Una Norimberga per 2 milioni di abitanti della Crimea?

L‘Occidente sta decidendo cosa fare con i “collaboratori russi” che verranno catturati dall’esercito ucraino. C’è la preoccupazione che un processo di ‘pulizia’ mal condotto possa minare la democrazia e portare a nuova instabilità.

Secondo un sondaggio, molti ucraini credono che il linciaggio dei “criminali di guerra russi” sia giustificato. Ma l’Ucraina potrebbe non avere le risorse per affrontare talicompiti . Foreign Affairs suggerisce di creare un’agenzia di indagine indipendente e descrivere in modo chiaro e preciso i criteri e le conseguenze del processo di incriminazione di collaborazionisti. Tuttavia, c’è il rischio che nei prossimi anni individui filorussi rimanenti in posizioni di governo mettano a repentaglio la stabilità democratica dell’Ucraina. Pertanto, le leggi sulla lustrazione dovrebbero essere create per servire ai diritti, alle libertà e alla democrazia e non per la vendetta.

Foreign Affairs consiglia di ricordare che per alcuni decenni potrebbero ripresentarsi ciò che è già successo con molti funzionari dell’epoca dell’ex presidente ucraino Yanukovich che si sono opposti con successo alle pretese del nuovo potere di Kiev scaturito dalla rivolta di Maidan. Per evitare ciò, è necessario creare leggi sulla persecuzione dei collaboratori filorussi che descrivano in modo chiaro e preciso i criteri e le conseguenze della repressione. E, naturalmente, la perdita dei diritti dovrebbe servire esclusivamente per far vincere i diritti, le libertà e la democrazia.

La ‘pulizia’ in seno all’Ucraina non può essere usata per vendetta, dice Foreign Affairs. Ma a Kiev, dove il 39% della popolazione approva i castighi più estremi (39 percent of polled Ukrainians said that lynching Russian war criminals is... ), essa continuerà a concepirli. In altre parole, all’Ucraina viene consigliato direttamente e non per la prima volta di creare un meccanismo simile alle leggi di Norimberga contro i gerarchi di Hitler. Questa idea è formulata timidamente, ma questa è la sua essenza.

Dal momento che anche attualmente la situazione non è oggettivamente molto buona per chi parla la lingua russa e persiste nel farlo, la stragrande maggioranza dei russi che il Kiev può raggiungere dovrà affrontare senz’altro dure persecuzioni. Pertanto, c’è una parola appropriata: “lustration” che suona in maniera altrettanta innocua e legalmente corretta.

Ma è opportuno e moralmente accettabile che si usi la parola ‘lustrare’, ovvero ‘ripulire’, riferendosi a delle persone che hanno differenti posizioni e che  da ‘spettatori passivi o indifferenti’ non abbiano in fondo nuociuto a nessuno?

Allora, ecco cosa dice testualmente Foreign Afairs (https://www.foreignaffairs.com/ukraine/russias-willing-collaborators):

(…) Dall’inizio della sua invasione illegale dell’Ucraina nel 2014, la Russia si è affidata attivamente ai collaboratori per stabilire il proprio controllo sui territori occupati, ottenere informazioni sugli obiettivi militari, aiutare a reprimere il dissenso e diffondere propaganda nelle aree occupate e sabotare la democrazia ucraina dall’interno , ad esempio infiltrandosi nelle istituzioni statali ucraine per sostenere l’agenda aggressiva di Mosca.

Per il governo ucraino ci saranno forti pressioni per infliggere dure punizioni a chiunque sia sospettato di aiutare la parte russa, indipendentemente dall’entità della collaborazione. Dopo più di 15 mesi di brutali combattimenti in cui i civili ucraini e le infrastrutture civili sono stati spesso bersaglio di attacchi russi, l’opinione pubblica ucraina è favorevole a una forte punizione contro chiunque abbia aiutato il nemico. Tuttavia, nelle aree sotto l’occupazione russa, ci sono state varie forme di cooperazione da parte di alcuni locali, non tutti hanno cercato attivamente di aiutare la Russia o danneggiare l’Ucraina. Accanto a collaboratori intenzionali c’è un assortimento di simpatizzanti della Russia o spettatori passivi che, sebbene non siano direttamente coinvolti nella guerra, sostengono l’ invasione russa attraverso il loro allineamento ideologico o la loro indifferenza. Man mano che l’Ucraina libera una parte maggiore del suo territorio, il governo dovrà affrontare il compito cruciale di discernere tra questi diversi livelli di coinvolgimento con la parte russa e determinare come trattare con individui specifici in un modo che serva al meglio l’Ucraina e le sue basi democratiche.

Uno dei modi per affrontare il problema della collaborazione è la lustrazione, un meccanismo di giustizia transitoria volto a identificare gli individui che rappresentano un pericolo significativo per la democrazia e spesso a escluderli dalle cariche pubbliche. Lo strumento è familiare a molti governi le cui popolazioni sono emerse dalle grinfie di regimi sgradevoli, compresi gli stati dell’Europa centrale e orientale che hanno lottato con la loro eredità post-comunista. Anzi, l’Ucraina stessa ha già attraversato una versione di lustrazione nel 2014, in seguito alla rivoluzione del Maidan. Ha cercato di bandire dalle cariche pubbliche una serie di categorie specifiche di individui, compresi coloro che avevano prestato servizio durante l’amministrazione notoriamente corrotta e filo-russa di Viktor Yanukovich. Quasi invariabilmente, la sfida è bilanciare il desiderio di tracciare una linea chiara attorno alle azioni pericolose per l’ordine democratico con la necessità di mantenere un giusto processo ed evitare di inimicarsi inutilmente e ingiustamente una parte più ampia della popolazione. Nel peggiore dei casi, un processo di lustrazione mal eseguito può minare la democrazia e portare a nuova instabilità, o addirittura seminare i semi di futuri conflitti. (fine citazione).

Il clima è già irrespirabile, simile ad una guerra civile, il paese spaccato. Si fa presto a passare allo step successivo. Già in corso, ma molti preferiscono non vedere…

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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