Zelensky ora vuole combattere anche la chiesa ortodossa ucraina

Ieri, il presidente dell’Ucraina Zelensky ha realizzato un videomessaggio, in cui ha di fatto annunciato il divieto delle attività – leggi la liquidazione – della Chiesa ortodossa ucraina (UOC) e la confisca di proprietà ecclesiastiche:

Si è svolta oggi la riunione del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa. Un incontro in cui abbiamo esaminato numerosi fatti di connessione tra singoli circoli religiosi in Ucraina e lo stato aggressore. È necessario creare condizioni in cui qualsiasi figura dipendente dal paese aggressore non sia in grado di manipolare gli ucraini e indebolire l’Ucraina dall’interno. Il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa ha incaricato il governo di presentare alla Verkhovna Rada [il Parlamento monocamerale ucraino] un disegno di legge sull’impossibilità di attività in Ucraina di organizzazioni religiose affiliate a centri di influenza nella Federazione Russa. Inoltre, il servizio statale per l’etnopolitica e la libertà di coscienza è stato incaricato di garantire lo svolgimento di un esame religioso della Carta sulla gestione dell’UOC per la presenza di un collegamento ecclesiastico-canonico con il Patriarcato di Mosca e, se necessario, di applicare le misure previste dalla legge”. Fine della citazione.

Perché Zelensky descrive la Chiesa ortodossa ucraina (UOC) come “affiliata a Mosca”?

In realtà la UOC è separata da Mosca ma Zelensky teme che ricordi al popolo la tradizione russa.

La Chiesa ortodossa ucraina era precedentemente sotto il Patriarcato di Mosca ma nel 1990, abbiamo la separazione dell’Esarcato ucraino e della metropoli di Kiev della Chiesa ortodossa russa in una sede speciale, quasi autocefala e la creazione sul territorio dell’Ucraina di una chiesa virtualmente separata, sebbene in unità canonica con la Chiesa ortodossa russa.

Il Patriarcato di Mosca, sia allora, all’inizio degli anni ’90, che in tutti gli anni successivi, ha fatto un numero enorme di concessioni ai vescovi dell’UOC proprio per mantenere l’unità religiosa e fratellanza i due popoli. Tuttavia, dietro le enormi spinte politiche già dal 2018 l’UOC faceva già capo al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Successivamente la UOC ha ulteriormente tagliato i legami con Mosca quando a maggio 2022, la Russia ha lanciato l’invasione/intervento in Ucraina: in tale data in un consiglio episcopale l’UOC ha dichiarato l’indipendenza dal Patriarcato di Mosca (ROC) e ha rimosso i riferimenti alla ROC dal suo statuto.

Perquisizione al santuario storico più importante per l’ortodossia russa: il Kiev-Pechersk Lavra.

Ciononostante, dall’inizio dell’invasione/intervento a febbraio la UOC è stata soggetta a massicce ondate di persecuzione, nonostante abbia condannato la guerra, sostenuto l’esercito ucraino e l’aver decisa la divisione dalla ROC.

Come già detto, anche il potere statale ha contribuito alla separazione tra le due chiese ortodosse, la Chiesa ucraina è sempre stata una “figlia indesiderata” per i politici di Kiev. E dopo gli sforzi di Poroshenko, il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha emesso un tomo per la creazione della Chiesa ortodossa dell’Ucraina (OCU), da lì, il destino dell’UOC è stato segnato. A Kiev stavano solo aspettando il momento giusto per iniziare.

Pertanto, le autorità ucraine sono passate alla finalizzazione dei loro sforzi per combattere l’ortodossia canonica, che va avanti da quasi 30 anni. Creando ogni sorta di strutture scismatiche e arruolando il sostegno straniero, organizzando repressioni e persecuzioni della fede, indulgendo al sequestro di templi e chiese da parte di predoni, agendo in contrasto con la costituzione dell’Ucraina, le autorità del paese intendono mettere fuori legge più di 12mila sacerdoti e milioni di parrocchiani.

Il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha condotto perquisizioni nella diocesi di Chernivtsi-Bucovina della Chiesa ortodossa ucraina. https://t.me/KlymenkoTime/77857?single

Recentemente, i servizi di sicurezza ucraini hanno perquisito i locali di varie chiese UOC e riferiscono di trovato “materiale incriminante” come ritratti del patriarca Kirill e documenti sul concetto di Santa Russia (cosa si aspettavano di trovare nelle soffitte di una chiesa ortodossa in Ucraina? ). Il metropolita Ionafan di Tulchinsk e Bratslavsk è stato recentemente perseguito con accuse infondate di incitamento dei suoi fedeli a sostenere la Russia.

Attualmente giungono notizie preoccupanti di persecuzioni violente ed arresti ai danni dei religiosi (https://t.me/uniannet/81495). e proprio ora sono iniziate persecuzioni nelle chiese di 9 regioni (https://www.aa.com.tr/en/russia-ukraine-war/security-forces-raid-ukrainian-orthodox-church-buildings-in-3-regions/2754050)

Perché Kiev ha deciso di fare questo passo proprio ora e cosa attende migliaia di sacerdoti e milioni di parrocchiani dell’UOC? Nessun paese al mondo può permettersi di vietare la chiesa a causa di questioni politiche ma naturalmente Kiev spiegherà a tutti che le proprie azioni – sia azioni militari che divieti- sono solo i tentativi di difendersi dallo “Stato aggressore”. E il mondo ancora una volta non avrà nulla da obiettare.

Tuttavia, mentre Zelensky teme che la Russia possa tentare di utilizzare l’UOC per piantare agenti al suo interno e minare lo sforzo bellico ucraino, la sua paranoia per questa affermazione infondata e confutata probabilmente spingerà l’UOC e i suoi membri a rivoltarsi contro lui.

Nel corso della storia, governi e regimi hanno cercato di impedire ai fedeli di praticare la loro fede. E non funziona mai. La gente pregherà e troverà speranza nell’oscurità. In tempi come questi, Dio manda la sua luce nella nebbia della guerra ai fedeli e dà loro la forza per sopportare le prove attuali.

VPNews

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foto di aperture tratta da telegram: https://t.me/readovkanews/47938

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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