fonte blog Anna Vercos
E’ vero: il clima di sospetto rende l’aria irrespirabile. Ma non possiamo ignorarlo e, solo affrontandolo nel modo giusto, saremo un bene per la società; e per fortuna non ci mancano punti di riferimento; come ci dice Benedetto XVI in questo articolo:
Benedetto XVI: “Viviamo in una nuova Babele e il senso di diffidenza e sospetto ci rende pericolosi”
“Viviamo in una nuova Babele e il senso di diffidenza e sospetto ci rende pericolosi gli uni per gli altri”. Sono parole di Papa Benedetto XVI che nella messa di Pentecoste ha sollecitato a superare la divisione e vivere nella verità.
La casa fondata sulla roccia – “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia”. Benedetto XVI ha ripetuto queste parole del Vangelo, considerate da sempre una promessa di Gesù alla Chiesa, nel breve discorso rivolto a 50 mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito che ha celebrato i 40 anni di presenza in Italia con una grande adunanza in piazza San Pietro.
La Pentecoste come “festa dell’unione” – “La Pentecoste – ha detto celebrando in San Pietro – è la festa dell’unione, della comprensione e della comunione umana. Tutti possiamo constatare – ha aggiunto – come nel nostro mondo, anche se siamo sempre più vicini l’uno all’altro con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire, la comprensione e la comunione tra le persone è spesso superficiale e difficoltosa”.
Le difficoltà del “dialogo tra le generazioni” – “Permangono – ha proseguito – squilibri che non di rado portano a conflitti; il dialogo tra le generazioni si fa faticoso e a volte prevale la contrapposizione; assistiamo a fatti quotidiani in cui ci sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi. In questa situazione, – si è chiesto Benedetto XVI – possiamo veramente trovare e vivere quell’unità di cui abbiamo tanto bisogno?”.
Il riferimento alla costruzione della torre di Babele – Il Papa ha quindi fatto riferimento al racconto biblico della costruzione della torre di Babele. “Contiene una sua perenne verità; lo possiamo vedere lungo la storia, ma anche nel nostro mondo”. Con il progresso della scienza e della tecnica siamo arrivati “al potere di dominare forze della natura, di manipolare gli elementi, di fabbricare esseri viventi, giungendo quasi fino allo stesso essere umano”. Così la preghiera sembra un fatto “sorpassato”, “perché noi stessi possiamo costruire e realizzare tutto ciò che vogliamo”. Il mondo di oggi rivive la sua Babele: “abbiamo moltiplicato le possibilità di comunicare, di avere informazioni, di trasmettere notizie, ma possiamo dire che è cresciuta la capacità di capirci o forse, paradossalmente, ci capiamo sempre meno?”.
Giovanni d’Avila e Ildegarda di Bingen dottori della Chiesa – Il Papa ha annunciato che il 7 ottobre, in occasione della apertura del sinodo dei vescovi dedicato alla nuova evangelizzazione, proclamerà dottori della Chiesa Giovanni d’Avila e santa Ildegarda di Bingen, “due grandi testimoni della fede – ha detto – che vissero in periodi storici e ambienti culturali assai diversi”. Benedetto XVI lo ha detto durante il Regina Ceoli recitato dalla finestra del suo studio. Il Papa ha fatto il suo annuncio dopo aver ricordato che lo Spirito “continua ad ispirare donne e uomini che si impegnano nella ricerca della verità, proponendo vie originali di conoscenza e di approfondimento del mistero di Dio, dell’uomo e del mondo”. In questo contesto si è detto “lieto di annunciare” per l’apertura del sinodo i due nuovi dottori della Chiesa. “Questi due grandi testimoni della fede – ha detto – vissero in periodi storici e ambienti culturali assai diversi. Ildegarda fu monaca benedettina nel cuore del Medioevo tedesco, autentica maestra di teologia e profonda studiosa delle scienze naturali e della musica. Giovanni, sacerdote diocesano negli anni del rinascimento spagnolo, – ha proseguito Benedetto XVI – partecipò al travaglio del rinnovamento culturale e religioso della Chiesa e della compagine sociale agli albori della modernità”.
Santità e profondità della dottrina li rendono attuali – “Ma – ha sottolineato papa Ratzinger – la santità della vita e la profondità della dottrina li rendono perennemente attuali: la grazia dello Spirito Santo, infatti, li proiettò in quell’esperienza di penetrante comprensione della rivelazione divina e di intelligente dialogo con il mondo che costituiscono l’orizzonte permanente della vita e dell’azione della Chiesa”. Dopo aver collegato la “attualità” dei due futuri dottori della Chiesa al “progetto della nuova evangelizzazione”, Benedetto XVI ha commentato: “Anche ai nostri giorni, attraverso il loro insegnamento, lo Spirito del Signore risorto continua a far risuonare la sua voce e ad illuminare il cammino che conduce a quella Verità che sola può renderci liberi e dare senso pieno alla nostra vita”.