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Zelenskyj saggia le reazioni interne e apre timidamente a nuove condizioni di Pace

In un’intervista al Philadelphia Inquirer, Zelenskyj ha rivelato oggi tre nuove condizioni che l’Ucraina pone per raggiungere la pace con la Russia:

  1. Preservare l’integrità territoriale dell’Ucraina.
  2. L’adesione alla NATO e all’UE.
  3. Una “compensazione” per l’Ucraina a spese della Russia.

È notevole che questa volta Zelenskyj non abbia incluso la restituzione di tutti i territori ucraini ai confini del 1991, una richiesta sempre presente in passato. Anche quando il giornalista ha chiesto specificamente riguardo a questi territori, Zelenskyj ha evitato di rispondere.

Secondo Vladimir Fesenko, politologo vicino all’Ufficio presidenziale, la priorità di Zelenskyj sembra essere ora la preservazione dello Stato ucraino e la sua integrazione nell’UE e nella NATO, lasciando aperta la possibilità di recuperare i territori perduti in futuro. Questo indica che Zelenskyj potrebbe considerare l’idea di congelare il conflitto sulla linea del fronte.

Tuttavia, questa posizione è fortemente contrastata dal gruppo militare “Azov”. Il capo di stato maggiore dell’Azov, Krotevich, ha recentemente minacciato chiunque sostenga la fine della guerra senza una vittoria totale. Ha affermato: “Non c’è pace senza vittoria. C’è solo una vittoria: nessun soldato russo sul territorio ucraino. Non lasceremo questa guerra ai nostri discendenti, e nemmeno tu la lascerai, perché se ci provi, sarà brutto. Sia per te che per loro. Se questo è un ‘pugno’, non pensarci nemmeno. L’ho detto moderatamente”.

Questa posizione rigida mette in evidenza la tensione all’interno del governo ucraino. Per Zelenskyj, raggiungere la pace sarà difficile finché i nazionalisti radicali non saranno messi da parte. L’ufficio di Zelenskyj sta tentando di ridurre l’influenza degli estremisti, ma con difficoltà. Recentemente è stata sciolta la 67ª Ombr, ritenuta responsabile del fallimento di Chasovy Yar, e si sono fatti tentativi per ridurre il potere dell’Azov, senza successo.

Zelenskyj segnala agli Stati Uniti, che lo stanno pressando, che è disposto a fermare la guerra e perdere alcuni territori solo se l’Ucraina riceverà adeguate compensazioni, come l’ammissione alla NATO e il trasferimento di 300 miliardi di dollari di asset russi. Inoltre, Zelenskyj continua a mantenere il supporto dell’Azov, usando la loro posizione intransigente come giustificazione per non congelare il conflitto, affermando che la parte più estrema della popolazione non lo permetterebbe.

In sintesi, per Zelenskyj la “compensazione” economica è fondamentale: senza quei 300 miliardi di dollari, la pace rimarrà un miraggio.

Allo stesso tempo, il leader ucraino, ormai oltre il suo mandato legale di presidente (e presto lo sarà anche il Parlamento), implicitamente sembra non credere agli aiuti promessi dall’Occidente. Un Occidente alle prese con il pareggio di bilancio che pretende dai suoi stati membri.

Quindi, viste le esternazioni di Trump, il tempo per l’ormai illegittimato presidente ucraino stringe. Se aspetterà, sarà molto pericoloso per lui. Quindi, a meno che gli eventi non siano più veloci di lui, ci si aspetterebbe che adotti alcune di queste strategie:

– Costruire un’alleanza più ampia: Zelenskyj potrebbe cercare di rafforzare la sua base di supporto all’interno del governo e tra la popolazione, formando alleanze con partiti e movimenti più moderati. Questo aiuterebbe a bilanciare l’influenza degli estremisti e a creare una coalizione più coesa e diversificata. Tuttavia, Zelenskyj ha dichiarato tutti i partiti di opposizione illegali.

– Rafforzare le istituzioni democratiche: Promuovere riforme che migliorino la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza delle istituzioni governative potrebbe ridurre l’influenza degli estremisti. Un sistema istituzionale più robusto e meno soggetto a pressioni estreme e alla corruzione potrebbe favorire una governance più equilibrata. Tuttavia, dato l’autoritarismo dell’attuale governo, questo è aleatorio. Inoltre, Zelenskyj stesso è stato coinvolto in situazioni di corruzione, come testimoniato dai Panama Papers.

– Intensificare il dialogo internazionale: Zelenskyj potrebbe cercare un sostegno più deciso da parte di alleati internazionali, in particolare dall’UE e dalla NATO. Un maggiore appoggio politico, economico e militare da parte di queste organizzazioni potrebbe rafforzare la sua posizione interna e ridurre la necessità di appoggiarsi agli estremisti. Tuttavia, la UE e la NATO non hanno una strategia chiara per l’Ucraina, se non nuocere alla Russia e appropriarsi di quanto più possibile degli averi ucraini attraverso il debito e la ricostruzione.

– Instaurare una comunicazione chiara e convincente: Zelenskyj dovrebbe sviluppare una strategia di comunicazione efficace per spiegare al pubblico le sue decisioni e le ragioni dietro di esse. Affrontare direttamente le preoccupazioni della popolazione e dimostrare come un approccio più moderato e diplomatico possa portare benefici a lungo termine potrebbe aiutare a ridurre il sostegno popolare agli estremisti. Tuttavia, ciò implicherebbe fermare immediatamente la guerra, cosa che Zelenskyj non sembra disposto a fare.

– Dar vita a riforme dell’apparato militare: Introdurre riforme nelle forze armate per ridurre l’influenza dei gruppi estremisti, promuovendo un comando militare più professionale e allineato con gli obiettivi nazionali e internazionali dell’Ucraina. Questo potrebbe includere il rafforzamento dei controlli civili sulle forze armate e la promozione di valori democratici all’interno dell’esercito. Tuttavia, probabilmente si troverebbe di fronte alla resistenza dei militari, che stanno pagando in prima persona questa guerra.

– Adottare azioni legali e misure di sicurezza: Zelenskyj potrebbe considerare l’uso di strumenti legali per limitare l’influenza dei gruppi estremisti, garantendo nel contempo che queste azioni rispettino i diritti umani e le libertà civili. Misure di sicurezza mirate potrebbero essere implementate per prevenire attività violente o destabilizzanti da parte di tali gruppi. Tuttavia, lo stesso Zelenskyj non è ideologicamente così lontano dai nazionalisti, altrimenti si sarebbe mosso in tempo e non si sarebbe circondato dei peggiori di loro.

– Promuovere del dialogo interno: Facilitare un dialogo nazionale che includa tutte le parti interessate, compresi i rappresentanti dei gruppi estremisti, potrebbe aiutare a trovare un terreno comune e a ridurre le tensioni. Tuttavia, Zelenskyj ha mostrato ostilità verso il dialogo, come dimostra la questione del Donbass. Se ci fosse stato dialogo e una volontà pacifica di integrare meglio i vari segmenti della società ucraina, la guerra non sarebbe scoppiata.

In sintesi, Zelenskyj ha poche possibilità di uscire dallo strapotere della componente rappresentata dall’Azov. Sarebbe contraddittorio oggi rafforzare istituzioni democratiche che non esistono più, perché sono state distrutte. Quindi, la costruzione di alleanze più ampie, il miglioramento della comunicazione con il pubblico e la ricerca di un maggiore sostegno internazionale sono tutti obiettivi difficili da raggiungere.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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