Visco ammette: la crisi è generata dalle banche.

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DI FABIO CONDITI

comedonchisciotte.org

Dichiarazione choc del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che il 31 maggio 2017 ha tenuto la sua Relazione Annuale sullo stato della finanza italiana, durante la quale ha ammesso:

Le conseguenze per l’Italia della doppia recessione si sono manifestate in tutta evidenza su due variabili, profondamente diverse per natura e per entità che sono spesso indicate per la progressione del loro aumento e per i livelli raggiunti, come i problemi principali del paese: il debito pubblico e i crediti deteriorati delle banche (ndr debito privato non restituibile). Si tratta di due fattori di debolezza, che riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari finanziari. Entrambi rendono vulnerabile l’economia italiana alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche“.

Quindi, ammette Ignazio Visco, la colpa della crisi economica è del sistema bancario. Infatti tutta la moneta che usiamo viene creata dal sistema bancario con i prestiti, per cui deve essere restituita maggiorata degli interessi, i quali però non sono stati creati, generando un debito, sia pubblico che privato, matematicamente non restituibile.

Ci sono solo due modi di creare il denaro :

  • se lo crea lo Stato, lo immette nel sistema economico attraverso la sua spesa pubblica e quindi il denaro circola liberamente senza dover essere restituito e senza generare debito;
  • se lo crea il Sistema Bancario, lo immette nel sistema economico attraverso i prestiti e quindi deve essere restituito maggiorato dagli interessi, generando continuamente debito.

Oggi solo lo 0,3% del denaro che usiamo viene creato dallo Stato, che conia le monete metalliche, mentre il 99,7% viene creato dal Sistema Bancario con i prestiti, generando un debito sia pubblico che privato che cresce in modo esponenziale.

Visto che a causa del debito pubblico lo Stato deve incassare con le tasse più di quanto spende, è chiaro come il sole che i privati fanno fatica a restituire il loro debito privato, per di più gravato da interessi prossimi all’usura.

Senza contare il fatto che la maggior parte dei prestiti vengono fatti senza controlli ad amici degli amici, con la complice consapevolezza che non li restituiranno. E chi deve controllare su questo ? Ovviamente la Banca d’Italia ed il suo Governatore.

Analizziamo nel dettaglio i due problemi individuati dal Governatore, per comprendere meglio come sono generati e da chi.

Debito pubblico

Il debito pubblico a fine 2016 era di ben 2.218 mld di euro, ed è stato costituito con gli interessi pagati sui Titoli di Stato, che negli ultimi 30 anni hanno superato abbondantemente quota 3.000 mld di euro, a partire dall’ormai celeberrimo divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia del 1981, realizzato da Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi con una semplice lettera.

Solo negli ultimi 20 anni il surplus di bilancio dello Stato prima del pagamento degli interessi è stato superiore a 740 mld di euro, pagati da cittadini ed aziende con l’aumento delle tasse e la riduzione dei servizi pubblici forniti.

Avendo scoperto che in questo modo il sistema non sta in piedi, da qualche anno Bankitalia ha proceduto all’acquisto dei Titoli di Stato italiani, arrivando a fine 2016 a detenerne ben 373 mld di euro, di cui 128 mld di euro acquistati come investimento ordinario e 245 mdl di euro acquistati con il Quantitative Easing deciso dalla BCE, come si evince dall’ultimo bilancio Bankitalia https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/2017-bilancio-esercizio/bil-eserc-2017.pdf ).

Quindi siamo ritornati ad una situazione analoga a prima del 1981, dove Bankitalia acquista comunque Titoli di Stato, anche se sul mercato secondario, per cui in pratica il risultato è che lo Stato riacquista il proprio debito attraverso la sua Banca Centrale.

Infatti Bankitalia, pur essendo partecipata per il 95% da soggetti privati, è in realtà una istituzione di diritto pubblico che gira allo Stato la maggior parte dei propri utili, come si può evincere dalla tabella a pagina 70 del suo Bilancio. Quindi anche gli interessi pagati dallo Stato sui Titoli del suo debito pubblico.

In un eventuale bilancio consolidato dello Stato Italiano, i debiti detenuti da entità pubbliche dovrebbero essere eliminati e quindi non andrebbero conteggiati nel debito pubblico totale, come ha già fatto lo Stato Inglese nel suo (grazie al nostro Giovanni Zibordi per averlo scoperto).

Considerato che le Banche Centrali non possono finire i soldi, come ha ammesso ultimamente Mario Draghi, ed anzi hanno ampie risorse per far fronte a tutte le nostre emergenze, se si vuole ridurre il debito pubblico, basta aumentare le quantità che vengono acquistate da entità pubbliche, come stanno già facendo da tempo Bankitalia, senza però sottolineare che questa quota di debito in realtà non esiste.

E non mi si venga a dire che questo provocherebbe l’aumento dell’inflazione, perché proprio questo dovrebbe essere l’obiettivo che l’Eurosistema dovrebbe raggiungere, cioè una inflazione vicina al 2% e siamo ben lontani dal raggiungerlo.

Quindi una delle soluzioni potrebbe essere quella di aumentare la quantità di Titoli di Stato acquistati da Bankitalia, in modo da ridurre consistentemente il debito pubblico reale, come fanno le Banche Centrali di tutto il mondo (vedi in questa immagine di Giovanni Zibordi la situazione cinese), in modo da aumentare i margini di manovra dello Stato, come dice Visco.

Da notare che anche un sistema di banche pubbliche potrebbe svolgere questa funzione importante, perché gli interessi pagati sui Titoli di Stato, da loro eventualmente detenuti, rimangono nell’ambito del bilancio dello Stato (tra l’altro oggi le banche pubbliche sono finanziate dalla BCE ad un tasso d’interesse addirittura negativo pari a -0,40%, quindi è ancora più conveniente!).

Se qualcuno pensa che questa idea non è realizzabile, vada a vedere quante banche pubbliche ci sono in Germania …

Crediti deteriorati delle banche

Il debito pubblico alto è la giustificazione usata dallo Stato per adottare da anni politiche di austerity, che non fanno altro che peggiorare la crisi economica perché i surplus di bilancio degli ultimi anni, vengono sottratte continuamente risorse dal sistema economico.

Quindi il debito privato cresce perché lo Stato, avendo rinunciato ad esercitare la propria sovranità monetaria, utilizza solo la moneta elettronica bancaria presa in prestito dai mercati finanziari, pagando continuamente interessi attraverso l’aumento del prelievo fiscale e la riduzione della spesa pubblica. Inoltre costringe anche cittadini ed aziende a finanziarsi esclusivamente con la stessa moneta creata dal nulla dalle banche private attraverso i prestiti, visto che la moneta creata dallo Stato è largamente insufficiente a far girare l’economia.

Tra l’altro lo Stato è anche il peggior pagatore per le aziende italiane, vantando la Pubblica Amministrazione un debito non pagato nei loro confronti di oltre 65 mld di euro. In questo modo costringe le aziende a “scontare” le proprie fatture in banca, facendo pagare loro un tasso d’interesse che grava ulteriormente sui loro bilanci già messi a dura prova dalla crisi economica.

Questa enorme massa di credito creato dal nulla dalle banche, non sarebbe necessaria se lo Stato creasse i soldi che deve dare a queste aziende, quindi in questo caso la moneta in circolazione rimarrebbe invariata, senza provocare alcun aumento dell’inflazione!

In definitiva il debito privato viene generato e reso instabile non solo dal classico meccanismo dell’interesse composto, ma anche dalle politiche di austerity adottate dallo Stato, a causa del debito pubblico, che finiscono per togliere con le tasse a cittadini ed aziende, più di quanto viene loro restituito con la spesa pubblica.

Il denaro deve essere creato dallo Stato

Come si eliminano i due fattori di debolezza individuati dal Governatore di Bankitalia? Può essere stabile un sistema monetario che usa quasi esclusivamente moneta creata dalle banche con i prestiti, per sua natura fortemente instabile ed amplificatrice delle fluttuazioni cicliche dell’economia italiana?

Considerato che sia il debito pubblico che quello privato vengono generati dal meccanismo di creazione del denaro dal nulla da parte del sistema bancario, se vogliamo davvero rendere meno vulnerabile la nostra economia, dobbiamo aumentare la quota di denaro creato dallo Stato. Infatti è lo Stato che ha ancora la Sovranità Monetaria, come diciamo da tempo (vedere i nostri articoli precedenti), e per esercitarla basterebbe cominciasse a stampare denaro in tutti i modi possibili ed ammessi dagli attuali trattati :

monete metalliche superiori a 2 euro, biglietti di stato, moneta elettronica e moneta fiscale.

La soluzione dei biglietti di stato è la più semplice, lo Stato li emette di alto valore e non destinati alla circolazione, e li deposita presso la sua Banca Centrale al posto dei Titoli di Stato che vanno in scadenza. In questo modo il debito costituito da Titoli di Stato, viene sostituito da credito costituito da Biglietti di Stato, senza alcuna variazione sostanziale nel sistema economico.

I biglietti di stato sono equivalenti alle monete metalliche superiori a 2 euro che diversi Stati Europei già coniano e che hanno validità solo sul proprio territorio, solo che invece di essere realizzati in metallo, sono realizzati su carta. Ma soprattutto non sono previsti o limitati da alcuna norma dei Trattati Europei perchè hanno validità solo all’interno del territorio nazionale e non vanno neanche in circolazione. Sostituiscono i Titoli detenuti dalle Banche Centrali e dalle Banche pubbliche ma non hanno scadenza, né devono essere restituiti, perché sono di proprietà dello Stato e quindi dei cittadini.

Aumentando la quantità di moneta creata dallo Stato si avrebbero due effetti principali :

  • aumenterebbero i margini di manovra dello Stato, per fare politiche espansive che possano creare effetti positivi nell’economia reale, non solo sui mercati finanziari;
  • renderebbe più stabile il sistema bancario perchè aumenterebbe la moneta a corso legale, più stabile, rispetto a quella creata con il debito, che è per sua natura fortemente instabile.

Si potrebbero eliminare “i fattori principali che rendono vulnerabile l’economia italiana alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche”, di cui ha parlato il Governatore Ignazio Visco nella sua Relazione Annuale, ma dobbiamo convincere i politici ad aumentare la quota di denaro creato dallo Stato, oggi pari a solo lo 0,3% del totale.

Di questo parleremo a Genova sabato 3 giugno 2017, in un incontro al quale abbiamo invitato i candidati a Sindaco per le prossime elezioni amministrative, in modo da verificare quali sono le loro ricette per trovare i soldi per la loro città.

Questo l’evento su Facebook https://www.facebook.com/events/716836381774656/

 Fabio Conditi    Presidente dell’Associazione Moneta Positiva

Fonte: www.comedonchisciotte.org

01.06.2017

www.monetapositiva.blogspot.it

articoli precedenti su Comedonchisciotte per approfondimenti :

https://comedonchisciotte.org/?s=fabio+conditi

L’articolo Visco ammette: la crisi è generata dalle banche. sembra essere il primo su Come Don Chisciotte – Controinformazione – Informazione alternativa.

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