Il 12 marzo, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato quattro disegni di legge contro le autorità russe e Vladimir Putin. Il compito che si affida alle agenzie di intelligence è di provare che la Russia è governata da corrotti. La notizia è stata riportata dalla agenzia di stampa Associated Press. In altri termini, la maggioranza democratica esula dai suoi compiti di istituzione nazionale e continua a concentrare la sua politica estera sulla ‘deterrenza’ all’ ‘”aggressione russa” e sulla critica alla politica del presidente Donald Trump.
A sommi capi, questi i contenuti dei 4 progetti di legge (il cui testo è disponibile sul sito web del governo statunitense):
Atto n° 1: “Divulgazione delle attività di Putin” – Il progetto di legge implica che entro 180 giorni dall’adozione la CIA in coordinamento con il Ministero delle Finanze e il Dipartimento di Stato preparerà un rapporto aperto sul capitale personale e sui beni di Putin . I membri del Congresso sono interessati ai redditi di Putin stesso e della sua famiglia in Russia e all’estero, devono essere scoperti e divulgati quali sono i loro beni, gli investimenti, i conti bancari, le proprietà immobiliari e altri interessi commerciali. E’ prevista anche la divulgazione di informazioni utili . Un’enfasi speciale è posta sulla ricerca di qualsiasi struttura “fittizia” o struttura intermedia “usata da Putin per nascondere le informazioni”.
Si badi bene che non si parte da un sospetto per indagare poi, ma si indaga perché si parte dal pregiudizio che Putin ed il suo entourage non può non essere corrotto.
Inoltre la CIA deve identificare “i più importanti uomini politici e oligarchi russi di alto rango” , vicino a Putin da un punto di vista finanziario. Anche in questo caso si parte da un pregiudizio. Inoltre non si capisce come gli Stati Uniti – che non sono un organo sovranazionale – possano indagare e sanzionare uno stato terzo per corruzione.
E’ abbastanza eloquente in questo senso la dichiarazione del democratico Eliot Engel, che ha presentato il documento:
Sfortunatamente, l’amministrazione, a mio parere, non ha fatto abbastanza per affrontare la Russia e dichiarare il banditismo di Putin. Pertanto, il Congresso dovrebbe approvare la linea americana in questa materia.
Atto n° 2: “The Kremlin Act” – richiede una valutazione dei piani politici della leadership russa , comprese potenziali minacce agli Stati Uniti e alla NATO. Anche in questo caso è evidente che il bue dice cornuto all’asino: l’aggressività degli Stati Uniti è evidente e solo la cecità può non far vedere l’operato dell’amministrazione statunitense in tutto il mondo.
Atto n° 3: Risoluzione sulla responsabilità dell’omicidio del leader dell’opposizione Boris Nemtsov. Il disegno di legge richiede che l’intelligence preparari e presenti un rapporto sulle circostanze che si sono verificate nel giorno dell’omicidio di Nemtsov. In proposito si chiede l’ imposizione di sanzioni in conformità con il “Magnitsky Act” (: il Congresso USA approvò nel 2012 il Magnitsky Act, che istituiva una “lista nera” di ufficiali russi coinvolti nella gestione del caso) . Nemtsov fu ucciso il 27 febbraio 2015, mentre attraversava il ponte sulla Moscova, che costeggia il Cremlino. In seguito furono arrestati e condannati i 5 uomini che prepararono ed eseguirono l’omicidio. L’organizzatore del crimine è stata di Zaur Dadaev, che è stato condannato a 20 anni in una colonia penale. Gli altri imputati hanno ricevuto pene che vanno da 11 a 19 anni. Ma evidentemente Washington la pensa diversamente (vi immaginate se la Russia indagasse per l’omicidio di Kennedy o di altre morti illustri negli USA, mai chiarite ? Guardate ad esempio qui la lista di 100 morti sospette).
Comunque chiara la risposta del Cremlino: il segretario stampa presidenziale Dmitry Peskov ha detto che “il punto di vista del Cremlino non è assolutamente importante in questo caso, la cosa principale qui è ciò che stanno facendo le autorità inquirenti. E continuano il loro lavoro ” .
Atto n° 4: “Legge sul non riconoscimento dell’annessione della Crimea” vieta all’amministrazione statunitense di riconoscere l’adesione della penisola alla Russia (la cui unificazione con la Russia è stata votata da più del 90% della popolazione della Crimea, dopo il colpo di Stato di piazza Maidan).
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