Il vero obiettivo dell’attacco aereo israeliano sul CERS siriano era inibire i rifornimenti di missili MLRS

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]La verità sul raid israeliano: fiaccare la potenzialità delle Forze Armate Siriane ed alleate contro al Qaeda ed Isis.[/su_heading]

Le Forze di difesa israeliane, ancora una volta hanno intensificato le operazioni contro l’esercito arabo siriano  (SAA). Pochi giorni fa, il 7 di settembre alle ore 02.40 di mattina, quattro aerei israeliani  hanno lanciato diversi missili su una fabbrica di produzione di missili siriana, la “Syrian Scientific Researchers Center ” (CERS) con l’annesso deposito di stoccaggio nei pressi del villaggio di Masyaf, che si trova nella parte settentrionale della provincia di Hama.

Il lancio dei missili aria terra è stato eseguito da aerei israeliani che sono rimasti sempre in volo dentro lo spazio aereo libanese.

L’attacco ha causato la morte di due soldati siriani e causato ingenti danni materiali. La zona è coperta dal sistema di difesa russo S300 ed S400. L’ufficiale del “Mossad” in pensione Israel Lavi ha detto a Israel Neswader, che a causa della vicinanza alle località di Latakia e Tartous “tutte piene di russi” Israele non avrebbe messo in atto una simile operazione senza avvisare prima la parte russa.

Comunque, la motivazione addotta da Israele è che nel centro di ricerca si studiassero e producessero armi chimiche.

In questo senso ha fatto da sponda,  l’ennesima dichiarazione copia – carbone rilasciata ad hoc dal Consiglio Onu per i diritti umani che il giorno prima dell’attacco ha diffuso una dichiarazione d’accusa. Nel documento l’organo sussidiario dell’Onu (di cui fa parte anche l’Arabia Saudita), ha ancora una volta accusato Damasco di aver usato armi chimiche. Il Consiglio però ha omesso di produrre prove aggiuntive oltre a quelle già prodotte a distanza tramite interviste telefoniche o via skype a  terroristi di al Nusra ed affiliati (nonostante reiterati inviti del governo siriano e della Russia di istituire una serie commissione di indagine e di mandare esperti in loco).

Questo ennesimo ‘atto d’accusa’  è stata smentito dal governo siriano che ha accusato Israele di appoggiare i terroristi. Tuttavia, successivamente oltre a questa motivazione è stato riconosciuto pubblicamente da funzionari israeliani che l’obiettivo del raid non era solo quanto dichiarato ma come i precedenti attacchi , Tel Aviv vuole evitare che le armi vadano ad Hetzbollah (che devono però pur essere riforniti per combattere il nemico comune in territorio siriano).

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E’ da rilevare ancora una volta che chi attacca – privilegio ‘non per tutti’ – non ha necessità di provare le proprie accuse: in sostanza, Tel Aviv non ha dato alcuna prova concreta sulle motivazioni addotte per aver invaso e compiuto la distruzione del CERS. Inoltre è grave che dall’inizio della guerra siriana Israele ha compiuto centinaia di incursioni contro il sistema di difesa siriano adducendo sempre deboli motivazioni circa il supporto siriano a Hezbollah,  alleato chiave per Damasco (questa alleanza ha impedito il sopravvento dei terroristi mandati dall’occidente e dai paesi del golfo e supportati anche da Israele).

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[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″]Il vero obiettivo del raid israeliano: distruggere la capacità di costruzione dei motori a propellente solido per i missili terra-terra[/su_heading]

L’analista militare russo Constantine Sivkov intervistato da AlmasdarNews, ha riferito che il raid israeliano ha colpito un impianto per la produzione di motori a propellente solido, che vengono utilizzati per la produzione di sistemi lanciarazzi multipli (MLRS) e missili tattici a corto raggio, indispensabili per il proseguimento delle campagne in corso in tutto il paese. Così, si scopre che distruggendo le strutture militari dell’esercito siriano, Tel Aviv vuole ostacolare lo svolgimento di campagna militare di SAA contro i gruppi terroristici, “al-Nusra ” e Isis.  Le recenti dichiarazioni ufficiali  dei rappresentanti di Damasco che hanno accusato Israele di assistenza ai terroristi, sono da leggere in questo senso.

Constantine Sivkov ha aggiunto che riducendo le potenzialità di approvvigionamento delle forze armate della Siria, la parte israeliana oggettivamente aiuta la parte contrapposta. Ora, con  la fabbrica per la produzione di motori a propellente solido  distrutta, viene inibito la capacità di produzione interna e quindi SAA avrà difficoltà di approvvigionamento di munizioni per i lanciarazzi multipli MLRS  , pertanto il di ripianamento di materiale bellico per l’esercito governo siriano, sarà più difficile.”

 

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