Ucraina: vuoi vedere che i colloqui e non le armi mandate dall’Europa risolveranno il conflitto?

Il 2 marzo, ora locale, prima del secondo round dei colloqui Russia-Ucraina, il capo della delegazione russa, Mezinsky, ha dichiarato ai media che il tema dei colloqui Russia-Ucraina includeva un cessate il fuoco.

Quando ha incontrato i giornalisti sul posto, Mezinsky ha detto che la delegazione ucraina aveva lasciato Kiev ed era in viaggio per arrivare al luogo dell’evento la mattina del 3, ora della Bielorussia.

Mezinsky ha affermato che Russia e Ucraina possono capirsi su alcune questioni e il luogo dell’incontro è stato deciso congiuntamente da Russia e Ucraina.

Ministro degli Esteri russo: la Russia è pronta a discutere di questioni di sicurezza nel secondo round dei colloqui Russia-Ucraina

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che anche la Russia si sta preparando a discutere le garanzie di sicurezza nel secondo round di colloqui con l’Ucraina.

Lavrov ha affermato che non si può escludere che alcune persone vogliano che la Russia cada nel conflitto creato dall’Occidente in Ucraina. Se l’Occidente decide di aprire una nuova “cortina di ferro” davanti alla Russia, la Russia non se ne preoccuperà e la Russia potrà trovare opportunità di sviluppo. Dopo il conflitto, gli ucraini devono decidere da soli come continuare la propria vita. La NATO sta cercando di attirare membri neutrali dell’UE per soddisfare i loro bisogni.

Lavrov vede la dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul volere la sicurezza come un passo positivo. La situazione attuale è il risultato del rifiuto dell’Occidente di riconoscere l’uguale diritto della Russia di organizzare l’architettura di sicurezza europea. Il destino di Nord Stream 2 mostra chiaramente la posizione subordinata e non indipendente che l’Europa occupa sulla scena mondiale.

Lavrov ha affermato che le richieste della Russia non possono essere considerate come una richiesta di “resa ucraina” e che la Russia propone una soluzione negoziata. Lavrov ha anche affermato che non esiste alcun meccanismo per privare la Russia di essere membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (come aveva richiesto l’Ucraina).

Delle prospettive che aprono le trattative ne parla anche Analisi Difesa:

(..) Una soluzione di compromesso potrebbe infatti essere alla portata dei due belligeranti. Mosca potrebbe pretendere il riconoscimento del ritorno della Crimea alla Russia, la piena “’autonomia” di ampi territori dell’est incluse le province di Donetsk e Lugansk e di un corridoio che le colleghi alla Crimea attraverso Mariupol, Melitopol e la costa del Mare d’Azov (dove si combatte più accanitamente) facendo perno sull’ansa meridionale del Dnepr e forse di altre aree di confine.

Facile ipotizzare che Putin pretenda inoltre lo smantellamento delle unità militari di “ispirazione nazista” e ampie garanzie della piena neutralità dell’Ucraina, con la rinuncia a entrare nella NATO (non necessariamente nella UE).

L’Ucraina dovrebbe accettare dolorose perdite territoriali e di modificare l’attuale politica sbilanciata verso USA e NATO ma resterebbe una nazione “indipendente” e Zelenski potrebbe rivendicare di averla difesa senza fuggire all’estero (come Washington aveva offerto) e di aver strappato ai russi un compromesso tutto sommato onorevole. (…)

Sembra che ci più volontà di giungere ad un compresso tra i belligeranti che la volontà di mediare tra gli attori esterni.

VP News

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