Vogliono la guerra totale, lo fanno “scientificamente”: il 2025 sarà un anno cruciale

Si fa sempre più evidente l’intenzione di certi ambienti oligarchici globalisti, con epicentro nella City di Londra, di spingere il mondo verso una nuova forma di “guerra totale”. La rivista Foreign Affairs ha recentemente pubblicato un articolo intitolato Il ritorno alla guerra totale, suggerendo che Washington debba prepararsi a conflitti di massa, distruttivi e con il coinvolgimento totale delle società, comprese le popolazioni civili e le infrastrutture. L’obiettivo finale di questa strategia sarebbe la destabilizzazione sistematica delle nazioni, il consolidamento di un potere sovranazionale e il blocco dell’ascesa di nuove potenze sovrane.

Questa minaccia non è una semplice ipotesi. La postura della leadership europea, spesso liquidata come ‘idiota’, rivela in realtà l’esecuzione di un disegno globale ben orchestrato. La guerra totale non riguarda solo gli eserciti: punta a distruggere intere società, colpendo economie, infrastrutture e popolazioni. Non si tratta soltanto di conseguenze indesiderate ma, in alcuni casi, di obiettivi deliberati, come la depopolazione. Questa, infatti, viene promossa come uno degli effetti “utili” delle politiche di destabilizzazione.

Esempi concreti di questa strategia si trovano in Medio Oriente e in Ucraina, dove guerre e instabilità servono da strumenti per frammentare regioni e ostacolare l’emergere di poli di potere autonomi.

In questo contesto, l’insediamento di Trump potrebbe rappresentare un momento cruciale: o si instaura un nuovo ordine basato su sovranità nazionale e cooperazione tra grandi potenze, o si rischia di cadere in un conflitto globale orchestrato da interessi oligarchici. La direzione delle economie europee verso una “economia di guerra” non allontanerà il conflitto ma, al contrario, lo renderà inevitabile.

La guerra totale: un concetto antico con risvolti moderni

La guerra totale mobilita tutte le risorse di una nazione—economiche, militari e sociali—annullando le distinzioni tra obiettivi civili e militari. Le due guerre mondiali ne sono state esempi lampanti: economie intere riconvertite per lo sforzo bellico, propaganda onnipresente e civili trasformati in bersagli strategici. La Seconda Guerra Mondiale ha raggiunto l’apice di disumanità con bombardamenti strategici che devastarono città e l’Olocausto.

Dopo il 1945, la guerra totale ha assunto forme più subdole. Durante la Guerra Fredda, il conflitto si è spostato sul terreno delle proxy wars, delle sanzioni economiche e della manipolazione dell’opinione pubblica. Oggi, la “guerra ibrida” combina disinformazione, ingegneria sociale, operazioni finanziarie e strategie di depopolazione.

Gli obiettivi e i mezzi della guerra totale

Chi promuove questa strategia punta a creare caos per mantenere il controllo su popolazioni e governi. Secondo analisi come quella dello scrittore e giornalista Umberto Pascali , che lunedi ha trasmesso su fatto un interessante intervento su Casa del Sole TV , la spinta verso la guerra totale proviene da un’élite oligarchica sovranazionale con un importante centro decisionale nella City di Londra. Il loro obiettivo è impedire l’ascesa di nuove potenze indipendenti, sfruttando il principio del “divide et impera” per ristrutturare il sistema economico globale attraverso il conflitto.

La propaganda è lo strumento principale per giustificare la guerra totale. Attraverso i media, si manipolano le opinioni pubbliche, presentando il conflitto come inevitabile o necessario per il progresso. Dalla retorica sul “motore di innovazione” della guerra, all’uso di figure influenti come Peter Mandelson per modellare l’opinione pubblica, ogni aspetto è studiato per normalizzare lo scontro globale.

Perché è cruciale opporsi a questa strategia

Le conseguenze di una guerra totale sarebbero devastanti. Distruzione del tessuto sociale, collasso economico e depopolazione pianificata sono solo alcuni degli esiti previsti. Oltre alla perdita di vite umane, questa strategia minerebbe la fiducia nelle istituzioni e destabilizzerebbe intere regioni, compromettendo la sicurezza globale.

La prevenzione passa attraverso la consapevolezza. Informarsi attraverso fonti indipendenti e smascherare la propaganda sono passi essenziali. Solo una rinnovata cooperazione tra potenze come Russia e Stati Uniti può garantire un equilibrio stabile e impedire che il mondo cada in una spirale distruttiva.

In un momento storico in cui armi sempre più letali mietono vittime su vasta scala, la scelta è chiara: assecondare il progetto oligarchico di guerra totale o costruire un ordine internazionale basato su sovranità e rispetto reciproco. La decisione spetta a noi, attraverso l’informazione e la vigilanza, per sostenere un futuro di pace e sviluppo condiviso.

Insieme, consapevoli e sotto la Sua Benedizione  possiamo respingere le forze del male che incombono. Con questa speranza e profondamente motivati accogliamo con speranza il nuovo anno.