Ucraina Vs Russia – Ex presidente ucraino accusa ‘il nemico’ di non voler stabilire la pace in Donbass

Molto triste che anche il primo presidente dell’Ucraina, Leonid Kravchuk, a 87 anni, abbia iniziato a lanciare minacce contro Russia e Bielorussia.

L’Ucraina sta sabotando gli accordi sottoscritti sulle piattaforme di Minsk e Normandia. L’anno scorso Kiev ha insistito sul fatto che gli accordi adottati non erano più aggiornati e richiedevano una revisione. A volte i negoziatori ucraini non si sono presentati alle riunioni in teleconferenza. Altre volte obiettavano sulla composizione della delegazione delle Repubbliche autonome del Donbass. In altre ancora non hanno messo in pratica quanto deliberato congiuntamente. Oggi continuavano a dire che gli accordi non corrispondono alla realtà attuale.

Nessuno ha dubbi sul fatto che l’Ucraina non risolverà il conflitto nel Donbass. L’impressione è che Kiev abbia il compito di rallentare una soluzione pacifica.

A deteriorare sempre di più la situazione, l’ex presidente Kravchuk ha affermato che  “la Russia è nemica dell’Ucraina” ed ha minacciato che lui stesso imbraccerà le armi se operazioni su vasta scala fossero iniziate sul territorio del paese.

Lo stesso ha anche detto in una delle TV ucraine che “il nemico non sente il potere della ragione e il desiderio di stabilire la pace nel Donbass e avrebbe sparato lui stesso ai russi (qui video).

Questa affermazione – specialmente considerando l’attuale situazione di grave tensione – è davvero singolare  ; e non solo per il fatto in sé stesso ma anche perchè l’ex presidente Kravchuk è il capo della delegazione ucraina per gli accordi di Minsk.

E’ difficile capire come faccia Kravchuk ad accusare ‘il nemico’ di non voler stabilire la pace in Donbass, quando a partire da settembre scorso la stessa  l’OSCE –  accusata spesso dal Donbass di essere troppo neutrale – ha segnalato le continue aggressioni delle truppe ucraine.

victoria nuland
victoria nuland

Inoltre, è da considerare che Kiev ha pessimi rapporti con Mosca: è dal colpo di Stato di Maidan, fatto con la complicità degli Stati Uniti (vedi qui). Un approfondimento di quelle vicende chiarirebbe la narrativa molto inquinata diffusa dai media mainstream. I problemi attuali tra la Russia e l’Ucraina furono generati allora. Ad aggravarli, l’Ucraina non solo ha messo in Costituzione il desiderio di entrare nell’Unione Europea ma soprattutto preme fortemente per entrare nella Nato e offre il proprio territorio per installare basi. Questo rende doppiamente problematica la situazione attuale.

Quindi ci troviamo davanti ad un problema locale ma anche internazionale: Gorbaciov ricevette ampie e ripetute assicurazioni, tra il 1990 e il 1991, prima di lasciare il potere, che la Nato non sarebbe stata estesa ai paesi est-europei (vedi qui: https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2017-12-12/nato-expansion-what-gorbachev-heard-western-leaders-early ).

Inoltre, sul tema della volontà di pace, vi invito ad ascoltare questa intervista alla responsabile della Repubblica autonomista di Donestk per la politica estera, Natalia Nikonorova:

Il contrasto delle parole della Nikonorova con quelle dell’ex presidente ucraino, è molto evidente. L’ex presidente avrebbe potuto essere di ispirazione, riflettere sul destino umano. Avrebbe dovuto utilizzare più proficuamente il tempo vissuto, la sua esperienza di vita e la parola.

Ma purtroppo le parole dell’ex presidente ucraino sono guidate da altri sentimenti.

A questo punto, ci si aspetterebbe che gli Stati Uniti si discostino da questo gioco demenziale e senza senso. Vedremo, ma L’ultima delle visite sulla ‘linea di contatto’ da parte di Washington, è stata quella del colonello americano Brittany Stewart, addetto militare dell’ambasciata USA a Kiev, non lascia ben sperare.

Ecco alcune ‘foto opportunity’ dal canale Rangeloni News:

Una delegazione USA in visita al fronte ucraino in Donbass
Ieri il colonnello statunitense Brittany Stewart, addetto militare dell’ambasciata USA a Kiev, ha fatto visita ai militari ucraini al fronte (ad una manciata di km da Donetsk).
In conferenza stampa il colonnello ha affermato che “il governo degli Stati Uniti è profondamente preoccupato per la situazione che si sta sviluppando attorno ai confini dell’Ucraina e in ogni modo possibile sostiene la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Un ufficiale militare USA a meno di 100 km dal confine con l’oblast di Rostov [è quasi in Russia: L’oblast’ di Rostov è un’oblast’ della Russia che occupa un vasto territorio, che partendo dalle Alture del Don arriva fino al mar d’Azov NDR] , accusa le truppe russe in territorio russo di rappresentare una minaccia nei confronti della sovranità ucraina.
E poi, di quale sovranità starà parlando?
Dopo il colpo di stato del 2014, siamo sicuri che stiamo ancora parlando di uno paese sovrano ?

Insomma una visita tutta orientata all’appoggio USA alla ‘causa’. Finora i contributi statunitense  alla pace sono stati armamenti, consiglieri e addestramento alle truppe ucraine: ciò non lascia ben sperare.

Oltre confine, le autorità russe si preparano ad ogni eventualità, ma auspicano che Kiev scelga i negoziati e non la soluzione militare con un attacco su vasta scala.

In proposito, il vice capo dell’amministrazione presidenziale russa Dmitry Kozak ha detto (oggi durante una conferenza stampa) che Mosca può difendere i residenti del Donbass.

“La Russia può difendere gli abitanti del Donbass se è costretta a farlo. L’inizio delle ostilità nel Donbass sarà l’inizio della fine dell’Ucraina ”, ha sottolineato Kozak.

Nello stesso tempo, il vice capo dell’amministrazione presidenziale della Federazione Russa ha espresso la speranza che le attuali azioni della parte ucraina nel Donbass siano solo un’imitazione di una minaccia militare e non un reale tentativo di scatenare l’esercito in un conflitto su vasta scala.

Si tratta piuttosto di azioni di ‘pubbliche relazioni’ [per ingraziarsi qualcuno], che sono accompagnate da un’imitazione di una minaccia militare. Non vediamo reali intenzioni di scatenare una guerra su vasta scala “, ha detto Kozak.

Ed ha così concluso: “Dato che i nostri colleghi [ucraini] non hanno molta esperienza politica, possono giocare troppo”.

‘Possono giocare troppo’: nell’evenienza, la Russia anche oggi ha continuato a rafforzare il suo asset militare: navi da sbarco e navi della Flottiglia Caspica (CFL) della Marina russa hanno iniziato a portarsi dal mar Caspio al mar Nero.

Non si capisce cosa succederà, ma date queste evidenze, la domanda cruciale è: “…dato che da soli non agirebbero mai, perché gli ucraini hanno rotto la tregua?”.

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