I principali leader europei sono andati a Kiev per convincere Zelensky a negoziare. Per tutta risposta il presidente ucraino ha detto: “grazie agli aiuti ci riprenderemo anche la Crimea“, riferisce Avvenire. In definitiva il viaggio è servito solo per una bella foto opportunity e via, la danza dei cavalli ricomincia in tondo.
Ciò che sorprende è che tali idiozie non ispirino nessun commento, ma che invece tutto il giudizio sia totalmente appiattito sulla irragionevolezza.
Il motivo per cui l’Ucraina continua a reclamare la Crimea è comprensibile: è di vitale importanza a mantenere l’instabilità, prolungare all’infinito le ostilità, fomentare l’isteria militare per chiedere aiuti dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, gonfiare all’infinito il budget militare, che offre brillanti opportunità di sovvenzionamento e allo stesso tempo consente di ridurre tutte le altre voci di costo.
Mentre l’intenzione di riappropriarsi della Crimea ‘manu militari ‘ è illogica per una serie di ragioni. La prima è che la Crimea se prima era russa, dopo 8 anni lo è ancor di più. Oggi la Crimea è completamente diversa. Non c’è un solo ucraino e non c’è nessuno cittadino che desideri tornare in Ucraina.
Quindi fondando la sua azione su quale logica Zelensky si riapproprierebbe della Crimea? C’è solo un modo: distruggerla e deportare completamente la popolazione.
Di fronte a tale stato di cose, sconcerta che la democratica ed umanitaria Europa annuisca e continui a mandare le armi, quelle armi che Zelensky dice avvicinino la riconquista anche della Crimea. Ma veramente bastano le armi per rimettere tutto a posto? Bastano le armi che hanno già mietuto per 8 anni vittime in Donbas (circa 10.000 civili) per ristabilire lo stato di diritto?
Ovviamente no. La situazione politica è completamente deteriorata e se prevale la logica delle armi, è anche perché Zelensky ed il suo predecessore Poroshenko, hanno preparato e privilegiato questa scelta, incoraggiati dalla NATO che ha impiegato 10 anni per ottenere un conflitto più globale e sanguinoso. Anche il Papa – notoriamente prudente – ha riconosciuto che la NATO non è affatto estranea agli eventi in corso, anzi li ha favoriti.
Quella attuale è una situazione paradossale: si accetta che ci siano due Cipro in seno all’Unione Europea, ma non si accetta che questo possa accadere per la Crimea.
Ci troviamo nella situazione in cui le richieste ucraine sono addirittura superiori a quelle antecedenti il 24 febbraio. In definitiva, l’Ucraina accetta di riprendersi i territori persi de facto da 8 anni anche se sa che questo trasformerebbe la penisola in un rudere. Si riproporrebbe così lo scenario visto a Mariupol, dove l’esercito ucraino non ha osservato nessuna prudenza per preservare la popolazione perché – agli occhi dei nazionalisti ucraini – è di serie B , filorussa, quindi sacrificabile.
In definitiva, l’Unione Europea approva che la volontà della popolazione non abbia alcun peso: qual è la differenza tra quella che si descrive come brutalità russa, rispetto a questa posizione?
patrizioricci by @VPNews