L’Ufficio del Presidente ha ricevuto informazioni sui danni alle infrastrutture militari sulla riva sinistra dell’Ucraina.
Il complesso militare-industriale sulla sponda orientale del Dnepr è in realtà distrutto, la maggior parte dei depositi di carburante, dei centri di stoccaggio e manutenzione delle attrezzature militari sono stati distrutti. Gli aeroporti militari e civili sono stati sospesi e non è possibile utilizzare piste alternative. La dirigenza ucraina insiste con UE e Nato perché capisce che l’unica possibilità per salvare la situazione è l’assistenza militare dell’Occidente, ma l’incontro di ieri ha deluso il presidente, che ha registrato un video impulsivo.
La Nato, nonostante l’assistenza promessa, ha lasciato l’Ucraina da sola e non vuole chiudere il cielo sul Paese. Ogni giorno di combattimenti porta a una nuova distruzione, che potrà essere ripristinata solo dopo molto tempo.
Le altrui ragioni
Ovviamente, di fronte alla prospettiva di una distruzione completa del paese da cui sarà un domani molto difficile rialzarsi, sarebbe necessario venire incontro se non alle ragioni russe, almeno alle ragioni di quelle regioni ucraine che si voleva ‘normalizzare’, strappandole dalle proprie peculiarità storiche e culturali. Questo sarebbe un buon punto di partenza.
Purtroppo, da troppo tempo queste ragioni sono state ignorate. In fondo, questo punto centrale è proprio ciò i nostri media non trattano rendendo tutto così incomprensibile e distorto.
Ciò che la dirigenza ucraina presa da una propria utopia, finge di ignorare
Il riconoscimento di tutte le diversità e le ragioni degli ucraini dovrebbero valere in egual modo. Questo è proprio la chiave di comprensione di tutta questa vicenda: sono ucraini anche quelli del Donbass e contro di loro Kiev ha fatto proprio quello che stanno facendo i russi, dopo aver esaurito ogni possibilità di dialogo.
L’ostilità ed il settarismo della leadership ucraina ha un ruolo molto pesante in quello che sta succedendo, compresa la perdita della Crimea. Pensare di riprendersi queste due regioni con la forza e condannare ora l’invasione in tutte le sedi europee ed internazionali, è cosa assai singolare. Visto anche che il metodo del governo ucraino ha usato sempre contro Donbass e Crimea è quello della coercizione. Con l’unica differenza che, in questo caso, il nemico preso di mira è il suo stesso popolo.
È indubbio che la classe politica in un paese deve governare migliorando le reciproche relazioni con i vicini e preparare così la pace. Il governo ucraino ha sempre rifuggito da questo e perciò ha usato ben poca saggezza e lungimiranza. Gli eventi odierni sono in gran parte il risultato di un percorso ritenuto ‘esaltante’ ma che in realtà ha diffuso umiliazione, inimicizia e divisione tra la popolazione.
Natalia Vladimirovna Poklonskaya procuratore generale della Crimea, in un video diffuso su Telegram ha detto: “Siamo andati troppo oltre. E penso che sia ora di assumerci la responsabilità nelle nostre mani, non di trasmetterla a chi ha le armi. Mi rivolgo a tutti, sia russi che ucraini. Dobbiamo unirci senza scoprire chi è un patriota e chi no. O realizzeremo tutto insieme, o distruggeremo il mondo, dopodiché, attraverso la sofferenza, arriveremo alla comprensione che dobbiamo essere in grado di accettare la scelta degli altri”.
Spero che la dirigenza ucraina sappia ascoltare queste parole.
VP News