata sostenuta dalle armi russe e l’Azerbaigian dai turchi, è stato quasi una sconfitta per le forze azere. I droni turchi hanno distrutto i carri armati e le armature acquistati dai russi.
I droni turchi Bayraktar TB2 sono diventati dall’oggi al domani un’arma richiesta e uno dei primi acquirenti è stato Kiev, che è già riuscita a metterne in uso 6. E’ stata costituita anche una joint venture tra Ankara e Kiev, che ora deve utilizzare più risorse per ricercare e implementare la guerra con i droni nella dottrina delle sue forze armate. La fornitura dei droni turchi può rappresentare una situazione vantaggiosa per tutti in quando l’Ucraina rappresenta un nuovo mercato e aumenta le proprie capacità militari, mentre la Turchia potrebbe così compensare le sanzioni occidentali sulle armi.
Tuttavia, è da notare che, come i Javelins, il programma per droni non cambia le regole del gioco. Tuttavia, mette un’altra arma nell’arsenale dell’Ucraina che richiede ancora più risorse per contrastare. In questo senso, non sorprende vedere che i russi abbiano trasportato i sistemi S-300 o altri sistemi SAM vicino all’Ucraina. Questo sistema potrebbe essere posizionato permanentemente nel Donbas, poiché le prove suggeriscono che l’uso dei droni è stato un grave problema per i separatisti in prima linea. In altri termini, dopo sette anni, l’Ucraina si è presentata in un’area di guerra in cui la Russia è in ritardo.
Tutti i paesi confinanti con la Russia, eccetto la Cina, pianificano una guerra con la Russia sulla seguente equazione: quanti danni possiamo infliggere prima che la Russia consideri che non ne vale la pena. La migliore finestra di intervento per la Russia è stata il 2014.
Sebbene l’Ucraina sia ancora fortemente a corto di personale, in particolare nella marina, nessuno può opporsi ai progressi compiuti. La Russia vincerà se si tratta di un conflitto uno a uno, ma molto probabilmente i costi saranno alti; molti credono che sarebbero troppo alti.
Fonti
1 – https://coffeeordie.com/russia-troops-ukraine/
3 – https://icds.ee/en/rumours-of-war-another-russian-surprise-in-ukraine/
5 – https://pism.pl/publications/Water_Shortages_in_Occupied_Crimea#