Trump in difesa dei iuguri ma i terroristi del World Uyghur Congress, sono stati creati dalla CIA

Il presidente americano ha firmato lo Uyghur Human Rights Policy Act, che autorizza a sanzionare i funzionari cinesi accusati di retate di massa dei membri della minoranza musulmana dello Xinjang. Pechino esprime “forte indignazione” per la legge.

AGI – Il presidente Usa, Donald Trump, ha firmato un disegno di legge che mira a punire la Cina per le sue violazioni dei diritti umani contro la popolazione musulmana uigura. Trump ha firmato lo Uyghur Human Rights Policy Act, che autorizza a sanzionare i funzionari cinesi accusati di retate di massa dei membri della minoranza musulmana dello Xinjang.

La notizia è stata data dalla Casa Bianca nello stesso giorno pero’ in cui è emerso, almeno a sentire il racconto del suo ex consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, che Trump non ha sempre contestato la repressione cinese: in un incontro con il presidente cinese, Xi Jinping, alla cena di apertura del vertice del G20, a Osaka, nel giugno 2019, gli disse che doveva andare avanti nella costruzione di campi di detenzione per la scomoda minoranza etnica: “Con i soli interpreti presenti, Xi spiego’ a Trump perchè costruiva campi di concentramento nello Xinjiang.

Secondo il nostro interprete, Trump disse a Xi che avrebbe dovuto procedere con la costruzione dei campi, che pensava fosse esattamente la cosa giusta da fare”. “Il più alto in grado nello staff Asia del Consiglio di sicurezza nazionale, Matthew Pottinger, mi disse che Trump aveva detto qualcosa di molto simile durante il suo viaggio di novembre 2017 in Cina”, scrive ancora Bolton. Lo Uyghur Human Rights Policy Act era stato approvato il 27 maggio da una maggioranza schiacciante nella Camera dei Rappresentanti, dopo un passaggio trionfale della proposta al Senato, alcuni giorni prima.

La reazione di Pechino

La Cina minaccia contromisure alla legge sui diritti umani nello Xinjiang firmata dal presidente Usa, Donald Trump, che prevede sanzioni per la repressione della minoranza musulmana uighura. La legge è “un attacco malevolo” alle politiche del governo centrale, si legge in una nota diffusa dall’emittente televisiva statale China Central Television (Cctv), e la Cina esprime “forte indignazione” per la legge.

“Invitiamo ancora una volta gli Stati Uniti a correggere immediatamente i propri errori e a non usare la legge relativa allo Xinjiang per danneggiare gli interessi della Cina e per interferire nelle sue questioni interne, altrimenti la Cina reagirà risolutamente e tutte le conseguenze saranno a carico degli Stati Uniti”.

La regione autonoma nord-occidentale cinese dello Xinjiang è sotto i riflettori della comunità internazionale per le accuse di detenzioni di massa e di sorveglianza massiccia: la Cina nega le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang e giustifica le misure messe in atto come necessarie per combattere l’estremismo e il separatismo.

La CIA e gli jihadisti uiguri

Il presidente del World Uyghur Congress, Dolkum Isa, e il primo ministro turco Binali Yildirim il 16 febbraio 2018 a Monaco.

Gli “Xinjiang papers”, pubblicati il 16 novembre 2019 dal New York Times, sono stati interpretati in Occidente come un piano di repressione della cultura uigura in Cina [1]. Questi documenti, redatti in cinese, sono difficilmente accessibili agli occidentali. La realtà è che la Cina protegge la cultura uigura, tollera la religione mussulmana, ma combatte il terrorismo e il separatismo del World Uyghur Congress (WUC).

La Cina ha già pubblicato numerosi studi [2] che ne giustificano la politica.

I documenti rivelati dal New York Times dimostrano la volontà del governo cinese di mantenere la pace civile a ogni costo. Il presidente Xi ha invitato le forze dell’ordine a mostrarsi «assolutamente senza pietà» con i terroristi. Deve infatti far fronte a una potente organizzazione, il World Uyghur Congress, creata dalla CIA durante la guerra fredda, che il quotidiano statunitense finge di credere pacifica.

Ebbene, il World Uyghur Congress, basato a Monaco (Germania), ha rivendicato numerosi attentati in Cina. Questa organizzazione ha inoltre inviato migliaia di combattenti a formarsi in Siria, con l’aiuto della Turchia [3]. Oltre 18 mila jihadisti uiguri hanno invaso la città di al-Zanbaki (governatorato di Idlib), dove beneficiano della logistica sanitaria e alimentare di “ONG” tedesche e francesi.

Gli jihadisti uiguri hanno ora molti appoggi in Europa: dal 7 al 9 dicembre 2019 un seminario a porte chiuse ha riunito lobbysti a Bruxelles; il 10 dicembre 2019 si è tenuta al parlamento europeo una conferenza presieduta dal deputato europeo francese Raphaël Glucksmann e dal presidente del World Uyghur Congress, Dolkim Isa.

[1] “‘Absolutely No Mercy’: Leaked Files Expose How China Organized Mass Detentions of Muslims”, Austin Ramzy and Chris Buckley, The New York Times, November 16, 2019

[2] “Human Rights in Xinjiang – Development and Progress”, 1 June 2017; “Cultural Protection and Development in Xinjiang”, 13 December 2018; “The Fight against Terrorism and Extremism and Human Rights Protection in Xinjiang”, Voltaire Network, 18 March 2019.

[3] “La CIA usa la Turchia per far pressione sulla Cina”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 19 febbraio 2019.

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