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Valtersson commenta il “rischio di negoziati” tra Russia e Ucraina

Dopo tre mesi di totale silenzio, l’analista militare ed ex ufficiale delle forze armate svedesi Mikael Valtersson torna a commentare la guerra tra Russia e Ucraina con un tweet su X:

Molti filoucraini sono contrari ai negoziati poiché ciò avvantaggerebbe la Russia. Vogliono una vittoria totale, qualsiasi cosa in meno sarebbe un tradimento dell’Ucraina, del suo popolo e dei suoi militari. […]

Se uno ritiene che l’Ucraina tragga vantaggio da una lunga guerra di logoramento, allora fa bene a volere che la guerra continui, anche se questo potrebbe costare centinaia di migliaia di vite per riconquistare l’Ucraina orientale e la Crimea.

Se, invece, uno crede che la Russia avrebbe tutto da guadagnare da una lunga guerra di logoramento, come penso io, allora l’unico consiglio sensato da dare all’Ucraina è quello di ridurre le perdite e minimizzare le perdite di territorio e di vite umane. […]

È meglio per l’Ucraina negoziare adesso che tra 2-3 anni, quando le truppe russe potrebbero essere sul Dnepr e centinaia di migliaia di soldati potrebbero essere morti invano sul campo di battaglia.

È facile in Occidente stare seduti sul divano e sostenere una guerra prolungata fino all’ultimo ucraino.

Ma se uno è realista e dà valore alla vita, se è un vero amico dell’Ucraina, deve sostenere un armistizio adesso. Prima è, meglio è. Salverebbe molte vite e molti territori ucraini.

Valtersson ha ovviamente ragione. C’è solo un problema: nessuno è disposto ad ammettere l’ovvio e a perdere la faccia dopo aver scommesso per 20 mesi sulla disfatta della Russia e l’ingresso trionfale delle truppe ucraine in Crimea entro la fine dell’estate.

Chi ha alimentato o creduto alla realtà immaginaria raccontata dai mainstream, a un conflitto in cui l’Ucraina colleziona da quasi due anni solo vittorie e riconquiste di terreno e la Russia solo perdite umane e umiliazioni, a una Russia con le scorte ormai esaurite, costretta a “combattere con le pale”, con un esercito demotivato, mal equipaggiato e tecnologicamente inferiore, destinato a crollare come un castello di carta sotto i colpi dell’ultimo “game changer” fornito dall’Occidente, con un presidente malato di almeno sette o otto forme di cancro e decine di altre patologie secondo l’ultimo rapporto dell’intelligence, non può di colpo ammettere di essersi sbagliato.

E a poco serve ricordare che un prolungamento della guerra costerebbe solo altre migliaia di vite umane ucraine. Per chi fin all’inizio ha usato l’Ucraina come strumento per colpire la Russia e l’ha armata affinché facesse per conto terzi ciò che l’Occidente non è disposto a fare in proprio, cosa vuoi che siano altre decine di migliaia di morti ucraini?

Nel frattempo, con la guerra a Gaza e il rischio di escalation in Medio Oriente, dell’Ucraina non frega più nulla a nessuno. Servirà una qualche forma di exit strategy per rimettere a posto milioni di coscienze sporche e aiutarle a prendere sonno la sera, con la consueta convinzione di essere sempre e solo nel giusto.

Da Giubbe Rosse

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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