Aleppo, l’ONU parteggia per i ribelli

di Patrizio Ricci

L’inviato speciale dell’Onu per la Siria ha minacciato di sospendere l’invio di aiuti umanitari in segno di protesta per il perdurare dei combattimenti che ha definito ‘sproporzionati’. In altri termini, lo scopo vero di questo provvedimento è riuscire con la propria autorevolezza laddove non si riesce con le armi dei ribelli.

[su_panel]Ovviamente il pericolo ad Aleppoè rappresentato dai bombardamenti ma il pericolo più grande è che tutta Aleppo cada sotto i terroristi. Questo è un giudizio di valore che non viene espresso dalla Comunità Internazionale e dall’Onu. In una parola, è questo il motivo della persistenza della guerra in Siria.

Bisogna dire con chiarezza che nessuna legge, regolamento o risoluzione che tenga, sarà mai in grado di cambiare la verità delle cose: bisogna dire chiaramente che chi mette tutti i soggetti che combattono ad Aleppo sullo stesso piano è complice della situazione attuale.[/su_panel]

Da questa prospettiva, è chiaro che lo  scopo sottotraccia del provvedimento che l’Onu si accinge a prendere, è quello di far interrompere i bombardamenti sulle posizioni dei jihadisti. Nei giorni scorsi i media mainstream per formare una opinione pubblica ‘favorevole’, hanno usato le menzogne più spregevoli, manipolando le informazioni.

[su_panel]Ma il fatto più grave non è la slealtà delle Nazioni Unite, bensì che i censori e i legislatori che dovrebbero assicurare la pace internazionale, tacciono sulla causa principale che causa l’emergenza umanitaria. E’ chiaro che la responsabilità principale del disastro umanitario è l’embargo illegale che devasta il paese e la licenza di uccidere data ai terroristi supportati dall’occidente.[/su_panel]

E’ evidente che dichiarare di interrompere gli aiuti umanitari come forma di protesta è cosa ben diversa che sospenderli ‘de facto’ a causa dell’impossibilità che i convogli giungano a destinazione: in questo caso si tratta di un gesto politico. L’impressione è che con il suo gesto l’Onu voglia spingere realmente al disastro umanitario. E’ evidente che ciò che ci si rifiuta di fare è collaborare con la Russia per trovare una soluzione attuabile che preservi la necessità di liberare Aleppo da parte del governo legittimo. Tutte le difficoltà partono dal fatto che l’Onu vuole evitare in tutti i modi che questo avvenga.

Del resto, basta tornare un pò indietro per chiarirsi le idee sulla reale posizione dell’Onu. Ecco le parole che l’allora segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moonsi rivolgeva ad Assad nel 2012, un capo di stato che aveva il consenso della maggioranza dei siriani: “smetti di massacrare il tuo popolo” perchè “il vecchio ordine delle dinastie e degli uomini forti nel nel mondo arabo sta volgendo al termine”. Visto il gergo usato, non si capisce bene se Banki Mon fosse il segretario generale dell’Onu o si atteggiasse come il novello Robespierre che annuncia una rivoluzione planetaria per stabilire il ‘nuovo ordine’.

In definitiva, l’interruzione degli aiuti, è una ritorsione che si aggiunge alle numerose già esistenti: si tratta di un provvedimento subdolo perchè solleva totalmente i terroristi da ogni responsabilità e porta discredito a Russia e Siria, colpevoli di stare ad Aleppo per ‘bloccare gli aiuti umanitari’.

 

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