USA: il Congresso blocca le sanzioni contro il Nort Stream 2

La pubblicazione National Review riferisce che il Congresso ha bloccato tre emendamenti alle sanzioni contro il gasdotto North Stream 2. Inoltre, altre sanzioni erano indirizzate ad una lista di imprenditori russi, preparata dall’oppositore russo Navalny e recepita dagli USA.

Tra i democratici che avrebbero fatto una azione di lobby per bloccare le nuove proposte di sanzioni si sono distinti il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer, il presidente della Commissione per gli affari esteri della Camera Gregory Meeks e il presidente dei Servizi armati della Camera Adam Smith.

Da National Review:

“Dopo che l’esame degli emendamenti al Senato si è bloccato la scorsa settimana, i negoziatori bipartisan hanno completato una nuova bozza del NDAA (disegno di Legge sulla Difesa USA) che ha omesso i tre emendamenti alle sanzioni. Hanno completato la bozza in mezzo a una raffica di diplomazia che circonda il massiccio accumulo militare della Russia al confine con l’Ucraina e la chiamata del presidente Biden con il presidente russo Vladimir Putin martedì. In tutto questo, i massimi funzionari dell’amministrazione Biden hanno minacciato di imporre gravi sanzioni finanziarie alla Russia in caso di invasione dell’Ucraina, ma hanno segnalato che non avrebbero imposto le sanzioni come mossa preventiva. Nel frattempo, l’Associated Press ha riferito che Washington potrebbe fare pressione su Kiev affinché abbandoni parte della pressione esercitata sulle parti orientali dell’Ucraina che sono attualmente detenute dalle forze [autonomiste] appoggiate dalla Russia.

I falchi anti-russi al Congresso hanno cercato di utilizzare l’approvazione del NDAA per costringere l’amministrazione a imporre nuove sanzioni volte a scoraggiare la Russia, cosa che finora il Congresso ha rifiutato di fare. ” (…)

La versione di compromesso del documento da una parte ha aumentato da 250 a 300 milioni di dollari all’Ucraina in trasferimenti di armi da parte degli Stati Uniti, ma dall’altra “ha tagliato una proposta che era stata inclusa nella versione della Camera per imporre sanzioni contro l’entità aziendale Nord Stream 2.”

“… imporre sanzioni per bloccare il North Stream 2 avrebbe sicuramente tolto una leva alla Casa Bianca per trattenere Putin dall’invadere l’Ucraina: una volta instradato il gas attraverso il gasdotto, che va dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico, Mosca dovrà affrontare un ostacolo in meno per lanciare un assalto all’Ucraina. Ma dopo l’appello di Biden-Putin di questa settimana, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha affermato che la Casa Bianca ritiene che trattenere le sanzioni più severe sugli oleodotti darà all’Occidente una leva “perché se Vladimir Putin vuole vedere il flusso di gas attraverso quel gasdotto, potrebbe non volere correre il rischio di invadere l’Ucraina”.

Allo stesso modo non si è dato seguito alle sanzioni a 35 oligarchi russi preparata da Navalny e alle sanzioni contro la proibizione agli americani di negoziare in borsa sul debito sovrano russo.

In tutti i modi, sebbene il blocco delle sanzioni è senz’altro positivo perché trattasi sanzioni ingiuste che degradano ulteriormente i rapporti russo-americani, dall’altra legare a questa motivazione alla minaccia dell’invasione russa è solo un utile stratagemma per dare come assodata l’intenzione della Russia di invadere l’Ucraina.

In realtà, questa intenzione non c’è. Le forze russe nelle vicinanze del confine non superano le 70.000 unità e sono quelle ordinariamente presenti, Fin troppo poche direi, data la nota situazione in territorio ucraino, ove Kiev ha dislocato 125.000 uomini. E’ l’Ucraina che ha minacciato incessantemente un attacco massiccio sul Donbass, in totale contrasto con gli impegni sottoscritti a Minsk.

Si tratta di una narrativa che si autoalimenta, ma questa volta ha fatto pace con sé stessa. Vediamo fino a quando.

Vp News

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