Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso la volontà di cedere temporaneamente territorio alla Russia per porre fine alla guerra. Ha suggerito che l’Ucraina potrebbe accettare un “ombrello Nato” per le aree ancora sotto il suo controllo. Ciò consentirebbe una possibile trattativa diplomatica per la restituzione dei territori orientali attualmente detenuti dalla Russia dopo un cessate il fuoco.
Zelensky ha sottolineato l’urgenza, affermando: “Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, dovremmo prendere sotto l’ombrello della Nato il territorio dell’Ucraina che abbiamo sotto il nostro controllo“. Ha chiarito che la piena adesione alla Nato, che potrebbe scoraggiare future invasioni russe, è stata respinta da Putin come parte di qualsiasi accordo di pace. Zelensky ha escluso la cessione di tutto il territorio per la piena adesione, ma ha riconosciuto di non aver ricevuto alcuna offerta riguardante l’adesione parziale.
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Secondo quanto riportato dalla CNN, gli Stati Uniti starebbero considerando la possibilità di revocare alcune sanzioni imposte alla Russia come parte di un accordo di pace con l’Ucraina.
La proposta prevede un cessate il fuoco con il congelamento della linea del fronte attuale e l’istituzione di una zona demilitarizzata. In cambio, la Russia otterrebbe una revoca parziale delle sanzioni, mentre una revoca completa sarebbe subordinata alla stipula di un accordo pienamente accettabile per Kiev. Inoltre, le esportazioni di energia russa sarebbero soggette a una tassa speciale destinata al finanziamento della ricostruzione dell’Ucraina. L’Ucraina, pur non rinunciando ai territori occupati, si impegnerebbe a perseguire la loro restituzione esclusivamente tramite mezzi diplomatici.
La parziale apertura di Zelensky è un segnale positivo, ma il suo atteggiamento in passato ha spesso mostrato un andamento contraddittorio: un passo avanti a parole e due indietro nei fatti. Un esempio emblematico è la firma di un accordo di cessate il fuoco a Istanbul nelle fasi iniziali del conflitto, che successivamente è stata disattesa.
Il nodo cruciale resta la questione della NATO, che rappresenta il problema fondamentale alla base dello scontro. L’inserimento nella Costituzione ucraina dell’obiettivo di adesione all’Alleanza Atlantica non solo ha alimentato le tensioni con Mosca, ma ha reso ancora più evidente la linea di confronto già esistente. Questo avveniva mentre il conflitto nel Donbass era già in corso, con tragici episodi che vedevano l’Ucraina coinvolta in operazioni contro la popolazione locale, alimentando ulteriormente l’escalation.
Finché non si affrontano questi temi in modo serio e onesto, qualsiasi apertura rischia di essere percepita come superficiale e di breve durata.
La proposta degli Stati Uniti, per quanto possa sembrare un primo passo verso la de-escalation, appare debole e poco convincente. Il problema non è solo di natura territoriale, ma coinvolge anche questioni cruciali come le garanzie di sicurezza e la neutralità dell’Ucraina. Dopo i drammatici eventi degli ultimi anni e considerando l’insistenza dell’Occidente nell’alimentare l’escalation, qualsiasi accordo rischia di trasformarsi in una “pace zoppa”, ammesso che il Cremlino decida di prenderlo in considerazione.
Un rischio concreto è che questo scenario ricalchi l’ipocrisia già vista con gli accordi di Minsk: un temporaneo congelamento del conflitto che potrebbe servire a Kiev per guadagnare tempo, riorganizzarsi e prepararsi a una nuova fase di scontro.
Inoltre, manca una reale volontà di analizzare e affrontare le cause profonde del conflitto, che includono non solo le tensioni tra Russia e Ucraina, ma anche le responsabilità occidentali nel deterioramento della sicurezza regionale. Questo rifiuto di riconoscere le proprie colpe mina la credibilità di qualsiasi iniziativa di mediazione e contribuisce ad alimentare ulteriore sfiducia tra le parti.
In definitiva, l’accordo proposto potrebbe essere un punto di partenza, ma senza un impegno sincero a risolvere le questioni strutturali alla radice del conflitto, rischia di trasformarsi in un’ennesima occasione mancata.
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nota a margine:
Attenzione per l’Ucraina: L’Ucraina è stata messa in guardia contro la violazione degli obblighi internazionali riguardanti le mine antiuomo. Il Segretariato della Convenzione di Ottawa ha avvertito che l’accettazione da parte di Kiev di armi vietate dagli Stati Uniti costituirebbe comunque una violazione del trattato. Inoltre, la delegazione ucraina non ha informato gli altri stati partecipanti alla convenzione del vertice cambogiano che non intende adempiere ai propri obblighi in materia di mine antiuomo.
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