La Banca Centrale Europea (BCE) e la Commissione Europea stanno attivamente cercando di ostacolare gli sforzi degli stati membri dell’UE di garantire costituzionalmente il diritto all’uso del denaro contante. Questa iniziativa, segnalata da Nick Corbishley il 19 gennaio 2024, potrebbe segnare una svolta significativa nella gestione delle politiche monetarie all’interno dell’Unione, indicando un potenziale cambiamento nel panorama del controllo monetario.
In netto contrasto con questa tendenza, negli Stati Uniti si assiste a un movimento positivo: le autorità locali e statali stanno progressivamente introducendo normative che vietano alle aziende di declinare i pagamenti in contanti. La Florida, recentemente, si è aggiunta a questa lista, diventando un simbolo di resistenza nella battaglia globale contro la diminuzione dell’uso del contante. Analogamente, in Europa si stanno formando movimenti simili, ma a livello nazionale. Paesi come la Svizzera e l’Austria, noti per la loro predilezione per le transazioni in contanti, stanno considerando l’adozione di leggi per tutelare il contante come metodo di pagamento.
La Slovacchia si è distinta in Europa per essere stata tra le prime a intraprendere questa direzione. L’anno scorso, il governo slovacco ha apportato una modifica alla propria costituzione per assicurare il diritto ai pagamenti in contanti. Questa legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, riflettendo una consapevole preoccupazione per le ripercussioni di una società senza contanti su gruppi a basso reddito e organizzazioni caritative.
Tuttavia, questa espressione di sovranità è stata messa in discussione dalla BCE, guidata da Christine Lagarde. In una lettera datata 13 gennaio, Lagarde ha evidenziato che la BCE non è stata consultata prima dell’approvazione della legge slovacca e ha ribadito che nessun membro dell’Eurozona possiede l’autorità di introdurre misure nel campo della politica monetaria, competenza esclusiva dell’UE.
Questa posizione è stata ulteriormente rafforzata da una sentenza del 2021 della Corte di Giustizia Europea (CGE), emessa in seguito a un caso portato avanti dai giornalisti tedeschi Norbert Häring e Johannes Dietrich. La CGE ha stabilito che solo l’UE detiene la competenza per definire lo status di moneta legale delle banconote e delle monete in euro, pur riconoscendo che gli stati membri possono imporre restrizioni per ragioni di interesse pubblico.
La recente comunicazione della BCE alla Slovacchia implica che, sebbene gli stati membri dell’UE possano legiferare per limitare l’uso del contante, non hanno il diritto di adottare misure legislative per proteggerlo. Questa posizione si allinea con gli interessi di molti governi dell’UE e delle entità finanziarie che traggono vantaggio dalla riduzione dell’uso del contante.
Anche l’Austria, un fervente sostenitore dell’uso del contante, ha incontrato l’opposizione dell’UE. La proposta del cancelliere austriaco Karl Nehammer di inserire il diritto all’uso del contante nella costituzione austriaca è stata accolta con scetticismo da Martin Selmayr, ex segretario generale della Commissione Europea, e da Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per l’Economia, che hanno sottolineato la competenza esclusiva dell’UE in materia di politica monetaria.
Ci troviamo di fronte a un paradosso in cui la BCE e la Commissione, pur promuovendo un euro digitale, stanno contemporaneamente spingendo per un divieto di esclusioni unilaterali del contante da parte delle imprese nell’area dell’Euro. Questa dinamica solleva preoccupazioni riguardo al futuro del contante e ai diritti economici dei cittadini nell’area dell’Euro, specialmente considerando il passato tentativo della BCE di ridurre l’uso del contante nell’UE.
L’esito di questa lotta di potere tra i governi nazionali e le istituzioni dell’UE sarà determinante per stabilire quanto della sovranità economica verrà mantenuta dagli stati membri dell’area dell’Euro e quali diritti avranno i loro cittadini nella scelta dei propri metodi di pagamento preferiti, ovviamente non paritetici dato che l’euro digitale si presta perfettamente al controllo sociale.