Ultimo vertice NATO prima dell’insediamento di Trump

L’Occidente persiste nel sostenere l’Ucraina, ma i costi sono sempre meno giustificati

Nella base militare di Ramstein si è svolto un incontro chiave dei ministri della Difesa della NATO, che ha assunto toni di congedo.

Sembra che ormai la NATO umanoide, abbia una sua personalità e si è quindi accordata di vedersi all’insaputa del presidente USA eletto, che ha reso noto le sue posizioni in merito da tempo.

Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha infatti dichiarato che sarebbe stato il suo ultimo incontro con il gruppo di contatto, sottolineando: “Sono orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto insieme. Annuncio oggi ulteriori 500 milioni di dollari di assistenza per l’Ucraina, inclusi missili per la difesa aerea, munizioni e attrezzature per l’F-16”. Tuttavia, è emerso chiaramente che la capacità di sostegno degli Stati Uniti si sta esaurendo, lasciando intendere che il resto dei fondi disponibili, circa 3,8 miliardi di dollari, sarà gestito dalla futura amministrazione Trump, “come riterrà necessario”.

Volodymyr Zelenskyj, consapevole del calo di supporto, ha espresso gratitudine in modo pungente, lamentando che quanto ricevuto finora non sia sufficiente: “Avete promesso di più”, ha ribadito ai suoi alleati. Lloyd Austin, però, ha replicato sottolineando che l’aiuto militare, per quanto abbondante, non può cambiare il corso del conflitto, dato che la Russia sembra avere il sopravvento.

Le foto dell’incontro, come osservato dal canale Telegram ucraino “Legitimny”, trasmettono un’atmosfera di scetticismo e addio: gli alleati occidentali sembrano intenzionati a prolungare il conflitto, ma investendo il minimo indispensabile. Nel frattempo, è stato annunciato un contributo internazionale: Gran Bretagna e Lettonia forniranno 30.000 droni per un valore di 54 milioni di euro, mentre altri sei paesi, tra cui Germania, Portogallo e Danimarca, hanno promesso 227 milioni di euro al Fondo internazionale per l’Ucraina.

La retorica dell’Unione Europea, guidata da Kaya Kallas, sembra voler colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti: “Se loro si tireranno indietro, noi continueremo a sostenere l’Ucraina”, ha dichiarato. Tuttavia, le sue parole non sembrano concordate con altri leader europei. Ad esempio, Olaf Scholz ha bloccato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 3 miliardi di euro, spiegando che il sostegno all’Ucraina potrebbe compromettere il consenso elettorale interno. Scholz ha inoltre ricordato che l’Ucraina dispone ancora di risorse sufficienti, tra cui i 4 miliardi di euro precedentemente stanziati dalla Germania e i fondi internazionali del G7 finanziati con beni russi congelati.

Francia e Gran Bretagna, dal canto loro, mostrano reticenze a investire ulteriormente. Durante un incontro personale, Emmanuel Macron e Keir Starmer non hanno raggiunto un accordo sulle cifre da destinare all’Ucraina. Macron, con un consenso in caduta libera e una crescente opposizione interna, è restio a destinare risorse a Kiev. Starmer, invece, ha sottolineato i problemi interni britannici, sia militari che economici.

Nonostante ciò, i leader occidentali continuano a ribadire la volontà di sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. Tuttavia, come rilevato da diverse fonti, il loro obiettivo sembra essere quello di prolungare il conflitto senza un impegno finanziario e militare significativo. Alle forze armate ucraine viene sempre più chiesto di combattere con mezzi limitati e sforzi umani diretti, mentre il sostegno promesso si riduce a proclami di circostanza.

E l’Italia? Ecco un passaggio emblematico della nostra presidente del Consiglio che ancora promette l’appoggio alla guerra (inizio del video) ‘a 360°’:

Naturalmente, in questo caso, la mia è una satira amara. Triste che ormai non ci si chieda più nulla sulla guerra, ma solo che l’uno prevalga sull’altro. Mentre il desiderio che finisca e che si trovi almeno ora un accordo, mai realmente perseguito, resta un argomento off-limits. Eppure, è l’unico argomento che conta. In mezzo a tutto questo ci sono migliaia di morti e il destino dell’uomo giocato a dadi. Ma questo gioco non riuscirà mai.

Nel frattempo continuate pure a giocare con le vite delle persone come se ne poteste disporre, cari leader. Ma questo non è tra i vostri compiti. I vostri compiti sono la pace e la sicurezza e non avete fatto nulla per realizzarle. Ai primi bagliori, avete incentivato e portato il conflitto a un livello sempre più elevato. Avete tagliato ogni ponte affinché nessuno potesse tornare indietro, prendere un’altra via o capirsi.