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UE ai cittadini europei: fate scorte per minimo 72 ore – Lo spaventoso report della UE

UE: dalla paladina di Pace (che usa i fondi per la pace per acquistare armi) e dei ‘nuovi diritti’ continente dalle società militarizzate?

Negli ultimi tempi, la narrazione europea ha subito una trasformazione così rapida da lasciare perplessi persino chi è meno attento alle dinamiche internazionali. Ricordiamo quando l’Unione Europea prometteva e si presentava sinceramente come il faro della pace globale. La gioia per la caduta del muro di Berlino era ancora vivida. Ma poi, la NATO, priva di uno scopo e alla ricerca di un nuovo destino, pur di preservarsi, si è lanciata in avventure oscure. Così, l’Europa immaginata dai padri fondatori è ormai un ricordo lontano.

Un recente report, commissionato da Ursula von der Leyen e redatto dall’ex premier finlandese Sauli Niinistö (ironicamente da uno dei Paesi più russofobi del continente), ci mostra che la musica è cambiata. Non più solo il supporto a Kiev che si intendeva inglobare nella NATO  in una guerra regionale con la Russia, ma una guerra globale per il passaggio ad un nuovo assetto multipolare a cui Bruxelles si oppone con tutti i mezzi, anche con le armi. 

A prescindere dall’esito della guerra in Ucraina, l’Unione Europea sembra determinata a chiudere definitivamente con la Russia, assumendo una postura da fortezza in guerra. Non sorprende, quindi, che il nuovo mantra lanciato dalla Commissione Europea sia: “Preparatevi a vivere 72 ore con le vostre scorte di emergenza!”, accompagnato dal consueto umanitarismo rassicurante e dall’assicurazione futile che tutto ciò non rappresenta un’escalation.

Fantasmi Nucleari e Kit di Sopravvivenza

Ma il report parla chiaro: i cittadini dell’UE dovrebbero accumulare riserve per tre giorni per affrontare eventuali crisi. Dalla minaccia nucleare ai sabotaggi e attacchi informatici, tutto sembra parte del pacchetto “imminente catastrofe globale” gentilmente offerto dall’UE. E se non foste ancora abbastanza preoccupati, la presidente von der Leyen rincara la dose: “Non è un’escalation, è per scoraggiare.” Ma scoraggiare chi, esattamente? Una Russia dipinta come l’incarnazione del male assoluto o i cittadini europei, ormai confusi e terrorizzati dalle misure drastiche?

Gianandrea Gaiani, in un interessante video live su Ottolina TV, sottolinea come tutto questo sembri un copione da film post-apocalittico. Il documento, infatti, fa sembrare la guerra quasi inevitabile, come se l’UE avesse gettato la spugna sull’idea stessa di pace. E i cittadini europei? Sempre più spettatori increduli, trasformati in comparse di un dramma politico che non hanno scelto di recitare.

72 Ore di libertà negate

L’UE, quindi, che ha sempre sbandierato il diritto alla pace come un’inalienabile virtù, sembra ora pronta a scendere direttamente in guerra, armata non di olive di pace ma di proiettili e scorte d’emergenza. La parola chiave, in questo teatro dell’assurdo, è “dovrebbe”. Sì, “dovrebbe” rifornire beni essenziali, come se fossero consigli casuali, magari detti con tono gentile, ma comunque perentori. Un’UE paternalistica e sempre più autoritaria, che maschera le sue decisioni sotto un’aura di “supremo buon senso” e immancabile spirito umanitario.

Ma perché questa fretta se fino ad ieri hanno detto che non esiste il pericolo del nucleare? Perché quest’ansia di insegnare ai cittadini come sopravvivere, anziché spingere fino all’ultimo per una diplomazia seria? Le guerre si evitano con il dialogo, non con la preparazione militare di massa. Eppure, sembra che i nostri amati leader preferiscano immaginare uno scenario apocalittico piuttosto che affrontare il compito scomodo di una seria introspezione politica. Preferiscono preparare le persone al peggio anziché trattare con Mosca, come se il futuro catastrofico fosse già scritto nelle stelle.

La Grande Domanda

E alla fine, dobbiamo chiederci: la leadership europea considera davvero la guerra nucleare come un destino inevitabile? Davvero preferisce vedere milioni di cittadini prepararsi con scorte alimentari piuttosto che scendere a compromessi e trattare per la pace? Il sospetto è che questa UE non sia più quella delle belle dichiarazioni sulla cooperazione pacifica, ma un’entità pronta a tutto pur di non mettere in discussione le proprie posizioni. Anche a costo di portarci sull’orlo del baratro.

La verità è che la UE sta spingendo per la “guerra”, non per la pace. Questi governanti hanno arbitrariamente abolito il diritto alla pace e alla vita delle persone nell’UE. Non negozieranno la pace, anche se questo è il loro dovere e responsabilità diretta nei confronti della vita di centinaia di milioni di persone.

Siamo pronti ad accettare tutto questo in silenzio? Siamo davvero così “stupidi animali” come sembrano considerarci? Il momento per una riflessione è adesso, prima che sia troppo tardi.

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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