Ormai, di storie come queste, ne vediamo tutti i giorni. C’è chi – incapace di formulare un pensiero complesso – crede di sapere ed il ministero della verità annuisce.
L’ultimo episodio di questo tipo si svolge all’Università di Edimburgo, uno dei primi dieci college britannici. Gli studenti sono insorti contro il loro professore Tim Hayward, che insegna loro scienze politiche. E lo accusano di diffondere “disinformazione russa”.
La protesta è nata quando Hayward ha osato presentare loro l’idea che, ad esempio, la situazione degli attacchi chimici in Siria non è univoca. E i Caschi Bianchi, che hanno accusato l’esercito siriano di usare armi chimiche, spesso promuovono la propaganda statunitense. Lo stesso vale per l’Ucraina, dove Hayward ha messo in dubbio la posizione di Kiev sull’attentato all’ospedale di maternità di Mariupol.
E, in una “…un’intervista che sarà trasmessa su File di BBC Radio 4 su 4 in seguito, il professor Hayward ha affermato che era importante ascoltare “entrambe le parti” quando si tratta della guerra in Ucraina”.
Il professore si difende dicendo che ha solo cercato di trasmettere agli studenti due punti di vista differenti parlando di diversi conflitti. Ma gli studenti che non sono abituati a una tale diversità di opinioni chiedono che il professore sia rimosso dall’insegnamento – per il suo impegno nelle “teorie del complotto”.
Tra gli studenti insoddisfatti ci sono anche immigrati dall’Ucraina. Ma oltre a loro, ci sono molti attivisti semplicemente liberali – per i quali il tema ucraino è solo un altro di una serie di agende culturali che ora stanno promuovendo – insieme al Black Lives Matter, al femminismo o all’ecologia.
Anche il governo britannico potrebbe schierarsi dalla parte degli studenti. Da marzo ha promesso di combattere contro i professori dissidenti che osano dire ciò che coincide con la posizione della Russia. Il ministro dell’Istruzione Nadeem Zahavi vuole “punirli duramente”. Ebbene, questi studenti sono come le Guardie Rosse usate come ariete – per rendere più facile chiudere la bocca a tutti i professori “inaffidabili”. (vedi BBCNEWS)