UE sempre più isolata sullo scacchiere internazionale

Un giudizio articolato e approfondito dell’analista Stefano Orsi sul vertice a quattro di Istanbul di sabato scorso e correlazioni. 
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[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″]Speciale Geopolitica: UE sempre più isolata sullo scacchiere internazionale[/su_heading]

di Stefano Orsi 〈analista per Ilsudest.it e Saker Italia

Ieri si è svolto un incontro in Turchia.
Si sono visti a casa di Erdogan 4 leaders di 4 Paesi differenti: il premier turco, come padrone di casa; i due leaders di Francia e Germania – i Paesi che comandano la UE, che sono in netto declino e grave difficoltà sia interna che internazionale, al minimo dei gradimenti che sia dato ricordare per quei paesi.

Infine, si è recato ad ascoltare le preghiere dei miseri malconci, il leader del mondo libero, Vladimir Vladimirovic Putin, Presidente della Federazione russa.
Cosa sono andate a fare in Turchia le potenze dominanti la UE? Non credo proprio siano andate a discutere della Siria, che era il tema del dibattito sventolato ai 4 venti… Perchè affermo questo? Lo dico alla luce dei futuri sviluppi delle sanzioni volute dagli USA contro la Russia, contro l’Iran, a breve forse contro l’Arabia, in una escalation che tende sempre più a isolare proprio l’Europa e a colpire maggiormente le nazioni che la comandano, ovvero proprio la Francia e la Germania.

Stanno saltando uno dopo l’altro i contratti miliardari che le loro aziende avevano siglato con l’Iran, e se ricordate la nota vicenda delle turbine Siemens alla Russia capirete quanto la Germania sia sotto pressione: Diesel gate, ora Bayer gate e via così, prima la Francia dovette rifondere i miliardi pagati dalla Russia per le due portaelicotteri tutto ponte classe Mistral, svendute malamente poi all’Egitto.

E ora a livello diplomatico la Francia non è riuscita a risolvere la crisi libica e vede riemergere l’ingombrante presenza dell’Italia, nemico che credeva di essere riuscita ad abbattere grazie all’incapacità e mollezza dei precedenti governi.

Il prossimo vertice siciliano che si terrà nella città di Palermo nei prossimi 12 e 13 novembre, vedrà una conferenza sulla Libia che porterà a sedersi attorno al medesimo tavolo molte più parti interessate di quelle che nei suoi maldestri e presuntuosi tentativi cercò di portare lo scadente presidente francese Macron.

Russia, Germania, Egitto, Italia, il rappresentante dell’ONU per la Libia Salamé, il Presidente riconosciuto Serraj e la sua controparte l’uomo forte di Bengasi e Tobruk il gen. Haftar., ma non solo, ci saranno anche altri Paesi africani presenti, come rappresentante dell’Unione africana sarà infatti presente il Congo, pare che saranno anche presenti il Presidente Erdogan e una delegazione del Qatar, tra questi ultimi due non corre buon sangue con il pres. Egiziano che ancora non ha dato piena conferma e sta discutendo con il presidente del Consiglio italiano Conte. Perché tanto riguardo per il pres. Al Sisi, intanto ha un legame strettissimo con il gen. Haftar, lo ha praticamente rimesso in sella con aiuti militari ed economici, e poi per i mastodontici interessi italiani con l’Egitto, i giacimenti di gas sono un affare enorme per le nostre società nazionali e non si può assolutamente rinunciarvi.

Macron non si sa se sarà presente, lui da vera primadonna, ama essere il protagonista o essere assente in caso diverso, per cui non ci dovrebbe essere, stesso dicasi per il pres. Trump che però dovrebbe inviare un rappresentante di rango elevato e di sua piena fiducia, staremo a vedere. Su una cosa possiamo essere certi su Francia e Germania, cercheranno in ogni modo di far fallire la conferenza che loro non hanno organizzato e che rimetterebbe l’Italia al centro politico oltre che geografico di tutta l’area del Mediterraneo.

Come si giunge a dedurre che ad Istanbul non si sia parlato molto di Siria? Il vertice è stato a porte chiuse, è il comunicato finale che rivela come l’ultimo argomento discusso sia stato al limite la Siria, storia che è ormai fuori da ogni velleità neocolonialista francese, avendo i loro protetti perso la guerra, ed essendo la Russia il Paese fautore di un capovolgimento delle sorti militari rarissimo nella storia recente dell’umanità intera.

Quindi quale potrebbe essere stato il tema principale dell’incontro se non i rapporti tra i presenti? Occorre infatti notare chi era fuori dalle porte chiuse, in quella stanza c’erano il Medio oriente non saudita, il mondo sunnita è ora diviso tra chi guarda ai sauditi e chi guarda ai Turchi come guida, c’era la Russia e quindi il suo blocco di alleati, come Iran, Siria, forse anche la Cina, e poi l’Europa che comanda, i due di Parigi e Berlino, mancavano gli USA, già proprio loro, i rapporti tra le sponde dell’oceano non sono proprio idilliaci, i danni economici per la UE ci sono ed aumentano, la spinta centrifuga viene alimentata e ogni refolo fatta tempesta da Washington, di questo ne devono essere consci, Macron magari meno, ma ha burocrati capaci ed efficienti al servizio dell’Eliseo e sopperiscono alla sua pochezza.

Leggendo poi le dichiarazioni ne abbiamo conferma piena, una carrellata unica di cliché tipici e buoni per ogni occasione, i soldi europei per contenere il nord della Siria e i terroristi curdi per Erdogan, Idlib e il cessate il fuoco (quale?), la Merkel più originale, cita nuovamente il rischio di uso di armi chimiche… qualcuno crede abbiano davvero discusso di questo?
Ecco unica nota interessante, il richiamo all’emergenza umanitaria, e al rientro dei profughi, possibile che questi Paesi siano interessati al dopo, ovvero alla ricostruzione e al giro di affari ad essa connessa e da cui, avendo perso, sarebbero giocoforza escluse, sicuramente ci sono state trattative anche su questo, ma non ce lo diranno di certo.

Infine i proclami perentori di chi getta la spada sulla bilancia, la Siria deve restare unita e il suo territorio tornare sotto il legittimo governo, sono state le dichiarazioni inequivocabili del presidente Putin, che ha aggiunto di essere pronto ad aiutare la Siria a eliminare i terroristi presenti in Idlib se ci saranno provocazioni, quelle insomma che proseguono ininterrottamente dal 15 di ottobre.
Tutte questioni e posizioni ampiamente conosciute e risapute, nulla di nuovo, nulla di sorprendente. Ecco perchè è stata in realtà l’occasione di parlare di altri argomenti che Siria non erano e di farlo in modo che nessuno potesse ascoltare.

In Siria nel frattempo proseguono le azioni dell’esercito SAA nel nord di Hama, contro i terroristi, nessuno sta protestando, Macron pare già essersi dimenticato della velina che ha dovuto leggere all’uscita del summit, e tanti saluti.

Il vertice di Palermo si preannuncia come molto importante per il futuro politico dell’Italia, speriamo sia valorizzato e sfruttato a dovere.

Stefano Orsi

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