100.000 messaggi WhatsApp sono stati resi pubblici dall’ex segretario alla salute Matt Hancock. Questi messaggi, che il “Telegraph” sta rivelando al pubblico, fanno luce sulla gestione della “crisi” del Covid da parte del governo di Jhonson, in Gran Bretagna.
Johnson e il suo governo hanno deciso a favore delle mascherine obbligatorie per motivi puramente politici, come – ad esempio – per evitare una lite con il duro regime voluto dal primo ministro scozzese Nicola Sturgeon e quindi per apparire più severo rispetto all’opposizione. Per questo, la sua amministrazione ha spinto per intraprendere misure senza prove scientifiche e ha annunciato nuove “mutazioni” quando i numeri dei decessi e dei contagi erano diminuiti. Ovviamente, la linea di Johnson è stata determinata anche dalle forti pressioni esterne che seguivano motivazioni non del tutto sanitarie, in una rincorsa al profitto delle case farmaceutiche e di egemonia politica.
Johnson sapeva anche che i dati sul Covid erano falsati (nei messaggi parla di «very wrong Covid data»), e lo sapeva anche il segretario alla Sanità Matt Hancock. In particolare, i messaggi di quest’ultimo mostrano che anche nel Regno Unito i politici hanno usato il Covid come una occasione irripetibile per far passare leggi e provvedimenti che altrimenti non sarebbero mai stati accettati dalla popolazione.
La verità è venuta a galla grazie alla violazione alla riservatezza di un giornalista che aveva scritto un libro con Hancock sulla crisi Covid e che ha messo a disposizione del Daily Telegraph messaggi di gruppi Whatsapp interni al governo per un totale di 2,3 milioni di parole.
Le indiscrezioni di Whatsapp, mostrano che ministri e funzionari hanno preso una serie di misure con scarse basi scientifiche o per motivi di interesse politico. A volte c’è stato persino il desiderio di intimidire la popolazione con regole draconiane, nuove mutazioni e dati falsificati.
Il Regno Unito nel 2020 ha imposto il primo lockdown relativamente tardi e ha allentato le misure verso la fine della pandemia prima di altri paesi europei. Tuttavia, il governo del primo ministro Boris Johnson ha ripetutamente imposto severi blocchi e restrizioni di contatto, con un’indifferenza a volte apparentemente sconsiderata per le problematiche della popolazione e per i diritti costituzionali.
Un ministro ha ammesso apertamente che non vi era alcuna “motivazione forte” per limitare il massimo contatto sociale a più di sei persone, compresi i bambini, il che, ovviamente, non ha impedito ai ministri di decidere proprio questo. Hanno proceduto in modo simile all’uso obbligatorio delle mascherine nelle scuole.
Durante la pandemia, funzionari e ministri hanno lottato su come garantire che il pubblico rispettasse le restrizioni di blocco in continua evoluzione. Un’arma nel loro arsenale era la paura.
“Stiamo per spaventare tutti”, ha suggerito Matt Hancock durante un messaggio WhatsApp con il suo consulente per i media.
L’allora ministro della Salute non era l’unico nel suo desiderio di spaventare i cittadini alla “conformità”. I messaggi di WhatsApp pubblicati dal Telegraph mostrano come diversi membri del team di Hancock si siano impegnati in una sorta di “Progetto paura”, in cui hanno parlato di come avrebbero usato ” paura e senso di colpa” per convincere le persone a obbedire al blocco.
E in un altro messaggio privato di whatsapp di Boris Johnson, dichiara:
“Matt quando ho letto questo grafico un paziente di 80 anni ha il 6% di probabilità di morire e se hai meno di 35 anni le probabilità sono trascurabili. Se avessi 80 anni e mi dicessero che la scelta è tra distruggere l’economia e rischiare l’esposizione a una malattia dove ho il 94% di probabilità di sopravvivere so cosa preferirei.”
Ciò che si evince sono ‘motivi politici’, tuttavia ci sono anche ragioni di interesse privato. Inoltre, non sfugge la ricorsa tra le leadership dei vari paesi europei per essere i più diligenti nel decretare misure talvolta eccessive e di dubbia efficacia.
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Tutti i giornali e tv del mondo ne stanno parlando, ma stranamente non quelli italiani