UE: dalla paladina della Pace (che usa i fondi per la pace per acquistare armi) e dei ‘nuovi diritti’ a continente militarizzato?
Negli ultimi tempi, la narrazione europea ha subito una metamorfosi talmente rapida da lasciare interdetti persino i più acuti osservatori della politica internazionale. Ricordiamo i bei tempi andati, quando l’Unione Europea prometteva e si presentava come il faro della pace globale, un club di diplomatici perfetti pronti a sfoggiare sorrisetti compassionevoli e colombe bianche. La gioia per la caduta del muro di Berlino. La NATO senza di uno scopo e alla ricerca di un suo destino… Ora, tutto questo sembra un ricordo lontano.
Un recente report, commissionato da Ursula von der Leyen e redatto dall’ex premier finlandese Sauli Niinistö (ironicamente da uno dei Paesi più russofobi del continente), ci mostra che la musica è cambiata. Non più consigli pacati o aiuti quasi umanitari a Kiev, ma una diretta transizione verso un atteggiamento da fortezza in guerra. “Preparatevi a vivere 72 ore con le vostre scorte di emergenza!” è il nuovo mantra lanciato dalla Commissione Europea, condito da un vago sorriso e dall’assicurazione che tutto questo non è davvero un’escalation.
Fantasmi Nucleari e Kit di Sopravvivenza
Il report parla chiaro: i cittadini dell’UE dovrebbero accumulare riserve per tre giorni per affrontare eventuali crisi. Dalla minaccia nucleare ai sabotaggi e attacchi informatici, tutto sembra parte del pacchetto “imminente catastrofe globale” gentilmente offerto dall’UE. E se non foste ancora abbastanza preoccupati, la presidente von der Leyen rincara la dose: “Non è un’escalation, è per scoraggiare.” Ma scoraggiare chi, esattamente? Una Russia dipinta come l’incarnazione del male assoluto o i cittadini europei, ormai confusi e terrorizzati dalle misure drastiche?
Gianandrea Gaiani, in un interessante video live su Ottolina TV, sottolinea come tutto questo sembri un copione da film post-apocalittico. Il documento, infatti, fa sembrare la guerra quasi inevitabile, come se l’UE avesse gettato la spugna sull’idea stessa di pace. E i cittadini europei? Sempre più spettatori increduli, trasformati in comparse di un dramma politico che non hanno scelto di recitare.
72 Ore di libertà negate
L’UE, quindi, che ha sempre sbandierato il diritto alla pace come un’inalienabile virtù, sembra ora pronta a scendere direttamente in guerra, armata non di olive di pace ma di proiettili e scorte d’emergenza. La parola chiave, in questo teatro dell’assurdo, è “dovrebbe”. Sì, “dovrebbe” rifornire beni essenziali, come se fossero consigli casuali, magari detti con tono gentile, ma comunque perentori. Un’UE paternalistica e sempre più autoritaria, che maschera le sue decisioni sotto un’aura di “supremo buon senso” e immancabile spirito umanitario.
Ma perché questa fretta se fino ad ieri hanno detto che non esiste il pericolo del nucleare? Perché quest’ansia di insegnare ai cittadini come sopravvivere, anziché spingere fino all’ultimo per una diplomazia seria? Le guerre si evitano con il dialogo, non con la preparazione militare di massa. Eppure, sembra che i nostri amati leader preferiscano immaginare uno scenario apocalittico piuttosto che affrontare il compito scomodo di una seria introspezione politica. Preferiscono preparare le persone al peggio anziché trattare con Mosca, come se il futuro catastrofico fosse già scritto nelle stelle.
La Grande Domanda
E alla fine, dobbiamo chiederci: la leadership europea considera davvero la guerra nucleare come un destino inevitabile? Davvero preferisce vedere milioni di cittadini prepararsi con scorte alimentari piuttosto che scendere a compromessi e trattare per la pace? Il sospetto è che questa UE non sia più quella delle belle dichiarazioni sulla cooperazione pacifica, ma un’entità pronta a tutto pur di non mettere in discussione le proprie posizioni. Anche a costo di portarci sull’orlo del baratro.
La verità è che la UE sta spingendo per la “guerra”, non per la pace. Questi governanti hanno arbitrariamente abolito il diritto alla pace e alla vita delle persone nell’UE. Non negozieranno la pace, anche se questo è il loro dovere e responsabilità diretta nei confronti della vita di centinaia di milioni di persone.
Siamo pronti ad accettare tutto questo in silenzio? Siamo davvero così “stupidi animali” come sembrano considerarci? Il momento per una riflessione è adesso, prima che sia troppo tardi.
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