In Venezuela la situazione per la popolazione è drammatica, la Chiesa cattokica sta facendo tutto il possibile per sostenere la gente. Dice l’agenzia SIR:
La Chiesa in Venezuela con Caritas Internationalis sta facendo un lavoro enorme in molte forme: medicine, alimenti… il problema più grande è l’accesso all’alimentazione. La maggioranza della popolazione è molto provata.
Ci sono famiglie intere che cercano cibo nella spazzatura per le strade. Papà, mamme, figli… Negli ospedali mancano le medicine, i bisturi e, anche se si hanno i soldi, è molto difficile accedere alle cure mediche.
Una settimana fa, ci sono stati 6 morti per mancanza di luce all’ospedale universitario di Caracas. La povertà ha fatto diventare il Venezuela uno dei Paesi più violenti dell’America.
Questi sono dati oggettivi. Oggettiva è la gravissima situazione del paese. Allora la domanda si pone immediata: come è possibile!? Il Venezuela è un paese ricchissimo di risorse, E’ ricco di molti minerali, compreso l’oro, eppure la gente non ha soldi per mangiare. Ha le maggiori riserve di petrolio nel mondo, superiori persino all’Arabia Saudita. Eppure la gente non ha soldi per mangiare. Come è possibile? E’ infatti sulla risposta insoluta a questa domanda che molta gente, qui in occidente, esprime un giudizio categoricamente negativo su Maduro.
Chi lo difende invece spesso dice che sono gli esiti di cause esterne. Non solo però, visto che Cina e Russia hanno già chiesto – per l’appoggio che daranno in questa grave crisi – riforme dal lato della corruzione.
Poi c’è il nodo dei rapporti con la Chiesa cattolica: questi non sono certo idilliaci e non solo da quando si è insediato Maduro.
Vediamo cosa dice in proposito la sintesi di Vatican Insider:
Per la Chiesa locale, sin dall’inizio, la questione centrale è stata sempre, anche nel caso della nuova carta costituzionale bolivariana, la spiccata tendenza del “chavismo” alle pratiche della cosiddetta «democrazia diretta» e dunque, alla fine, a condotte autoritarie e sempre meno democratiche.
Fu questo, tra l’altro, uno dei temi discussi nell’udienza di Benedetto XVI al presidente Chávez dell’8 giugno 2010. L’incontro, piuttosto teso, si chiuse con la consegna, a sorpresa, di una lettera autografa di Papa Ratzinger dove, secondo quanto si sa, il Pontefice riassumeva organicamente e metodologicamente, con estrema puntigliosità, i diversi punti della lunga controversia tra il regime chavista, i vescovi e la Sede Apostolica stessa (soprattutto in materie come la nomina di vescovi, sulle quali il governante pretendeva di avere diritto ad una «voce speciale»).
E’ ovviamente un tema serio, non si può certo accusare papa Benedetto XVI di essere stato mai ‘non ragionevole’, lui che della ragione ha sempre tenuto gran conto e non l’ha mai disgiunta dalla fede, anzi, ha sempre rimarcato l’inscindibilità tra fede e ragione.
Quindi è inutile nascondere che Maduro sia un personaggio controverso, soprattutto per la sua eccessiva ideologizzazione. Ma è altrettanto vero – ed è questo il punto nodale – che è lui il presidente legittimato dalle elezioni del 2018.
E allora, bisognerebbe riconoscere che tutti i problemi ciò che ho brevemente elencato sin qui, non giustifica assolutamente l’ingerenza esterna violenta, l’ingerenza fortissima degli Stati Uniti, certo non è dettata da ragioni di libertà, o la democrazia dei popoli.
Di conseguenza, solo per una migliore comprensione degli eventi attuali in Venezuela – e senza clonare l’opinione di altri perché autorevole o perché vicina al proprio orientamento politico – vediamo di capire un po’ anche dal contesto del sud america. Essenziale in questo tentativo di comprensione è rispondere alla domanda: ma gli USA hanno in precedenza agito in maniera spregiudicata nei confronti di paesi dell’america latina?
La risposta è sì, addirittura si tratta di una pianificazione puntuale, lo prevedeva espressamente la dottrina Monroe.
Quindi, a mio avviso bisogna stare molto attenti a separare la critica che uno liberamente può esprimere dall’avvallare il “modus operandi” in atto che è stato sempre lo stesso: quello della distruzione di interi paesi (a cominciare dell’economia), innescando rivolte endogene , appositamente fomentate da elementi esterni, enfatizzando i problemi anziché aiutare a risolverli.
E quindi? La risposta è abbastanza semplice: ciò verso cui si avvia il Venezuela è probabilmente un lungo periodo in cui la pressione esterna sarà fortissima e non è detto che il governo attuale cadrà. Patirà più di tutti, la gente, già fortemente provata. Forse si introdurrà – a cominciare dalle città di confine – la guerriglia armata. Miliardi di dollari bloccati all’estero probabilmente saranno dati all’opposizione e faranno la differenza.
La seconda domanda è semplice: se gli Stati Uniti hanno fatto quello che hanno fatto in Siria (ed ancora non demordono nel paese mediorientale), cosa faranno in Venezuela, dove mezza ragione ce l’hanno? Per carità dividiamo la possibilità del crimine con le idee politiche. Perché si parte sempre dal dato che Maduro nel 2018 è stato eletto democraticamente e che dall’altra parte si è cercato sempre lo scontro “stile piazza alla Maidan”
E quindi che si fa? Non devo essere io a dirlo ma certamente chi ha a cuore il Venezuela all’interno del paese, le forze politiche del paese dovrebbero dialogare (ed in tal senso, mi sembra inutile dire che lo strumento delle sanzioni che colpisce soprattutto la popolazione, sia una pratica iniqua, un crimine a tutti gli effetti).
Sicuramente da qualsiasi parte è la ragione, è da evitare e condannare chi si muove per fomentare la guerra civile e la guerra armata, stile Libia, Sira, Iraq: è esattamente quello che sta avvenendo.
La prospettiva di una guerra civile è reale. Non sta a me dare soluzioni, io ho fatto un’analisi e non ho escluso alcun elemento in gioco. La soluzione – qualunque essa sia – deve essere rappresentativa di tutta la società venezuelana. Serve una soluzione condivisa. Vedrei un governo di riconciliazione nazionale con mediatore credibile ed autorevole. Certamente non tutto il potere in mano alle opposizioni, come si sta facendo con la sala di comando a Washington (in questo contesto, che senso hanno le sanzioni , il blocco dei beni, piani per intervenire militarmente, approfondire le divisioni.. etc?).
Ogni settarismo va evitato in una situazione già degenerata in cui i piani di invasione erano già pronti da mesi. Per salvaguardare il bene comune , ci vorrebbe mediazione ONU o della chiesa e governo di unità nazionale, non stile Poroshenko in Ucraina…Deve essere salvaguardata la vita umana e l’indipendenza del paese che è il primo Paese al mondo per riserve petrolifere e suscita molti ‘appetiti’. Non deve essere sbranato dalla www3 in corso. Realizzabile? Non realizzabile? Non lo so. Ma questa sarebbe la via. Il resto si gioca nella libertà degli uomini.
@vietatoparlare
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