L’Ungheria invita la Turchia a facilitare le condizioni per far tornare i rifugiati siriani in Siria

L’Ungheria  è uno dei pochi paesi europei che correttamente affronta il problema migratorio, favorendo il ritorno a casa dei rifugiati e la ricostruzione della Siria.

Nel 2016 il presidente ungherese ha voluto un dipartimento per supportare economicamente i profughi nei paesi di origine e per monitorare le discriminazioni religiose in Europa. Con il programma “Hungary Helps” da quell’anno l’Ungheria fornisce aiuti alla Siria, nel 2019 tramite il progetto “Ospedali aperti” di Avsi in Siria ha fornito un milione e mezzo di euro.

Anche il presidente siriano Assad ha più volte sostenuto che “il recupero è un compito fondamentale in Siria, sostenuto dalla continuazione della lotta contro il terrorismo fino alla liberazione di tutti i territori, indipendentemente da quale parte lo abbia occupato. La fase successiva sono gli emendamenti alle leggi, la lotta contro la corruzione, lo sviluppo del dialogo inter-siriano, il ritorno dei rifugiati che hanno lasciato la Siria in fuga dal terrorismo” (cit. Assad 10 luglio 2018 ).

Ovviamente appare strano che il problema rifugiati siriani sia da più parti affrontato ma mai nella direzione giusta: favorire il ritorno in patria dei siriani dopo aver creato le condizioni per questo.

Recentemente il ministro degli esteri ungherese ha auspicato che la Turchia crei le condizioni per i migranti siriani di tornare in Siria ed  non alimenti i conflitti armati in Siria.

Precisamente, l’Agenzia di Stampa Ungherese (MTI) riporta che il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha affermato che il governo ungherese sostiene tutte le decisioni che facilitino il ritorno a casa dei rifugiati siriani dalla Turchia.

Szijjarto in un video pubblicato sabato su Facebook ha dichiarato che questo sarebbe nell’interesse nazionale dell’Ungheria. La situazione migratoria in Turchia sta diventando più difficile da gestire, ha detto Szijjarto, citando la sua controparte turca nei recenti colloqui.

Il ministro degli Esteri ungherese ha anche affermato che “Più di quattro milioni di migranti soggiornano in Turchia e le autorità turche trovano sempre più difficile provvedere a loro”.

Ed ha aggiunto che “La Turchia ha due opzioni al momento: o creare le condizioni per i migranti per tornare in Siria o aprire le porte verso l’Europa”.

Szijjarto ha anche detto che i Balcani occidentali sarebbero inondati di centinaia di migliaia di migranti illegali nel giro di pochi giorni se quest’ultimo dovesse prevalere. Coloro che si dirigono verso l’UE incontreranno il muro di confine ungherese come primo ostacolo fisico, ha osservato il ministro. “Una tale situazione deve essere evitata a tutti i costi”.

Il responsabile della diplomazia estera infine ha detto che il governo sostiene tutte le decisioni atte ad impedire ad altre centinaia di migliaia di migranti illegali di presentarsi nei Balcani occidentali e al confine meridionale dell’Ungheria. Inoltre ha aggiunto che l’Ungheria si oppone a tutte le mosse che potrebbero portare allo scoppio di conflitti armati internazionali nella regione siriana, ha affermato Szijjarto, aggiungendo che ciò comporterebbe nuove ondate di migranti che viaggiano verso l’Europa. (The Ungary Journal)

Sembra tutto abbastanza lineare come ragionamento ma invece allo stato attuale si continua a buttare benzina sul fuoco del conflitto siriano, non per ultimo con l’ostinazione della Turchia a sostenere il terrorismo in Idlib e con l’aumento costante delle sanzioni sulla Siria.

L’Europa si è rifiutata di partecipare ad un programma di ricostruzione in Siria perché condiziona suoi eventuali aiuti alla transizione politica del paese secondo le proprie direttive e non secondo l’autodeterminazione del popolo siriano.

La UE  ha contribuito alla crisi dei migranti azzerando completamente l’economia siriana agendo sul commercio, sulle banche e su paesi terzi isolandola completamente e facendo crollare la sua economia.
Questo non è proprio ciò che l’Ungheria auspica: sono due visioni del mondo. Quella della UE è distruttiva: fabbrica i problemi che poi deve risolvere, pesando come macigni sull’economia e sulla collettività.

@vietatoparlare

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