Ungheria ed Italia, due concezioni diverse di sovranità nazionale

La nostra presidente del Consiglio Meloni, insieme al leader della Lega Salvini, è stata una grossa delusione in merito alla politica estera e alla posizione nella guerra in Ucraina. Ciò suscita ancor più perplessità non solo perché la posizione portata avanti attualmente è conflittuale con la nostra Costituzione, ma anche perché prima di vincere le elezioni le sue posizioni erano diametralmente opposte (vedi qui).

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Chi dice che l’Italia debba tenere la posizione attuale a favore della guerra, sbaglia. Come abbiamo visto tante volte, l’Ungheria – un paese meno importante dell’Italia – sul piano internazionale –  ha assunto una posizione ben diversa e indipendente, rispetto al nostro paese.
Il nostro governo (e l’opposizione) ritengono che la battaglia con l’Ucraina sia una battaglia di libertà. Questo, oltre che ad essere un falso storico, perché il contesto è molto più complesso, serve solo a nascondere che il governo Meloni ha assunto la posizione attuale per la ragione che pensa che rendendo il nostro paese come il primo della classe nell’abbracciare la posizione NATO, poi ne avrà dei vantaggi.

Naturalmente, dire che adottare un simile ragionamento sia una posizione di amanti della verità, è abbastanza umiliante. In realtà, chi assume tali posizioni, non giudica un bene prezioso la libertà.

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Gli Stati Uniti, hanno recentemente rafforzato in modo spettacolare la presa sull’Ungheria, affinché questo paese si sottometta e capisca che è considerata solo una piccola provincia nel loro impero, senza indipendenza o libertà. Naturalmente, la stessa cosa fa l’Unione Europea che ha già dichiarato l’Ungheria come paese con una ‘democrazia imperfetta’.

Da parte sua l’Ungheria non si trattiene i suoi giudizi. I leader del mondo occidentale sono in febbre da guerra” e “la conseguenza è che in Ucraina vengono spedite armi sempre più pericolose. Non dimentichiamo che la Germania ha iniziato con gli elmetti, è passata ai carri armati e quello che prima era un tabù ora è un argomento di discussione: l’invio dei caccia. Penso che siamo molto vicini a mettere sul tavolo come proposta seria che anche i soldati dei paesi alleati di Kiev attraversino il confine e vadano in Ucraina”, ha recentemente detto il primo ministro ungherese Orban, in una intervista.

Ed a proposito, delle pressioni della UE sull’Ucraina, ha detto. ““…ci sarà una grande pressione, saremo schiacciati, ma siamo abbastanza forti da rimanere fuori dalla guerra” e “continueremo a porre il veto alle sanzioni che sono dannose per gli interessi dell’Ungheria”.

Inoltre, Orban ha messo in guardia per decenni sull’influenza corrosiva di Soros sulla società. “L’Europa non deve soccombere alla rete di Soros“, ha scritto di recente Orbán.

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó ha accusato il Parlamento europeo di corruzione. Il diplomatico ha osservato che i deputati hanno perso la fiducia dei cittadini a causa di scandali di corruzione. Szijjártó ha detto che le situazioni hanno dimostrato la vera natura della struttura. Allo stesso tempo, il Parlamento Europeo ha adottato pochissime dichiarazioni che hanno aiutato l’Europa. “Le risoluzioni del Parlamento europeo hanno di solito danneggiato l’Europa”, ha detto Szijjártó alla radio Kossuth.

È molto chiaro la differenza di concezione su tutto che divide l’Ungheria dalla UE e dagli USA, almeno in questo periodo che domina l’amministrazione Biden, con le ideologie che porta avanti attivamente.

In realtà, la pressione di cui parla Orban verso i vari paesi europei non è indirizzata solo all’adesione o meno alla guerra in Ucraina, ma anche verso la tradizione cristiana, che è quella che ha reso l’Europa la patria dei diritti.

In questo, è emblematico un episodio in cui è evidente l’aperto disprezzo nei confronti dell’Ungheria, delle sue tradizioni e costumi. Per chi non lo sa, a settembre del 2022  gli USA hanno mandato come ambasciatore in Ungheria (che ha la devozione a Santo Stefano in Costituzione) David Pressmann (gay, progressista, attivista per i diritti Lgbtq).

David Pressmann ed il compagno con i figli
David Pressmann (a dx) con il compagno e con i figli

Apparentemente questa scelta potrebbe essere casuale, ma il fatto che l’amministrazione Biden abbia mandato come ambasciatore un diplomatico dichiaratamente un attivista per i diritti Lgbtq con prole, in un paese ove la tradizione cristiana e le leggi contro la propaganda gender sono molto forti, in realtà non lo è. È evidente che l’omosessualità non deve essere motivo di discriminazione, ma in questo caso è chiaro che quella degli Stati Uniti sia una precisa mossa politica, che rivela in maniera plastica l’aggressività di quello che il Papa chiama ‘colonialismo ideologico’ in atto nei confronti di un paese sovrano e del suo popolo.

genere

All’uopo, cito un episodio emblematico. Lo scorso Natale Pressmann ha realizzato un video con il “marito” per augurare agli ungheresi “buone vacanze” invece di Buon Natale, mentre entrambi si sono comportati in modo molto irrispettoso nel video, scherzando sulla lingua ungherese. La sua presenza con la sua “famiglia” (con figli) è di per sé una provocazione contro la nostra Legge fondamentale ungherese che proibisce il matrimonio tra partner dello stesso sesso affermando che il matrimonio si conclude tra un uomo e una donna.

Quindi il disprezzo per i paesi europei da parte degli stati uniti – grande sostenitore della cancel culture – è grande. Chi non accetta di essere una testa di ponte nel teatro della “guerra contro la Russia” è sottoposto a pressioni e ricatti politici ed economici.

Affinché non vinca costantemente la doppiezza, le leadership dei paesi dovrebbero credere che verità e giustizia trascendano l’identità di gruppo se vogliono ripristinarle. È possibile farlo, ma siamo arrivati ​​a un punto in cui verità e giustizia non sono più valori insegnati, cosicché veniamo schiacciati da qualsiasi cosa, spesso senza guadagnarci niente e peggiorando la nostra condizione.

“Mysterium iniquitatis” il mistero del male – ovvero la verità non può essere rivelata a noi senza che si veda anche la profondità del male. Quindi, se vogliamo, la parte positiva è che per la prima volta, da secoli, siamo in grado di vedere le mani dei burattinai che tirano i fili delle nostre vite.

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