Qualche giorno fa è iniziata l’offensiva sull’oasi di Al-Sukhnah , a nord di Palmira. L’obiettivo è quello di convergere su Deir Ezzor insieme alle unità Tigri del gen Hassan che stanno avanzando lungo l’Eufrate su varie direttive. La città di Deir Ezzor è circondata da tre anni dalle forze dell’ISIS e la sopravvive solo grazie ai viveri ed i medicinali paracadutati per via aerea. La riconquista della città è cruciale per la fine della guerra siriana e per neutralizzare le capacità offensive dei terroristi.
Coscienti di questo, i militanti dell’ISIS nell’oasi di Al-Sukhnah, hanno organizzato una resistenza ostinata basata su un sistema di campi minati e centri di fuoco fortificati per contrastare i carri armati e le superiori capacità offensive siriane. Negli ultimi tre giorni , per frenare l’avanzata dei gruppi meccanizzati dell’esercito siriano (SAA) gruppi di militanti hanno cercato ripetutamente di aggirare nel deserto il fronte occupato da SAA dal fianco ed hanno cercato di interrompere più volte le vie di giunzione, per costringere i siriani a distogliere almeno una parte delle proprie forze per ripristinare le comunicazioni.
Questa manovra ha indebolito in modo impressionante le unità meccanizzate e l’esercito siriano ha perso decine di uomini. Stessa cosa dal lato del nemico che probabilmente ha avuto perdite ancor più pesanti anche grazie al supporto aereo fornito dall’aviazione russo-siriana che continua a martellare le posizioni.
Per questi motivi, il ritmo di avanzamento negli ultimi due giorni è diminuito e SAA e non è stato in grado di ottenere di consolidare stabilmente ad Al-Sukhnah. Isis sta usando infatti la difesa attiva, l’unico modo per ritardare la perdita di Al-Sukhnah .
La stessa tattica è adottata dagli uomini del Califfato contro l’offensiva delle “Tigri” lungo le vie di comunicazione che congiungono Raqqa a Deir Ezzor . Anche in questo caso i militanti stanno svolgendo attacchi continui sul fianco meridionale durante l’avanzata delle forze siriane.
Quindi, nonostante i risultati tattici, l’attività dei combattenti dell’ISIS è molto fastidiosa, in quando mette le unità siriane sulla difensiva mancando la forza numerica che sarebbe necessaria per controllare tutti i fronti.
Il sostanza, come negli anni precedenti, l’ISIS usa la tattica consueta di allungare i fianchi delle truppe siriane in avanzata diluendo la testa del fronte. Ma a differenza delle campagne del 2014-2015, la presa sui siriani è diventata molto più difficile, anche per la presenza di consulenti militari russi, la cui presenza’offre una migliore pianificazione operativa e, soprattutto, una risposta competente nel verificarsi di crisi operative che negli anni precedenti ha spesso significato il disorientamento del comando siriano.
Alla fine, anche se purtroppo l’esercito siriano sta passando sporadiche crisi , difficilmente il Califfato potrebbe trarne benefici notevoli, se non guadagnare tempo ritardando la sua inevitabile sconfitta.
La crescente minaccia di dissezione spingono quindi i militanti del Califfato di rallentare la crescente catastrofe. Per avere un’idea di cosa sono capace di fare questi uomini ideologicamente invasati, si pensi che hanno usato più di 480 attacchi suicidi per difendere Mosul.
La perdita di Al-Sukhnah e delle adiacenti vie di comunicazioni distruggono la connettività di trasporto del territorio rimanente del califfato e complicano il rifornimento dei gruppi del Califfato. I futuri progressi sulla strada di Palmyra – Deir ez-Zor dopo l occupazione di Al-Sukhnah creerà le precondizioni per distruggere tutte le truppe rimanenti del califfato in Siria centrale. Tuttavia per ora è necessario risolvere le attuali attività su Al-Sukhnah che, a giudicare dal ritmo delle operazioni , può richiedere 1-2 settimane per spazzare definitivamente il Califfato dall’oasi e dalle aree circostanti.
Vietato Parlare
situazione operativa desunta da Southfront ed altre fonti
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