Orbán in Transilvania: “Abbiamo bisogno di un’Europa che possa garantire il futuro sicuro dei nostri figli”, per questo la migrazione è priorità assoluta per tutti i paesi europei.
In un vertice informale dell’UE tenutasi il 09/05/2019 a Nagyszeben / Sibiu, i 27 capi di stato e di governo hanno adottato la Dichiarazione di Sibiu, sottolineando l’impegno del blocco verso “un’Europa unita”. Nel documento i 27 affermano la propria “convinzione che uniti, siamo più forti in questo mondo sempre più instabile e sfidante. Riconosciamo la nostra responsabilità di leader per rendere la nostra Unione più forte e il nostro futuro più luminoso. ”
Non si può che essere d’accordo sulla necessità dell’unità europea, tuttavia non possiamo non domandarci intorno a cosa e – allo stesso modo – non possiamo ignorare quali responsabilità questa Europa abbia nel fare “questo mondo sempre più instabile” , ovvero come questa ‘unità europea’ si stia realizzando, a vantaggio di chi ed a discapito di cosa.
Purtroppo, sappiamo bene che l’accezione che i vertici europei danno a ‘Europa Unita’: passa unicamente attraverso la propria idea di ‘unità europea’, la quale si rivela sempre più inefficiente e ingiusta. Tra l’altro, questa idea di Europa prevede il cambiamento della popolazione e della cultura europea , tramite la migrazione sfrenata funzionale alle dottrine ultraliberiste.
Su questi temi è intervenuto il primo ministro ungherese Viktor Orban in occasione di una sua conferenza in Romania tenuta l’8/05/2019 presso l’università ungherese Sapientia della Transilvania a Cluj-Napoca (Kolozsvar). In tale circostanza ha precisato la contrarietà del suo paese e degli altri paesi dell’Europa Centrale di accettare supinamente i flussi migratori, ritenendo che se è questo “il prezzo da l’unità europea, non appare conveniente” (qui video).
Orban ha precisato che la migrazione senza restrizioni ha portato a “popolazioni miste” come conseguenza del non riconoscimento del valore delle radici cristiane europee: ciò viene imposto dalle elite finanziarie e massoniche europee – che hanno pieno potere sulle istituzioni – tramite “dottrine liberali”, affinché le popolazioni europee lascino alle spalle le loro tradizioni ed abbraccino il mondialismo.
Ha anche aggiunto che la sinistra europea “prevede un periodo post-nazionale e post-cristiano” (per questo che non vuole fermare la migrazione, ritenendola non un imprevisto ma la strada). “Ma – ha aggiunto Orban – gli europei centrali “non vogliono popolazioni miste” perché non ci sono buoni esempi di realizzazione positiva di queste teorie.
Il Primo Ministro ungherese quindi ritiene che il tema dell’immigrazione sia centrale in occasione delle elezioni europee affinché l’unità auspicata, possa realizzarsi.
Secondo Orban il pensiero politico della dirigenza europea sulla migrazione è fuorviante, in quando è tutto polarizzato sul concetto europeo di “come vivere insieme agli immigrati” mentre “noi dell’Europa centrale stanno cercando di trovare un modo per evitarlo“. In altri termini ciò che avviene – ma che i vertici europei non vogliono sentire – è che i paesi dell’Europa centrale vogliono fermare l’immigrazione, ma altri paesi vogliono “gestirla”.
I vertici europei si fregiano come umanitari, stigmatizzando ogni altra posizione come malvagia, non civile, ‘lontana dai valori europei’, proprio di quei valori europei che si stanno distruggendo. Orban ha affermato che “stiamo andando ben oltre nell’offrire aiuto alle persone in difficoltà” ed ha sottolineato che mentre le politiche ungheresi sono anti-migrazione, l’idea è che l’aiuto debba essere fornito a casa propria invece di importare problemi. In definitiva ci sono altre strade percorribili che non si vuole ammettere che ci siano. In questo senso Orban ha ricordato che in Ungheria ai giovani ungheresi è stata offerta una vita di sviluppo cristiana sicura e ungherese, “siamo sulla soglia di grandi tempi e grandi di opportunità.”
Il leader ungherese ha evidenziato che gli ungheresi hanno perseguito politiche basate sulla sovranità, inclusa l’appartenenza alla NATO nel paese. “È positivo che siamo nell’UE perché possiamo servire meglio i nostri obiettivi nazionali in questo modo”. È anche importante che il debito pubblico rimanga nelle mani ungheresi invece di essere indebitati in un altro paese, ha aggiunto.
Ed infine, riguardo all’adesione dell’Ungheria all’Unione europea, ha dichiarato: “L’Unione europea non è l’obiettivo per gli ungheresi, ma solo un mezzo” , perché “gli ungheresi non vogliono essere subordinati a nessuno”.
La domanda è: a quando un simile esempio di memoria e appartenenza da parte dell’Italia? Con il nuovo governo – pur con errori, con alti e bassi come è umano che sia – per la prima volta certi temi sono stati affrontati. Tra trabocchetti ed insidie varie approntate dal sistema che si difende dalle regole democratiche che pensa di detenere in maniera esclusiva come il Re Mida, ciò che io spero è che si trovi il modo di proseguire nel ritrovamento di una identità che non sia l’apertura all’annientamento culturale nel segno dell’idea ‘mercantile’ della vita umana.
@vietatoparlare